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Gli stereotipi nei manga e negli anime

Indice contenuti

Uno stereotipo è una scorciatoia mentale usata per incasellare persone o cose in determinate categorie stabilite. Sono per lo più delle valutazioni rigide, inflessibili, che si riferiscono a concetti mai appresi in maniera diretta, ma mediati dal senso comune. Permettono di attribuire delle caratteristiche a un’intera categoria di persone, non curanti delle possibili differenze che potrebbero invece essere rilevate.

Per questo ha purtroppo anche un risvolto negativo. Si tratta dell’effetto Pigmalione, cioè l’effetto psicologico per cui la vittima di uno stereotipo finisce per identificarsi con esso sviluppando comportamenti che lo rispecchiano completamente.

Perché riconoscersi in uno stereotipo?

I personaggi dei manga e degli anime e le loro storie avvicinano in modo diretto e affascinante molto più alla realtà dei loro antagonisti occidentali che si presentano più utopici e astratti.
Gli stereotipi proposti dai manga e dagli anime suscitano empatia perché rappresentano spesso persone comuni, con i loro problemi e le loro domande nelle quali ci si può riconoscere. Per questo motivo rendono la storia più interessante e coinvolgente.
Ogni personaggio infatti rispetta determinate caratteristiche, per cui ci si può benissimo identificare con un Dandere, una Dojikko o un Kuudere.

La tipologia “dere

Quasi tutti gli stereotipi principali presentano l’aggettivo “deredere” che significa “dolce”, “amorevole”, “affettuoso”, “molto innamorato”. Unito ad un altro aggettivo caratterizza il personaggio incasellandolo in un determinato stereotipo.

Stereotipi principali

Tsundere

Rispecchiarsi in uno Tsundere, significa essere un tipo dall’aspetto freddo, distaccato e a volte anche antipatico o violento. In determinate situazioni o con persone a cui tiene si rivela un personaggio in apparenza arrogante e combattivo, ma in realtà è generoso e affettuoso e un po’ ingenuo.

Tsundere nasce da Tsuntsun che significa “freddo”, “imbronciato”, “scontroso”, “aggressivo” e Deredere.

I personaggi maschili sono caratterizzati dall’essere duri fuori e morbidi dentro come InuYasha nell’omonimo anime.

Le principali caratteristiche di uno Tsundere sono quelle di non essere molto onesti con sé stessi per timore di mostrare i propri veri sentimenti. Si arrabbiano o si comportano in maniera distruttiva per nascondere ciò che provano soprattutto quando sono innamorati di qualcuno a cui tengono molto (Misaki Takahashi in Junjou Romantica).

Anche al di fuori di un contesto sentimentale, per esempio negli anime sportivi, lo Tsundere è spesso un coprotagonista che, dopo una iniziale ostilità nei confronti del personaggio principale, si rivela un prezioso e fedele alleato.

Misaki Takahashi (Junjou Romantica)

Le ragazze Tsundere

Tsunderekko è il sostantivo con il quale si indica una ragazza dotata di una personalità Tsundere. Nei personaggi femminili è presente l’elemento sentimentale: è la ragazza egocentrica dalla faccia imbronciata e seria con cambiamenti d’umore instabili che entrano in conflitto tra loro come Haruhi Suzumiya.

Fredda, dura e scostante, la Tsundere si imbarazza facilmente per questo le sue guance sono spesso arrossate. Se riceve un complimento dalla persona per cui prova affetto, il suo primo istinto è quello di risponderle con un insulto, di deriderla o di mostrarsi disinteressata a causa della sua timidezza di fondo. Nel corso della storia il suo carattere però si ammorbidisce e la tsundere diventa più amorevole con il proprio ragazzo: Kurisu Makise di Steins;Gate, Taiga Aisaka di Toradora!, Misaki Ayuzawa di Maid-Sama!, Kaname di Full Metal Panic, Rei Hino (Sailor Mars), Akane Tendo di Ranma 1/2 e Kaori di City Hunter.

Misaki Ayuzawa di Maid-Sama!

Tsukkomi e Tsunshun

Simile allo Tsundere pur non avendo la desinenza “dere“, è lo Tsukkomi che ha la caratteristica di arrabbiarsi facilmente. Molti di questi personaggi sono eccellenti nelle discipline sportive oppure hanno un passato non tanto roseo come Nana Osaki, protagonista dell’omonimo manga/anime. Di solito lo Tsukkomi fa di tutto per mantenere la calma o la serietà ma quando questa viene rotta allora picchia qualcuno come fa Levi Ackerman di Attack on Titan, un tipo altezzoso e sprezzante ma indiscutibilmente un eroe positivo.

Lo stesso discorso vale per il personaggio Tsunshun che presenta caratteristiche simili sia allo Tsukkomi che allo Tsundere. Si comporta infatti in modo scontroso e arrogante, ma si differenzia dagli altri perché nasconde un cuore d’oro (Asuka Langley di Evangelion). Capita spesso che con la persona amata assumano atteggiamenti opposti alla loro natura oppure siano gli unici a cui dimostrano gentilezza e comprensione.

Asuka Langley (Evangelion): Colei che ha insegnato all’Occidente l’uso del termine “baka!” “Scemo!” (ai danni del protagonista)

Lo Tsunshun è un tipo solitario, triste e a volte un po’ depresso. Un personaggio frustrato, scostante e magari poco apprezzato, che cerca di mantenere una calma apparente, ma basta pochissimo per fargli manifestare la sua vera natura che spesso sfocia in atti violenti (Ren Kaido di Super Lovers).

Ren Kaido di Super Lovers

Yandere

Al contrario, con Yandere (da yanderu “essere malato” e deruderu “essere innamorato”), si identificano quei personaggi che sembrano affidabili ma che poi rivelano una certa instabilità mentale, soprattutto in determinate circostanze. Kanato Sakamaki (Diabolik Lovers) ne è un esempio. Il suo aspetto e l’atteggiamento infantile traggono in inganno: è un vampiro pazzo e sadico.

