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Intervista ai creatori di Food Wars!

Food Wars! intervista ai creatori

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Dopo sette anni di deliziose battaglie culinarie da far invidia perfino a Masterchef, Food Wars! Shokugeki no Soma sta per raggiungere la sua conclusione. Il prossimo appuntamento con l’anime è ad aprile 2020 con la quinta stagione; ma prima di allora togliamoci qualche curiosità con l’intervista al produttore dell’anime Noriko Dohi e ai creatori del manga, lo scrittore Yūto Tsukuda e l’illustratore Shun Saeki.

Food Wars! intervista ai creatori

Quante ricerche avete fatto per la creazione dei piatti nel manga?

Yūto Tsukuda: Ogni settimana io, Saeki e il nostro editore ci incontravamo appositamente per questa minuziosa ricerca. Abbiamo preso in considerazione moltissimi piatti, avendo così a disposizione una vastissima scelta di opzioni raccolte in una sorta di libreria. Così, in base alla piega assunta dalla trama, andavamo a consultare i piatti precedentemente selezionati per trovare quello giusto per il personaggio e per la storia.

Come produttore, quale pensi sia il fattore chiave per trasportare il fascino di Food Wars! dal manga all’anime? E cosa hai imparato lavorandoci?

Noriko Dohi: Secondo me l’attrattiva di Food Wars! risiede principalmente nelle battaglie culinarie e nella comicità. È proprio l’alternanza tra sfide intense e il suo lato comico a creare quel fascino che contraddistingue la storia. Durante il processo creativo dell’anime, ho ritenuto fondamentale sottolineare questi due pilastri. Solitamente quando si cucina non sembra di essere nel pieno di un film d’azione. Non si vedono i movimenti vibranti e frenetici di chi sta cucinando, e noi volevamo davvero enfatizzare questo aspetto attraverso le animazioni. Per quanto riguarda la comicità, abbiamo deciso di evidenziare il carattere allegro e brioso dei personaggi.
Mentre ciò che ho imparato lavorando a questa serie è che il tema del cibo interessa persone da ogni parte del mondo.

Cos’hai pensato avvicinandoti all’arco conclusivo del manga, e quali sono state le maggiori difficoltà nel decidere il finale?

Tsukuda: Ovviamente si pensa sempre se il finale scelto possa soddisfare pienamente i fan o al contrario deluderli. (Attenzione spoiler) Quello che sto per dire potrebbe essere uno spoiler per chi non è a pari col manga. Ho sempre voluto concludere la serie con il matrimonio tra Erina e Shoma, ma è stato davvero difficile non farlo sembrare una forzatura. Perciò ho dovuto riscrivere quella parte non so quante volte prima di esserne soddisfatto, e spero che lo siano anche i fan.

C’è un personaggio di Food Wars! che avresti voluto approfondire maggiormente?

Tsukuda: Mi sarebbe piaciuto approfondire meglio Rindo. Non avrei mai immaginato che potesse diventare così popolare! Onestamente vorrei scrivere una storia con Rindo come protagonista, mostrando la sua personale lotta per raggiungere i vertici battendo gli altri chef.

Food Wars! intervista ai creatori: Rindo

Soma ha una confidenza in se stesso unica che gli permette di stabilire relazioni solide con facilità. Qual è stata l’ispirazione dietro questo aspetto del suo carattere?

Tsukuda: Inizialmente volevo creare un personaggio che si accostasse bene allo stile di Saeki, un personaggio che potesse mandare le donne in visibilio con le sue abilità in cucina. Così ho pensato ad un ragazzo tenace che ci mette tutto se stesso per affinare la propria arte. Infatti lui è più ammaliato dalla cucina che dalle ragazze. Per questo il suo carattere da cavaliere disinteressato è il risultato della mia volontà di renderlo un ragazzo affascinante agli occhi delle ragazze.

A cosa ti sei ispirato nella creazione del variopinto gruppo di avversari di Soma?

