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Come si scrive “sakura” in giapponese, e perché si scrive così

Ciliegi sakura in fiore di notte

Indice contenuti

Cosa impareremo

La stagione della fioritura dei ciliegi si è appena conclusa: così in Giappone la primavera volge al termine. Mentre gli ultimi petali scompaiono dai giardini e dai sentieri urbani, cogliamo l’occasione per imparare qualcosa di nuovo: come si scrive il kanji per sakura nella lingua del Sol Levante?

In questo articolo impareremo a “leggere” il carattere usato per sakura (桜). Una volta che avremo finito parleremo anche un po’ più approfonditamente di storia della scrittura.

Il motivo per cui è stato scelto uno specifico carattere per indicare i sakura ha la sua bellezza, e capirla ci renderà facilissimo ricordarlo in futuro.

Il kanji per sakura in giapponese

Per scrivere la maggior parte delle parole il giapponese usa i “caratteri cinesi”[1], detti kanji, e in un testo li abbina a due sillabari (i kana). Questi vengono utilizzati per scrivere molte cose, come le particelle grammaticali e anche alcuni vocaboli.

sakura in giapponese kanji

Sfruttando quest’occasione esporremo alcuni principi che ci aiuteranno anche con tutti gli altri kanji. Infatti ciascuno di questi segni grafici segue regole ben precise, sia nella sua composizione a partire da altri caratteri (detti radicali) che nella scrittura di ogni singolo tratto. Iniziamo dando uno sguardo a quello che ci interessa ora:

sakura in giapponese kanji
“Sakura”

Bello, vero? Il problema è che le stesse qualità estetiche per cui risulta gradevole alla vista lo rendono difficile da ricordare. Di solito infatti non siamo abituati ad analizzare le immagini, mentre usando l’alfabeto sappiamo come ridurre ogni parola in parti più semplici (le lettere).

Qui però si può fare qualcosa di simile: tutto si semplifica se scomponiamo il kanji in parti più elementari. Sapendo perché ciascuna di quelle parti è stata scelta per rappresentare la parola riusciremo anche a ricordare il carattere nell’insieme!

Perciò osserviamo che succede col kanji per sakura (桜): fortunatamente ogni parte è lì per un motivo. Iniziamo cambiando font, usandone uno più semplice. Passiamo da quello dell’immagine sopra, che imita il pennello, a uno stile più essenziale che si usava in passato per la stampa a blocchi:

kanji sakura in giapponese
“Sakura”

Abbiamo tre componenti da analizzare, allora le cerchiamo per individuarle in modo chiaro:

radicali del kanji per sakura
Componenti del kanji

Primo radicale

Nello scrivere il kanji il componente cerchiato in blu è il primo in ordine, per questo iniziamo da lui chiedendoci: “Perché?”.

kanji per sakura radicali
Primo radicale

Questa parte raffigura un alto tronco con dei rami che se ne dipartono: rappresenta perciò un albero. Intuitivo, no? Infatti “sakura” indica sia i fiori che gli alberi (privi di frutti) su cui sbocciano.

Questo primo radicale che compone il kanji per sakura ha quattro tratti: qui sotto mostriamo l’ordine (e la direzione) con cui si devono scrivere.

radicale albero a lato
Ordine dei tratti

Secondo radicale

Passiamo alla sezione in alto a destra:

Secondo radicale

Qui il giapponese ci sta nascondendo delle informazioni. Infatti in passato questa parte si scriveva in modo più complicato:

Vecchia forma del kanji

Preso da solo, 貝 è il kanji per “conchiglia”, ma due affiancati simboleggiano una collana. In tempi antichi, infatti, le conchiglie sono state usate per i primi gioielli, prima che gli uomini fossero in grado di estrarre le gemme e i metalli preziosi dalla roccia. Non ci sorprende quindi che il carattere per “collana” venga usato per indicare qualcosa di bello come i fiori di ciliegio.

A un certo punto, però, anche il Giappone ritenne che il vecchio modo di scrivere fosse troppo lungo e complicato, perciò semplificò la parte in alto a destra. Nacque così il kanji usato oggi, dimostrandoci che anche gli antichi ogni tanto preferivano fare certe cose in modo approssimato ma rapido. Un po’ come dire: “Sì, avete capito cosa voglio dire con quei tre tratti…”.

La forma tradizionale è ancora oggi usata per scrivere alcuni cognomi.

Ordine di scrittura kanji
Ordine di scrittura

Anche se è solo un trucco per aiutare la memoria, può essere utile pensare ai tre tratti in alto come a tre petali di ciliegio che cadono, trasportati dalla brezza primaverile.

Terzo radicale

Occupiamoci infine della porzione in basso a destra, e concludiamo la spiegazione.

Kanji sakura terzo radicale
Terzo radicale

Da solo, 女 è il kanji per “donna”, e nasce come disegno di una figura umana elegantemente inginocchiata, in tipico stile giapponese, con le mani unite. È una rappresentazione un po’ astratta, ma non ci vuole molto per riconoscere ancora le gambe, le braccia e il collo della dama.

Da chi poteva essere indossata una preziosa collana se non da una signora elegante?

Ordine dei tratti

Il primo tratto in questo caso merita un po’ d’attenzione: la penna (o il pennello) arrivata a metà percorso cambia direzione, che passa da in basso verso sinistra a in basso verso destra, senza senza alzare la punta dal foglio.