Yandere è un personaggio di solito femminile che esteriormente rappresenta l’archetipo dell’innamorata, dolce e gentile, ma in realtà ha un lato oscuro e psicotico che la porta ad essere violenta e a commettere azioni estreme come rapimenti, omicidi e suicidi, di solito per gelosia.
Ne sono un esempio Misa Amane di Death Note e Kotonoha Katsura di School Days (il perfetto emblema della yandere psicopatica che arriva ad uccidere per gelosia. Un classico: “Ti amo e ti uccido se mi tradisci”).

Le ragazze Yandere

Yanderekko è il sostantivo con il quale si indica una ragazza dotata di una personalità yandere.

Un esempio meno “drammatico” di Yandere è Tamama, personaggio dell’anime e del manga Keroro. Nonostante l’apparenza innocua ed innocente, Tamama è in grado di avere scatti di incredibile furore e violenza ogni volta che qualcuno tenta di avvicinarsi al suo amato Keroro, al punto di arrivare a danneggiarlo.

Un altro esempio di personaggio Yandere è Yuno Gasai, la co-protagonista dell’anime e manga Mirai Nikki. Il suo amore malato nei confronti del protagonista Yukiteru Amano, che in un primo momento è diffidente, è uno dei punti fermi della trama.

Yuno Gasai di Mirai Nikki

Undere

Il già citato personaggio di Misa Amane appartiene, oltre che alla tipologia Yandere, anche a quella Undere, cioè quei personaggi quasi sempre femminili che acconsentono praticamente a tutto ciò che dice il loro amato. Una Undere infatti concorda con lui il più possibile per potersi avvicinare ai suoi interessi ma il suo lato Yandere finisce per prevalere.

Undere deriva dall’abbreviazione di “un” espressione usata in giapponese per dire “si” e “dere” che significa “molto innamorato”.

Misa Amane (Death Note): Carina e apparentemente ingenua, ma per amore diventa una spregiudicata assassina

Yangire

Gli Yangire sono personaggi con caratteristiche simili agli Yandere pur non avendo la desinenza dere. Apparentemente dolci e gentili, carini e innocenti, sia di aspetto che nel modo di fare, poi però rivelano un lato psicopatico e violento. Cambia però la causa: mentre i personaggi Yandere sono mossi soprattutto dalla gelosia e dall’attaccamento morboso verso qualcuno, gli Yangire sono così per qualsiasi altra ragione, anche semplicemente per natura.

Il termine deriva dalle parole “yanderu” “essere malato” e “kire” che diventa “gire” per motivi fonetici e significa “tagliare”.

Sono Yangire Rena Ryugu di Higurashi No Naku Koro ni, Russia di Hetalia Axis Power e Ran di Lamù. Altro esempio particolarmente significativo è quello di Ryoko Asakura in La malinconia di Haruhi Suzumiya.

Ryoko Asakura de La Malinconia di Haruhi Suzumiya

Kanedere

La parola ha origine dalla fusione delle espressioni kane (“soldi”, “oro”) e “deredere“.

Personaggi che mostrano interesse solamente verso due cose: i soldi e un elevato ceto sociale. Generalmente si innamorano o mostrano affetto unicamente nei confronti di chi è ricco o di rango elevato e spesso si vestono in modo elegante per attrarre quel genere di persone (Ami Kawashima in Toradora!, Nabiki Tendo in Ranma ½ e Fujiko Mine in Lupin).

Nabiki Tendo in Ranma ½

Hinedere

La parola “hinedere” ha origine dalla fusione delle espressioni “hineru” e “deredere“. Gli Hinedere sono personaggi con una visione distorta del mondo e considerano la società negativamente. Freddi, cinici e arroganti, sanno mostrarsi crudeli e sarcastici nei confronti degli altri, giudicandoli per il loro modo di pensare. Sotto sotto, però, possiedono anche loro un lato “dere“, che mostreranno solamente a chi riuscirà a fare breccia nel loro cuore.

Houtarou Oreki (Hyouka)

Si può trovare questo stereotipo diviso in due categorie: gli Hinedere veri e propri e i cosiddetti Hinodere. I primi mostrano solamente il lato cinico e sarcastico nei confronti degli altri personaggi, lasciando la visione deformata della società agli Hinodere.

Kamidere

Lo stereotipo caratteriale del Kamidere (Kami = Dio + Deredere) appartiene a quei personaggi che hanno letteralmente una mania di onnipotenza e la convinzione di poter plasmare il mondo sulla base del proprio disegno ideale interiore.

La loro complessità deriva proprio dal contrasto tra la loro presunta bontà d’animo e la convinzione che il loro pensiero sia il migliore possibile per l’intera umanità.

Light Yagami (Death Note): Il più famoso dei protagonisti Kamidere, si autodefinisce “il Dio di un nuovo mondo dove lui stesso è la legge”

Il loro deliro di onnipotenza ne fa dei personaggi estremamente carismatici ma con molte sfumature. Possono essere dei protagonisti con connotazioni fortemente negative o degli antagonisti malvagi ma non privi di valide ragioni. Sono sempre arroganti ed orgogliosi, megalomani e ambiziosi, calcolatori e dotati di una intelligenza fuori dal comune. Il loro sentirsi “esseri superiori” li accompagna quasi sempre verso una fine prematura, tragica e senza gloria.

Shogo Makishima (Psycho-Pass): Kamidere antagonista. I suoi ideali lo portano ad essere nemico della società.

Mayadere

Mayadere è un personaggio estremamente pericoloso e violento che solitamente inizia come antagonista, con l’obiettivo di uccidere qualcuno. Cambierà atteggiamento nel corso della storia, soprattutto se sviluppa dei sentimenti per il protagonista (amore, amicizia, ammirazione, gratitudine etc…). Tale rapporto ovviamente non sarà esente da particolarità e stravaganze e il personaggio rimarrà imprevedibile e pericoloso.

Vegeta (Dragon Ball Z) Arrogante e violento all’inizio, finisce per affezionarsi al protagonista Goku (suo arcinemico) senza mai abbandonare la rivalità nei suoi confronti

Sadodere

La parola “Sadodere” ha origine dalla fusione delle espressioni “sadizumu” e “deredere“. I Sadodere sono individui a cui piace giocare con i sentimenti altrui, compresi quelli dei propri cari. Si mostrano sociopatici, sono grandi manipolatori e può capitare che diventino più simili ai Kamidere dopo un certo periodo di tempo.