Tsukuda: Negli shonen manga l’ultimo gruppo di nemici che il protagonista deve affrontare è sempre uno dei maggiori cliché sia per chi scrive che per chi legge. In un vecchio manga di cucina, Chuuka Ichiban, nella sfida finale troviamo moltissimi chef dai poteri soprannaturali. Per esempio, uno di questi usa un coltello di ghiaccio per preparare i suoi piatti, e se qualcuno dovesse toccarlo rimarrebbe congelato. Ho così voluto mantenere questo aspetto sovrumano per l’arco conclusivo.

Soma ha vinto molte volte il titolo di personaggio più popolare dell’anno anche all’estero. Quali sono state le vostre reazioni alla sua crescente popolarità fuori dal Giappone?

Tsukuda: È grandioso! A volte sento addirittura gente fare delle comparazioni tra Goku e Soma. E lo capisco perché entrambi non hanno mai paura di affrontare un nuovo avversario.

Dohi: Credo fermamente che Soma sia la chiave del successo della serie, in quanto dà quel tocco di spensieratezza in più anche quando la situazione diventa seria, evitando così che il lettore o lo spettatore sia sopraffatto dall’angoscia. Con Soma ci si può sempre rilassare.

Food Wars! vi ha ispirati a cucinare di più o in modo più teatrale?

Saeki: Ho sempre adorato cucinare. Quando ero all’università cucinavo sempre, ma ora non più.

Tsukuda: Anche per me è lo stesso. Quando il manga ha iniziato ad essere serializzato mi divertivo a cucinare. Ma ora che il lavoro occupa gran parte della mia vita, non riesco più a farlo. Anche se in questi giorni sto pensando di ricominciare.

Dohi: Io continuo a cucinare, e con la messa in onda della serie ho iniziato a riprodurre i piatti cucinati da Soma e poi postavo le foto. È stato molto apprezzato da molti fan, anche quelli oltreoceano, ed ero davvero entusiasta! Ma non ho riprodotto proprio tutti i piatti come quello a base di carne di orso.

Tsukuda: Wow, non pensavo nemmeno che alcuni di quei piatti si potessero cucinare davvero.

Quindi hai iniziato col mix micidiale di burro di arachidi e polpo?

Food Wars! intervista ai creatori: polpo al burro d'arachidi

Dohi : Certamente!

Era commestibile?

Dohi : Sì, era commestibile e Matsuoka-san (il doppiatore di Soma) l’ha pure mangiato per me.

Tsukuda: Anch’io l’ho fatto e devo dire che è proprio il burro di arachidi a determinare la buona uscita o meno della ricetta. Se ne scegliete uno non troppo dolce, andrà tutto bene. Per quanto riguarda la consistenza non c’è una grandissima differenza, anche se preferisco quello fluido.

Che difficoltà hai riscontrato nel rappresentare nel manga “l’estasi da cibo” e la bontà dei piatti?

Saeki: Rappresentare il sapore di un cibo attraverso disegni e dialoghi è stato davvero complesso, specialmente per i cibi speziati. Così ho cercato di enfatizzare il linguaggio del corpo per trasmetterlo. Poi ci sono dei momenti in cui preferisco soffermarmi di più sulla comicità dell’assaggio, piuttosto che sottolineare i sapori. Il mio obiettivo è proprio quello di far ridere i lettori.

Qual è stata la vostra reaction preferita?

Saeki: Ovviamente il Cavolo Magico.

Dohi: Potresti chiedere a chiunque e avrai sempre la stessa risposta: Cavolo Magico.

Tsukuda: Abbiamo preso spunto da Sailor Moon e dalle Precure, e posso dirvi che è stata un’idea di Saeki. Volevo rappresentare Dojima come una ragazza magica, e lui mi ha detto “Allora perché non averne cinque?”.

Saeki : Adoro vedere le sequenze di trasformazione in serie come Sailor Moon, per questo sapevo che per avere una scena di quel calibro, dovevamo avere delle bellissime ragazze. L’unico problema è l’uomo muscoloso proprio nel centro della formazione.