Conclusione

Abbiamo visto che il kanji per sakura (桜) mette insieme i caratteri “albero, collana, donna”.

Per ricordare il carattere possiamo pensare che siano stati scelti questi tre come componenti perché i cinque petali del fiore di ciliegio formano una splendida collana attorno al centro del fiore.

Fiore di ciliegio

Ora che sappiamo perché si scrive così, il kanji per sakura dovrebbe farci molta meno paura, anche se, avendo 10 tratti, non è tra i caratteri più veloci da scrivere. Del resto, però, anche in italiano (usando lo stampatello) per scrivere “sakura” o “ciliegio” ci vogliono almeno 8 tratti di penna!

Un altro suggerimento: se ricordi più facilmente la parte in alto a destra come petali che cadono, invece che come collana molto semplificata, puoi immaginare una donna seduta per rilassarsi sotto un albero di ciliegio, magari durante uno hanami.

Alla fine il modo in cui ricordi un carattere deve adattarsi al meglio a te, e dipenderà da cosa ti è più facile memorizzare!

Nota del traduttore: etimologia del kanji per sakura

In questo articolo abbiamo presentato una tecnica utile per imparare il kanji, con un approccio mnemonico, dando cioè un’interpretazione del carattere che fosse semplice da ricordare e da associare al suo significato.

Questa interpretazione però non rispecchia per forza l’evoluzione storica del carattere, cioè i motivi che ne hanno realmente determinato la forma. Questi motivi possono rivelarsi anche piuttosto complicati, e magari non essere tanto di aiuto per imparare il kanji.

Possono dare tuttavia una strada alternativa per memorizzarlo: certe volte l’etimologia risulta anche, secondo me, la via migliore per riuscirci.

Per questo, e anche per illustrare principi validi per tutti i kanji, vi propongo l’etimologia vera e propria di 桜 (sakura). In ogni caso da qui in poi le cose si complicheranno un po’, perciò siete stati avvisati!

Etimologia di 桜 (sakura)

Prima di tutto: una parte di quello che abbiamo detto sopra corrisponde anche all’etimologia di 桜. Infatti la vecchia forma del carattere era proprio 櫻. Inoltre il primo radicale, “albero” (木), sta lì per ricordarci che i ciliegi sono appunto alberi.

Per proseguire col resto del carattere dobbiamo ricordarci che i kanji vennero importati in Giappone dalla Cina, secoli fa. Nacquero dunque per scrivere il cinese, e non il giapponese. Sarà il cinese a darci le indicazioni utili nel nostro caso, infatti.

Il secondo passo che ci serve è capire un altro principio con cui si creano nuovi caratteri, mettendo insieme quelli più elementari. Questo principio è dare indicazioni fonetiche, cioè dare indicazioni sulla pronuncia del nuovo carattere usando alcuni dei suoi componenti.

Vedremo che il nostro kanji (櫻) ci fornisce un perfetto esempio per illustrare questo passaggio. L’unica accortezza è che la pronuncia a cui faremo riferimento è quella cinese.

Quanto detto finora ci consente dunque di andare avanti. Come dicevamo, la parte sinistra di 櫻 rappresenta un albero. La parte destra invece è un altro carattere, che ha l’unico scopo di indicare la pronuncia corretta. In questo caso si tratta di 嬰, pronunciato “yīng” in cinese mandarino:

yīng

Il significato di “嬰” qui non ha nessuna importanza: quel che conta è solo che “ciliegio” (in cinese) si pronuncia esattamente allo stesso modo!

kanji per sakura tradizionale
yīng

Vediamo così che il pezzo a destra del kanji per sakura ha in realtà solo una funzione fonetica. Per un cinese questo fatto può anche aiutare a ricordare il carattere, senza dubbio, ma per chi parla giapponese (o chi vuole impararlo senza affiancarlo al cinese) le cose non sono altrettanto semplici. In effetti in questo caso particolare probabilmente l’indizio fonetico si perde completamente anche per un giapponese.

Ciò però significa che la nostra immagine di una collana di petali attorno al fiore è una creazione degna di un madrelingua, intento a imparare il kanji in assenza di indizi fonetici! Rassicurante, no…?

Siamo arrivati alla fine di questa breve incursione nella storia dei kanji.

È comprensibile a questo punto sentirsi un po’ perplessi. In effetti tutto ciò che riguarda la pronuncia dei caratteri tende ad avere un certo livello di caos, in giapponese, ben più che in cinese. Ciò è dovuto a secoli di storia nell’adattare un sistema di scrittura straniero alla lingua del Sol Levante.

Non è una difficoltà insormontabile, ovviamente! La strada che consiglio di seguire è di non preoccuparsene all’inizio, se si vuole studiare la lingua. Parola dopo parola le pronunce verranno da sole.

Fonti: SoraNews24, YellowBridge

Note

[1] ^ “Kanji” significa letteralmente “carattere cinese”. Nell’articolo usiamo “caratteri cinesi” per riferirci al sistema di scrittura nel complesso, usato sia in Cina che in Giappone, e non per indicare i caratteri effettivamente usati in lingua cinese. Si tratta di due cose diverse, perché ad esempio alcuni kanji sono stati creati e usati solo in Giappone. Altri ancora hanno cambiato forma o significato dopo che furono importati.

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