Sebbene siano spesso confusi con gli Yandere, i Sadodere hanno un comportamento più simile ai Kuudere, ma con tendenze più sadiche (Senjougahara Hitagi di Bakemonogatari).

Senjougahara Hitagi di Bakemonogatari

Masodere

Masodere deriva da Sadomasohizumu (“Sadomasochismo“). Le Masoderekko sono esattamente il contrario delle Sadodere. Trovano piacere nell’essere maltrattate fisicamente e manipolate emotivamente dal proprio ragazzo.

Kuudere

Il Kuudere o Cooldere (Kuuru o Cool “temperamento calmo freddo” e deredere) è simile allo Tsundere. Sembra distaccato, calmo, apatico, indifferente e molto pragmatico, ma nasconde dentro di sé sentimenti delicati che svela solo a pochi.

Ѐ un personaggio serio, composto, sempre controllato. Uno stereotipo che non mostra mai alcun segno di coinvolgimento emotivo o interesse ma che mantiene costantemente un’espressione cupa, fredda e distaccata. Solitamente sta sempre in silenzio e non si lascia mai coinvolgere da nulla di ciò che gli accade attorno come Mei di Tachibana, Akira Tachibana (Come dopo la pioggia) e Violet Evergarden.

Violet Evergarden

Il fascino del Kuudere

Spesso questi personaggi sono realmente così e poi cambiano le proprie emozioni nel corso della storia mostrando i propri sentimenti non apertamente, ma attraverso azioni molto discrete o parole toccanti. Più raramente tale aspetto è una maschera dietro la quale si nasconde un carattere dolce e gentile, più disposto ad aprirsi.

Il Kuudere ha un atteggiamento adulto e il suo modo di fare a volte lo rende troppo duro con se stesso e con gli altri da risultare quasi antipatico anche se in realtà non lo è. Alcune persone possono essere attratte dalla sua personalità perché ha un alone misterioso, mentre altri se ne tengono a distanza proprio perché percepiscono il suo essere scostante. Spesso i ragazzi o le ragazze Kuudere sono di bell’aspetto e molto affascinanti e anche per questo, consapevolmente o meno, tendono a mettere soggezione (Kaname Kuran di Vampire Knight).

Kaname Kuran, il vampiro carismatico e misterioso di Vampire Knight

Esistono tre tipi di personaggi Kuudere. Uno non modifica mai il suo atteggiamento silenzioso, calcolatore e parla in modo controllato e pacato. Un altro si scioglie, diventa più sicuro di sé e si svela una volta che entra in confidenza e quando si interessa davvero a qualcosa o a qualcuno mostrando così meglio la sua personalità. Infine c’è quello che caratterizza il personaggio con i suoi repentini cambi d’umore a seconda della situazione o della persona che ha di fronte.

Personaggi di serie manga e anime da citare come esempio possono essere Yuki Nagato de La malinconia di Haruhi Suzumiya, Kirito di Sword Art Online, Yasushi Takagi di Nana e Ciel Phantomhive di Black Butler.

Darudere

La parola “darudere” ha origine dalla fusione delle espressioni “darui” (“pigro”) e “deredere“. I Darudere sono personaggi con caratteristiche assimilabili ai Kuudere, ma a differenza di questi ultimi non sono perennemente freddi. Sono soliti mostrare le proprie emozioni, ma cambiano completamente quando si tratta di amore e amicizia. Diventano apatici, sembrano nascondere ciò che provano davvero, sono totalmente disinteressati a qualsiasi questione e spesso può capitare che ignorino chi amano o gli amici.

Queste caratteristiche caratteriali si possono riscontrare in Haruhi Suzumiya dell’omonima serie.

Haruhi Suzumiya

Dandere

Lo stereotipo Dandere è quello di una persona introversa, timida e riservata, con la tendenza ad isolarsi e sottrarsi dal centro della scena. Apparentemente fragile, sottomessa e schiva, di solito è visibilmente tranquilla ed educata, silenziosa e dolce, che non parla se non gli viene rivolta prima la parola.

A volte sembra senza emozioni e può risultare asociale perché è come se vivesse in un mondo tutto suo, ma diventerà simpatica e più loquace quando sarà con la persona giusta o in un gruppo in cui si sente a suo agio, svelando così che in fondo la sua è solo timidezza data da una bassa autostima e da un’insicurezza di fondo.

Kenma Kozume (Haikyuu!!) tanto introverso e assorto nei suoi pensieri da sembrare asociale, ma in realtà è un compagno di squadra affidabile e sincero

Solamente le persone fidate avranno il privilegio di entrare in confidenza con questi personaggi e di trarli fuori dal loro guscio di totale riservatezza. I Dandere mostrano un carattere più socievole ed espansivo solo con determinate persone, quelle con cui si sentono più affini e con le quali condividono gli stessi interessi.

Pur essendo persone molto timide e sensibili, i Dandere sono sempre personalità positive: riflessivi, empatici, saggi, dotate di grande forza d’animo e anche capaci di mostrare grande coraggio e determinazione quando la situazione lo richiede, come Yuki Nagato de La Malinconia di Haruhi Suzumiya e Ami Mizuno (Sailor Mercury).

Il termine deriva da danmari (“silenzioso”) e deredere ed indica caratteristiche estremamente simili al Kuudere. Tuttavia il fatto che parli poco o niente, sia sempre silenziosa e spesso in disparte, non può essere confuso con l’atteggiamento freddo della Kuudere, anche perché spesso la sua dolcezza è ben visibile nonostante la carenza di parole (Mio Akiyama di K-On!, Mikuru Asahina e Sawako Kuronuma di Kimi ni Todoke).

Sawako Kuronuma (Kimi ni Todoke)

Bodere

È un personaggio che combina la natura scontrosa delle Tsundere con la timidezza del Dandere. Di solito è timido nel confronti del sesso opposto e assume il carattere delle Tsundere per nascondere l’imbarazzo.