Food Wars! Magical Cabbage

Solitamente la separazione tra chi scrive e chi disegna è una caratteristica più associata al fumetto occidentale. Questo tipo id collaborazione si sta diffondendo anche in Giappone? E che dinamica c’era tra voi due?

Tsukuda: Con gli anni questo tipo di collaborazione sta prendendo sempre più piede in Giappone, tanto che ultimamente sul mercato ci sono prodotti del calibro di The Promised Neverland e Dr. Stone. Per quanto riguarda la mia scelta dietro a questo progetto, è legata al voler mostrare al mondo l’abilità di Saeki. Questo è stato un punto cruciale del nostro duo fin dall’inizio.

Saeki: Per quanto mi riguarda non ho le capacità narrative di Tsukuda, quindi dal nostro incontro è nata una sorta di alchimia che ha dato vita a questo progetto.

C’è qualcosa che vi dà fastidio dell’altro?

Tsukuda: Mi sa tanto che Saeki si arrabbi quando sono troppo lento col materiale.

Saeki: No no, mai! Non c’è niente che mi dia fastidio nel lavorare con Tsukuda, in quanto siamo entrambi motivati a creare qualcosa di unico. Possiamo sempre parlarci chiaramente grazie alla passione che ci unisce, e nessuno dei due ha paura di confrontarsi.

Food Wars! è stata la vostra prima collaborazione?

Tsukuda: Sì per quanto riguarda il lavoro, però già ci conoscevamo dai tempi dell’università: Saeki era un mio senpai. Mi dà sempre delle indicazioni chiare in quanto è un tipo molto razionale. Per questo le sue critiche sono sempre ben accette, poiché so che sono dettate dalla ragione e non dall’emozione.

Avete intenzione di lavorare insieme ancora?

(Tsukuda e Saeki si danno il cinque)

Tsukuda: Assolutamente, stiamo giusto parlando dei nostri piani futuri in questi giorni.

Non vediamo l’ora. Se poteste avere un personaggio di Food Wars! come vostro chef personale, chi scegliereste?

Tsukuda: Megumi. La sua cucina è incentrata sul cibo casalingo, per cui ha un sapore molto piacevole e delicato. Così con l’avanzare dell’età, non mi dovrò preoccupare che il cibo sia troppo piccante o speziato. Se assaggiassi qualcosa preparato dagli altri chef, potrei morire di euforia!

Saeki: Io preferisco qualcosa di più eccitante, per questo sceglierei Rindo! Lei saprebbe trovare nuovi modi di cucinare cibi che non mi sarei mai sognato di mangiare. Così vivrei anche più a lungo, in quanto non mi annoierei mai!

Dohi: Io sceglierei sicuramente Kojiro Shinomiya. La ragione? I suoi piatti sono molto salutari. La sua cucina si ispira a quella francese, e usa molto le verdure. Però c’è un’altra ragione… è davvero un personaggio sadico, e riuscire a fargli fare tutto quello che voglio sarebbe ancora più divertente.

Risposta molto azzeccata per un produttore.

Tsukuda: (Ride) Non importa chi tu sia, se hai uno chef alle tue dipendenze puoi fargli fare qualunque cosa.

Saeki: Come seconda opzione direi Mimasaka Subaru. Così, se in un ristorante dovesse piacermi un piatto particolare, lo manderei in cucina per imparare a riprodurlo alla perfezione.

Cosa ne pensate della popolarità globale che la serie ha raggiunto, rispetto ad altri manga sulla cucina?

Saeki: Secondo me la sua popolarità è dovuta alla strabiliante abilità di Tsukuda di creare una trama solida e personaggi ben caratterizzati. Inoltre un altro fattore cruciale è dato sicuramente dall’attenzione per le battaglie culinarie, che fa della serie uno shonen.

Tsukuda: Per quanto riguarda il genere, ci sono davvero molti manga culinari per un pubblico più maturo, non shonen ma seinen. La maggior parte di questi titoli sono pensati per passare il tempo, con trame molto blande, ideali da leggere sul treno. Ma analizzando la storia dei manga culinari, ci sono molti shonen, come Shouta no Sushi, e penso che la gente sia da sempre attratta da storie di cucina.