Nell’anime Woking!! è rappresentato da Mahiru Inami, mentre in Danganronpa lo stereotipo Bodere si può riscontrare in Toko Fukawa.

Mahiru Inami (Woking!!)

Hajidere

La parola “hajidere” ha origine dalla fusione delle espressioni “hajiru” (“essere in imbarazzo”) e “deredere“. Gli Hajidere hanno un carattere molto simile ai Dandere, ma più intenso. A differenza di questi ultimi però gli Hajidere si intimidiscono solo nei confronti di alcune persone. Oltre a rimanere in silenzio ed arrossire per l’imbarazzo, possono farsi prendere dal panico, arrivando a piangere, scappare o, in casi estremi, svenire. Si spaventano facilmente e la loro troppa emotività li porta a rannicchiarsi e a non riuscire a muoversi dalla paura.

In Naruto la classica Hajidere è Hinata Hyuga e in Fairy Tail è Aries.

Hinata Hyuga (Naruto)

Deredere

Deredere è lo stereotipo caratteriale meno sfaccettato e complesso. Un personaggio totalmente ottimista, socievole ed amabile verso tutti quelli che, amici o nemici, gli si presentano davanti nel corso della sua storia. Ricopre il ruolo di protagonista positivo, ma il suo essere praticamente senza conflitti interiori lo rende privo di sfumature.

Essendo il Deredere buono di natura, solare, trascinatore e privo di connotazioni negative, è sempre felice e positivo anche nelle situazioni più drammatiche. Le uniche pecche che gli si possono trovare sono una eccessiva ingenuità, una graziosa goffaggine e troppa sdolcinatezza da farli risultare troppo semplici.

Yui Hirasawa (K-On!): La tipica protagonista Deredere: allegra, dolce e un po’ svampita

Dorodere

La parola “dorodere” ha origine dalla fusione delle espressioni “dorodoro” e “deredere“. I Dorodere sono personaggi all’apparenza identici ai Deredere: spensierati, socievoli, dolci, gentili e sempre sorridenti ma, a differenza di questi, possiedono non poche ombre e conflitti interiori. Nonostante questo, difficilmente parlano agli altri personaggi dei loro problemi, preferendo tenerli nascosti come fa Minori Kushieda in Toradora!.

Minori Kushieda (Toradora!)

Bakadere

I Bakadere sono i personaggi solitamente molto maldestri e imbranati. Questa loro goffaggine aumenta quando prendono una cotta o si innamorano di qualcuno. Il termine nasce dall’unione di baka (“stupido“, “scemo“) e deredere. Sono persone socievoli e amabili, assomigliano molto ai Deredere ma al contempo sono molto infantili e a tratti immaturi oltre che impacciati. Si comportano quasi sempre come bambini come Umaru Doma di Himotou! Umaru-chan e Mashiro Shiina di The Pet Girl of Sakurasou.

Mashiro Shiina di The Pet Girl of Sakurasou

Boke

I personaggi Boke sono privi della desinenza dere e possono essere confusi con i Bakadere perchè sono allegri, divertenti e spensierati, ma non sono sciocchi come loro. Infatti si comportano da stupidi ma non è detto che lo siano. La mancanza della desinenza dere non li colloca direttamente tra le persone gentili e amorevoli, forse anche a causa della loro superficialità.

Spesso sono appassionati di sport o di qualcosa che gli permetta di stare con la testa fra le nuvole. Infatti solitamente preferiscono il piacere al dovere e per questo non si preoccupano più di tanto dei voti scolastici o della scuola in generale. In particolare il Boke maschio tende ad essere piuttosto frivolo e a tratti può diventare pieno di sé e spocchioso (Druitt in Black Butler).

I Boke sono socievoli, hanno molti amici e scherzano sempre, fanno spesso commenti stupidi, a volte imbarazzanti e per questo capita anche che vengano picchiati. Cercano sempre di tirare fuori il meglio dalle persone, dando spesso saggi consigli e sembrano quasi incapaci di provare sentimenti negativi. Infatti non amano arrabbiarsi o litigare (il Preside Kaien Cross di Vampire Knight). Spesso i Boke sono accompagnati da un personaggio Tsundere o Tsukkomi (come in Noragami, Yato con Yukki).

Yato di Noragami

Utsudere

La parola Utsudere ha origine dalla fusione delle espressioni “utsu” e “deredere“.

Gli Utsudere sono personaggi molto tristi, depressi praticamente ogni secondo della loro vita e spesso anche incompresi. Possono essere state vittime di bullismo, aver subito abusi psicologici o fisici o avere rapporti difficili in famiglia. Hanno spesso pensieri negativi anche sulle cose piacevoli che capitano loro, magari pensando che siano troppo belle per essere vere. Sono molto diffidenti e difficilmente si aprono alle altre persone. Benché le loro vite possano migliorare con l’andare del tempo, rimangono sempre prevenuti nei confronti di ciò che sta loro attorno.

Zero Kiryu (Vampire Knight)

Shundere

Gli Shundere sono depressi, antisociali, piuttosto introversi, non amano parlare alle persone e si tengono a distanza. Si aprono pian piano nei confronti della persona che amano come Mei Misaki in Another.

La taciturna ed introversa Mei Misaki (Another)

Altre tipologie

Hikikomori

Nel manga La mia Maetel il protagonista Shintaro Koizumi ha trent’anni e vive isolato nella sua stanza da quando a quindici anni ha perso la madre.

Lui è il classico esempio di Hikikomori. In Giappone, si usa il termine Hikikomori (segregati) per designare dei giovani che si sono autoconfinati per mesi o anni nella propria stanza, cercando livelli estremi di isolamento e confinamento. Il termine deriva dalle parole hiku (tirare) e komoru (ritirarsi) e letteralmente intende lo stare in disparte, il rinchiudersi in casa evitando qualsiasi rapporto con il mondo esterno o coinvolgimento sociale.

Shintaro Koizumi (La mia Maetel)

Purtroppo il fenomeno degli Hikikomori si è diffuso dal Giappone al resto del mondo. Molti giovani fanno questa scelta per fattori personali e sociali di varia natura, come il temere il giudizio degli altri e la paura di affrontare il mondo esterno.

Otaku

In Giappone con il termine Otaku si indicano le persone ossessivamente appassionate di manga, anime, videogiochi e altri prodotti ad essi correlati. In Occidente questo termine viene usato anche per individuare coloro che amano in modo smisurato tutto quello che proviene dal Giappone.

Gli Otaku giapponesi venivano sottoposti ad una forma di disapprovazione sociale perché erano considerati persone monomaniache o socialmente isolate. Con il passare del tempo però sono stati accostati a persone spesso bisognose di migliori relazioni umane e di una più corretta integrazione nel sociale. Vista l’apertura del Giappone verso gli Otaku, molti di questi stereotipi compaiono negli anime e nei manga.

Gli Otaku nei manga e negli anime

Una dimostrazione tangibile ne è il manga Genshiken, conosciuto in Italia con il titolo di Otaku Club, dove sono narrate le vicende quotidiane di un gruppo di Otaku universitari perfettamente normalizzati, con costanti contatti sociali e conducono una vita comune.

Nel manga umoristico La figlia dell’otaku, viene rappresentata la vita quotidiana di un otaku e sua figlia in un condominio popolato da interessanti vicini. Nell’anime josei Kuragehime (La principessa delle meduse) la protagonista Tsukimi è un’otaku ossessionata dalle meduse e non fa altro che disegnarle sognando di diventare un giorno mangaka.

Nella serie animata Love Stage!! il protagonista Izumi Sena è un otaku introverso e timido, grandissimo fan del manga/anime Magic Angel Lala-Lulu e si impegna per raggiungere il suo sogno, cioè quello di diventare un famoso mangaka pur non avendo un talento particolare nel disegno.

Una classica Otaku è Konata Izumi del famosissimo anime Lucky Star, accanita lettrice di manga, appassionata di anime e videogiochi. Un altro esempio è Umaru Doma protagonista dell’anime Himouto! Umaru-chan. Una liceale bella ed intelligente fuori casa ma che tra le mura domestiche diventa pigra e non fa altro che guardare anime, leggere manga e giocare a videogame.

Umaru Doma di Himouto! Umaru-chan

Fujoshi

Fujoshi è un termine dispregiativo (ragazza marcia), che caratterizza una ragazza appassionata ai Boy’s Love, storie manga che riguardano le relazioni romantiche omosessuali.

I protagonisti dello yaoi sono quasi sempre bei ragazzi androgini, che contribuiscono al fascino stesso del genere e per questo piacciono molto alle donne.

In Wotakoi: Love is hard for Otaku, Narumi Momose è una ventiseienne allegra, vivace ed espansiva. Appassionata di anime e manga è una vera Fujoshi in quanto fan accanita dello yaoi, mentre il suo ragazzo Hirotaka Nifujii è un Otaku di videogiochi.

Hirotaka Nifuji e Narumi Momose (Wotakoi: Love is hard for Otaku)

Dojikko

Dojikko (Doji “sbadataggine”, “goffaggine” e Ko “giovane ragazza”) è il tipico stereotipo della ragazza goffa, estremamente sbadata, paurosa, in grado di cadere inciampando sul nulla, sbattere ovunque, far cadere ciò che sta trasportando e scordarsi qualsiasi cosa.

Per i giapponesi non è ridicola ma carina. Infatti questo suo essere sempre con la testa fra le nuvole, la rende un personaggio moe e quindi parecchio apprezzato perché se è goffa lo è in modo grazioso.

Mentre nelle opere occidentali la goffaggine può essere usata per rendere più umana un’eroina, negli anime la Dojikko è spesso protagonista, anche se a volte è un personaggio di contorno usato soprattutto perché ha un buon seguito di fan. Risulta carina, gentile, innocente e mostra sempre il suo lato positivo; tutte qualità che fanno innamorare il pubblico maschile.

Mikuru Asahina de La Malinconia di Haruhi Suzumiya

La goffaggine di una Dojikko fa sì che quando questa si manifesta, non è chi l’ha causata ad esserne colpita ma chi le sta intorno (la classica scena del pallone da pallavolo che colpisce in faccia il protagonista di tanti anime scolastici).
Sono Dojikko Mina Aino (Sailor Venus), Usagi Tsukino (Sailor Moon) e Hanataro di Bleach anche se è un maschio.

Megane Danshi e Meganekko, ragazzi con gli occhiali

Con i termini Megane danshi (ragazzi) e Meganekko (ragazze) si indicano quei personaggi giovani la cui caratteristica fisica più appariscente sono gli occhiali.
Questo per rendere il personaggio più attraente proprio grazie alla montatura che porta in viso, ma il tutto può arrivare anche a sfociare in un vero e proprio feticismo per gli occhiali.

Sakamoto (Sakamoto desu ka?)

I personaggi Meganekko sono spesso considerati perdenti o topi da biblioteca e per questo molte volte è anche lo stereotipo tipico dei capoclasse.
La terminologia viene da “megane” che vuol dire “occhiali” mentre “ko” sta per “ragazza”.
I protagonisti maschili corrispondenti vengono chiamati semplicemente Megane, Megane Otoko o Meganedanshi.

Di solito questi personaggi hanno anche specifiche caratteriali, che seguono certi canoni.
Sono persone silenziose e tranquille, intellettuali, quasi mai leader, anzi a volte sono quelli che manovrano dietro le quinte. Spesso possono apparire arroganti ma con maniere garbate, è il loro modo di nascondere una feroce determinazione, mancanza di scrupoli e durezza d’animo.
Non può essere però associato ai personaggi taciturni poiché quelli rientrano più che altro nella categoria Kuudere (Yuki Nagato in La malinconia di Haruhi Suzumiya).

Yuki Nagato (La malinconia di Haruhi Suzumiya)

Nel caso di ragazze spesso considerate moe, sono studentesse modello, timide e tranquille, magari elette rappresentanti di classe perché apprezzate dai compagni.