Dohi: In Giappone il genere culinario è molto comune, per questo penso che la gente continuerà a seguirlo anche per i prossimi venti o trent’anni.

Anche il cast di Food Wars! è molto internazionale.

Tsukuda: Questo aspetto è molto importante per me. Volevo che i lettori si approcciassero a cibi e culture di diverse nazionalità. Mi piacerebbe che una volta adulti, i miei lettori inizino a viaggiare e ritrovare piatti che avevano visto da piccoli solo nel nostro manga.

Qualcuno vi ha mai detto che la sua vita o il suo approccio al cibo è cambiato grazie a Food Wars!?

Tsukuda: Molti fan mi hanno scritto per dirmi che grazie a Food Wars! hanno deciso di intraprendere la carriera da chef, e alcuni ce l’hanno addirittura fatta! Questo mi rende davvero felice!

Avete una ricetta preferita della serie, e perché?

Dohi: Sapevo che questa domanda sarebbe arrivata, così mi sono preparato e ho chiesto a tutti i nostri collaboratori. Lo staff ha adorato i piatti a base di riso (siamo giapponesi semplici). Oltre al riso, tutti hanno amato l’omourice ripieno di risotto al curry.

Tsukuda: Per me è stato indubbiamente il laska curry di mezzanotte, un curry scuro e puzzolente ricavato dal kusaya, un piatto tradizionale giapponese. Vorrei davvero assaggiarlo per provare il contrasto tra il suo fetore e il suo sapore delizioso.

Laska curry di mezzanotte
Laska curry di mezzanotte

Saeki: La mia scelta non è ancora apparsa nell’anime… è il piatto cucinato da Somei Saito, un sushi vermiglio a base di tonno e mabuho. Quello deve essere veramente squisito. Solo il pensiero mi fa venire l’acquolina in bocca!

Ora che il manga e l’anime stanno per finire, qual è stata l’esperienza che vi ha colpito di più in questo percorso?

Tsukuda: Ora che mi ci fai pensare, mi sa che questo viaggio (Crunchyroll Expo) sia l’esperienza più rilassante e divertente da quando ho iniziato a scrivere Food Wars! Sono sette anni che penso sempre al manga, indipendentemente che stia facendo altro. Quindi ora sto cercando di capire cosa ci sia stato di divertente finora.

Saeki: Per quanto mi riguarda la serializzazione su Jump è stato un sogno. Solo il pensiero di lavorare a un progetto così duraturo è elettrizzante, questo era il mio sogno nel cassetto e l’ho realizzato.

Dohi: Per me è ancora troppo presto per parlare di ricordi speciali relativi a questo progetto, perché a differenza del manga l’anime è ancora nel pieno della programmazione. Infatti appena ritornerò in Giappone ci sarà l’inferno ad aspettarmi.

Il vostro amore per la cucina nasce da qualcosa in particolare?

Dohi: Dai miei genitori. Mio padre è uno chef, e sono cresciuto con la consapevolezza della gioia di creare piatti speciale per gli altri.

Saeki: Anche per me mio padre è stato l’inizio di tutto. Solitamente i genitori preferiscono cucinare qualcosa di semplice ai loro figli, come gli hamburger. Ma non mio padre… lui era così appassionato di cucina che usava gli ingredienti più disparati, come i ricci di mare. A lui piaceva cucinare cibi che si combinassero perfettamente con l’alcol, e a volte mi faceva assaggiare questi piatti da adulti che faceva per sé. Dunque mio padre ha avuto un grande impatto sul mio amore per la cucina e la voglia di sperimentare nuovi sapori.

Tsukuda: Quando ero bambino vivevo in un piccolo paese nella prefettura di Fukuoka. Per l’università mi sono trasferito a Osaka, dove ebbi la possibilità di assaggiare tantissime varietà di cibi diversi. Questa abbondanza culinaria mi ha fatto capire che la cucina casalinga di mia mamma era davvero unica.

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