Orekko e Bokukko

Orekko e Bokukko sono personaggi femminili forti e sicure di sé, determinate ed indipendenti, quelle ragazze che nel parlare di loro stesse usano le locuzioni “ore” e “boku” (pronome personale “Io”). Solitamente queste locuzioni sono considerate prettamente maschili e quindi poco aggraziate per una signorina (che invece dovrebbe preferire “atashi“, come succede a Ritsu Tainaka di K-On!). Di conseguenza tali personaggi sono spesso considerati dei maschiacci anche se tendono solo a nascondere una certa dose di femminilità come Makoto/Sailor Jupiter.

Mako Hino (Sailor Jupiter)

I motivi dell’uso del pronome personale “boku” e “ore” possono essere vari. A volte effettivamente il personaggio è una ragazza mascolina, o per qualche motivo non conosce il modo di parlare educato e femminile (per esempio le ragazze allevate solo dal padre come Ryunosuke in Lamù o Ukyo in Ranma 1/2.

Capita che questo modo di parlare mascolino venga usato anche per rendere oscuro il sesso di un personaggio come Haruka/Sailor Uranus e Kuukaku di Bleach che usa “ore” per riferirsi a sé stessa.

Il bello come stereotipo

Moe

Con il termine ormai conosciutissimo Moe si indicano gli stereotipi che hanno uno pseudo-amore eccessivo per alcuni personaggi di fantasia e per le loro relative personificazioni.

L’etimologia del termine è sconosciuta e ormai il suo uso è diventato molto generico, arrivando a indicare oltre a tutto ciò che si reputa grazioso, anche la semplice passione per qualcosa.

Moe diventa così un modo semplice per apostrofare personaggi considerati carini, affascinanti, attraenti e teneri. In particolare le ragazze, dette Moekko (cioè “ragazze moe“) hanno gli occhi grandi, sorridono sempre, hanno tanti capelli e se portano gli occhiali vengono definite Meganekko, ragazze considerate molto kawaii.

Di solito questi personaggi sono anche puri, innocenti, ingenui, vergognosi, introversi e difficili nell’aprirsi con le persone del sesso opposto. Ne è un esempio Mikuru Asahina della serie anime La malinconia di Haruhi Suzumiya.

Un esempio eclatante di Moe è la famosa idol virtuale Miku Hatsune.

Miku Hatsune, la tipica Moe graziosa e attraente

Kawaiiko

Il personaggio Kawaiiko è quello della ragazza “kawaii“, cioè “carina“, con comportamenti infantili o ingenui anche artefatti. In questo particolare caso viene detta anche Burikko, cioè “falsa ragazzina carina“, quella che esagera fino a limiti estremi questo modo di fare.

Le ragazze giapponesi tendono a comportarsi come se fossero più piccole perché questo nel loro Paese viene considerato molto attraente. L’essere “kawaii” è evidente nel vestiario e nell’aspetto, nel modo di parlare, nel riferirsi a sé stessa in terza persona, nell’atteggiamento puerile e nell’uso di nomignoli o soprannomi e del suffisso –chan con tutti.
Esempi Kawaiiko sono Azusa Shiratori (Ranma 1/2) e Akira Kogami di Lucky Star.

Azusa Shiratori (Ranma 1/2)

Bishonen

Anche Bishojo/Bishonen indica bellezza e gioventù, un canone estetico tipicamente giapponese. Entrambi sono i classici personaggi di bell’aspetto con tratti delicati androgini o effemminati.

Usui Takumi del manga shojo Maid-Sama!

Le Bishōjo hanno caratteristiche estremizzate ai limiti del cliché, con le parti anatomiche eccessive e personalità esagerate. Il prefisso bi (“bello”) si riferisce specificamente alla bellezza femminile, a una bella donna.

Più complessa è la figura maschile del Bishonen che incarna l’ideale del giovane amante. Gli occidentali utilizzano questo termine per riferirsi a qualsiasi bel personaggio maschile.

Il Bishonen viene ritratto negli anime shōjo, shōnen’ai e soprattutto negli yaoi come Yukina Kou, uno dei personaggi del manga Sekai Ichi Hatsukoi. Questi tipi di ragazzi piacciono molto al genere femminile perché hanno un aspetto più dolce e passionale. Anche il loro comportamento tende ad essere più romantico e protettivo e non nascondono i loro sentimenti e le loro debolezze.

Yukina Kou (Sekai Ichi Hatsukoi)

Onee-sama/Ojou-sama

Onee-sama/Ojou-sama sono quei personaggi femminili che oltre ad essere delle Bishojo (“bellissime ragazze”) hanno anche personalità, carisma, intelligenza e femminilità al di fuori degli standard. Risultano assolutamente perfette, al punto che hanno l’ammirazione di tutti e spesso anche le ragazze stesse sono attratte da loro. A scuola in alcuni casi le Onee-sama/Ojou-sama vengono definite “idol della scuola” o “dee”.

Ojou

Letteralmente è una parola giapponese formale che sta per “signorina”, ma il termine Ojou viene in genere utilizzato negli anime quando si parla di personaggi femminili di alta classe.

Pacifica di Scrapped Princess

Tale termine non deve essere confuso con Oujo, che significa “principessa” (letteralmente “figlia del signore”).

Ojou fa riferimento a personaggi femminili ricchi e/o aristocratici, oppure a studentesse molto popolari o con un carattere spiccato, che hanno però un modo di fare arrogante e da dominatrice.

Una caratteristica del personaggio è la tipica risata altezzosa e sghignazzante, a volte con la mano davanti alla bocca, mentre fisicamente è caratterizzata da un taglio di capelli particolare come i “boccoli regali”.

Un esempio è Reeika Ryuuzaki in Jenny la tennista, conosciuta come “Madame Butterfly” per lo stile di gioco elegante e simile allo svolazzare delle farfalle. Ѐ figlia del presidente della federazione tennistica giapponese e si comporta praticamente come una vera e propria diva utilizzando molte delle frasi tipicamente Ojou.

Reeika Ryuuzaki (Jenny la tennista)

Himedere e Oujidere

Assimilati agli Ojou, si trovano gli stereotipi Himedere e Oujidere. In questo tipo di personaggi la componente “deredere” può indicare o una bontà d’animo di fondo o un atteggiamento improvvisamente amorevole verso un altro personaggio che, per qualsiasi motivo, è da essi percepito come “di pari livello”.

Himedere, aggettivo composto da Hime (principessa) + Deredere (“amorevole”, “tenera”) definisce il profilo caratteriale di una ragazza che percepisce se stessa come naturalmente superiore agli altri e come tale pretende di essere trattata, ovvero servita e riverita come una vera e propria principessa. Caratteristiche immancabili delle Himedere sono la presunzione, il narcisismo e la tendenza a impartire ordini agli altri percepiti come inferiori e sottoposti.

Oujidere (Ouji “principe”) è esattamente il corrispondente maschile: pieno di sè, vanitoso e con la tendenza a schiavizzare gli amici e a disprezzare gli avversari. Gli Oujidere sono rivali molto diffusi negli anime/manga sportivi.

Il “complesso di superiorità” di cui Himedere e Oujidere sono afflitti li rende quasi sempre personaggi negativi o antagonisti. A volte possono rivestire anche il ruolo di comprimari involontariamente comici.

Tatewaki “Aristocrat” Kuno (Ranma ½): Tipico esempio di antagonista oujidere che si rivela sostanzialmente un comprimario comico

Stereotipi di coppia

Seme e Uke sono due termini che vengono usati per designare i due componenti di una coppia soprattutto yaoi e yuri, ma spesso anche hentai. Entrambi i termini hanno origine dalle arti marziali, in particolare all’interno della relazione maestro-discepolo intercorrente tra i samurai.

Rappresentano rispettivamente il soggetto “attivo/dominante” (seme, da semeru, cioè attaccare) e quello “passivo/sottomesso” (uke, da ukeru, cioè accettare). Se l’Uke è più remissivo e impacciato, il Seme prende l’iniziativa ed è dominante non solo a livello fisico, ma anche dal punto di vista caratteriale.

La regola dell’altezza

Un personaggio Uke è riconoscibile grazie al suo aspetto fisico. È più basso e infantile, con un volto dai tratti gentili, spesso effeminati e con occhi grandi, soprattutto nel caso di coppie yaoi. È in netta contrapposizione quindi al personaggio Seme, più alto, più maturo e protettivo, con lineamenti più duri e decisi rimarcati dai capelli corti, dal mento forte, dagli occhi piccoli, decisamente più mascolino.

Takano Masamune e Onodera Ritsu (Sekai Ichi Hatsukoi)

Il tratto distintivo che ha dato vita a quella che nel fandom è conosciuta come la “regola dell’altezza”, è appunto legato a questo requisito, soprattutto nello yaoi. In base a tale caratteristica, di solito il personaggio più basso in una coppia è identificato come Uke, mentre il personaggio più alto rappresenta il Seme.

Se questa distinzione era valida soprattutto in passato, con il trascorrere del tempo si è sviluppata la tendenza a distinguere Seme ed Uke non più soltanto in base al loro aspetto esteriore, ma anche in base alla loro relativa personalità. Si dà ora più importanza al loro modo di pensare e di agire, ai comportamenti e ai loro stati d’animo e più in generale a tutto ciò che è indice di una personalità più (Seme) o meno (Uke) forte/predominante.

La diversa personalità

Generalmente nei manga viene fatto sì che il lettore si identifichi più con l’Uke; è lui infatti quasi sempre il protagonista della storia ed è colui che riceve le attenzioni romantiche e sessuali del Seme. Questo è caratterizzato anche da un alone di mistero che spesso li accompagna e che lo rende così un personaggio decisamente intrigante.

La personalità dunque è diventata un elemento molto importante per definire Seme o Uke un determinato personaggio. Solitamente il Seme viene riconosciuto per contrapposizione con quello Uke, motivo per il quale non esistono dei veri e propri stereotipi Seme, mentre è possibile elencare i diversi tipi di Uke esistenti. Uno degli Uke più comuni è rappresentato da un personaggio giovane, spesso infantile, ingenuo, insicuro e che si imbarazza facilmente, praticamente l’opposto del Seme di turno. Un esempio che rivela in maniera chiara tale stereotipo è rappresentato da Aoyagi Ritsuka di Loveless.

Esempi di personaggi Seme sono invece Haruka Tenoh di Sailor Moon in ambito yuri e Agatsuma Soubi di Loveless, in ambito yaoi.

Il travestitismo

Il tema del travestitismo è diffuso soprattutto nei manga per ragazze (ad esempio La principessa Zaffiro o Lady Oscar), che trovano affascinanti questi personaggi ambigui, capaci di battersi in duello ma anche di non nascondere debolezze e sentimenti.

Lady Oscar

Trap o Torappu

Trap o Torappu quei personaggi di cui non si capisce bene il sesso. A volte è una donna che si veste da uomo oppure semplicemente non si capisce se è un uomo o una donna e a volte si trasforma.

Aoi Hyoudou di Maid-Sama!

Loli e Shota

A volte nel travestitismo vengono inseriti anche gli stereotipi Loli e Shota, ma si tratta più che altro di riferimenti al mondo della moda, come nel caso dello stile gothic lolita. Un classico esempio è Misa Amane di Death Note.

Loli e Shota sono personaggi giovanissimi e di bell’aspetto spesso vestiti in modo particolare. Il termine Shota indica i ragazzi carini dall’aspetto infantile. Loli trae origine dalla parola “Lolita” e si riferisce in modo generico a tutti i personaggi femminili non adulti che hanno però alcune caratteristiche specifiche, in particolar modo il seno piccolo o quasi inesistente, ma sono adorabili e carine. Alcuni maschi, soprattutto gli otaku, sono particolarmente affascinati dalle ragazze loli e per questo sono detti Lolicon (da “Lolita Complex“).

Taiga Aisaka (Toradora!)

Bifauxen

Bifauxen sono personaggi femminili omosessuali e non, rappresentati sempre con un aspetto affascinante e il più delle volte androgino. Per questo vengono scambiate sempre per dei ragazzi e potrebbero benissimo rubare il cuore a povere fanciulle innamorate. Il loro vestiario il più delle volte è maschile o comunque non troppo femminile. Si possono trovare in diverse situazioni, per esempio nelle scuole femminili. Spesso queste ragazze sono molto brave negli sport e sono tormentate da tanti piccoli problemi di cuore come Oscar François De Jarjayes, la protagonista di Lady Oscar e Haruka Tenou (Sailor Uranus).

Haruka Tenou (Sailor Uranus)

Stereotipi meno conosciuti

Nadeshiko e Miko

Nadeshiko rappresenta la moglie ideale, si prende cura della casa, le piace cucinare, è abile a rammendare, conosce perfettamente il galateo e spesso ama la cultura tradizionale giapponese (Kasumi Tendo in Ranma½ ).

Kasumi Tendo (Ranma½)

Miko sta per “sacerdotessa“. Si tratta di giovani ragazze che comunicano attraverso spiriti o creature sovrannaturali, come Rei Hino in Sailor Moon.

Rei Hino (Sailor Mars)

Genki

Genki (“energico“) è un aggettivo che indica un personaggio espansivo e casinista, in pratica l’opposto del personaggio Kuudere. Alcuni possono trovarlo irritante, mentre altri lo considerano divertente. Il Genki è un incredibile ottimista che crede in se stesso e sprizza vitalità da tutti i pori. Con le persone è molto socievole, tende a farle sempre sorridere, parlando tanto e creando un’atmosfera molto allegra (Hinata Shōyō di Haikyuu!!, Minori Kushieda (Toradora!), Haruhi Suzumiya e Kyoko Toriwa (Full Metal Panic).

Hinata Shōyō di Haikyuu!!

Chuunibyou

Chuunibyou abbreviato in chūni (letteralmente sindrome della seconda media) è un termine slang che si riferisce a quegli individui che credono di avere poteri che nessuno ha. Spesso questi poteri sono legati all’occhio o al braccio e chi pensa di possederli si comporta in modo arrogante, cinico ed egocentrico non sapendo di risultare completamente ridicolo e patetico. Questo modo di agire e pensare si riscontra soprattutto negli adolescenti (Rikka Takanashi di Chūnibyō demo koi ga shitai!), ma talvolta anche negli adulti.

Rikka Takanashi (Chuunibyou)

Donkan

Donkan è quel personaggio completamente incompetente in materia sentimentale. Non recepisce e non capisce le avances di qualunque natura a lui rivolte. Può essere un genio, ma non riuscirà mai a capire che una persona è attratta da lui o da lei, a meno che non vi sia una dichiarazione esplicita dei sentimenti provati. Le persone attorno a questi personaggi possono provare a fare di tutto senza avere mai la sicurezza di essere capiti pienamente.

Haraguro

Haraguro sono personaggi dalla doppia personalità: una umana (normale, insospettabile); l’altra disumana e psicopatica, ma che viene sempre ben nascosta. Rivelano il lato oscuro di sé solo quando sono da soli o quando qualcuno li coglie in flagrante (Light Yagami in Death Note e Sebastian Michaelis in Black Butler).

Sebastian Michaelis (Black Butler)

Sukeban

Sukeban è una tipologia esclusivamente femminile. Si tratta di ragazze delinquenti ma in particolare di leader di un gruppo. Questo stereotipo non è raro ma è poco conosciuto. Un chiaro esempio è Osoro Shidesu la rivale di Ayano nel gioco Yandere Simulator e anche nel libro A Yandere Story.

Osoro Shidesu

Hetare

Il personaggio Hetare, è un individuo senza spina dorsale, in senso figurato. Un individuo incapace di prendere le decisioni e tanto più di prenderle in tempo. A volte viene preso in giro dagli altri per questo suo carattere e considerato un perdente, ma solitamente non cambia e il suo atteggiamento resta immutato fino alla fine della storia (Nishiki Nishio di Tokyo Ghoul). Di solito è un termine usato verso le figure maschili ma non mancano anche quelle femminili.

Nishiki Nishio di Tokyo Ghoul

Hentai e Sukebe

Hentai (“anormale” “pervertito“) è un aggettivo che indica un tipo di personaggio fuori dagli schemi che cerca sempre le donne ed è raffigurato spesso con il sangue dal naso. Nel campo degli anime e dei manga si usa sempre questo termine per indicare un personaggio pervertito ma che molti adorano, può essere ad esempio un Boke.

Sukebepervertito” “sporco” “maleducato” indica quei personaggi per lo più maschili, incapaci di trattenere i propri ormoni e si ritrovano quasi sempre in situazioni assurde (spiano ragazze alle terme, leggono riviste porno, inciampano tra i seni delle donne…). È un termine più dispregiativo di Hentai ed è utilizzato per quei soggetti adulti il cui desiderio sessuale si spinge agli estremi. Viene rappresentato a volte da un vivace vecchietto (Happosai in Ranma½ o il Maestro Muten di Dragonaball).

Maestro Muten di Dragonaball

Realismo degli stereotipi

Sicuramente quelli menzionati non sono tutti gli stereotipi esistenti, ma i più conosciuti attraverso i manga e gli anime. Sarebbe infatti un’impresa titanica voler identificare tutte le sfaccettature che incasellano in una categoria un personaggio. La grande varietà di stereotipi nei manga e negli anime ha fatto sì però che tutti trovino uno o più personaggi in cui identificarsi o in cui riconoscere qualcuno.

Vengono proposti caratteri meno “ideali” di quelli dei cartoni animati occidentali e che sono molto più vicini alla multiformità delle persone. Anche se alcune caratteristiche sono volutamente forzate, si riesce a comprendere la reale natura di questi protagonisti, che altro non è che quella che si riscontra tutti i giorni nella gente. Non ci sono principi o principesse, ma persone vere che tutti possono riconoscere nel compagno di scuola o nel collega d’ufficio.

I personaggi hanno desideri, scopi, aspirazioni, pensieri contrastanti che spesso cambiano nel corso della storia, come succede nella vita di tutti i giorni.

Sono depositari di queste dinamiche e forse, più di altri mezzi narrativi o di altre forme di comunicazione odierne, hanno saputo stabilire un contatto intimo con il loro pubblico.

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