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Nana: storia di una profonda amicizia

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Questo articolo vuole celebrare NANA – RELOADED EDITION, la recente riedizione del capolavoro senza tempo della maestra Ai Yazawa.

Molto probabilmente la serie è stata ristampata perché le precedenti edizioni erano super esaurite e i fan ne chiedevano da tempo una nuova. La Reloaded si differenzia per le traduzioni riviste, le copertine di colore viola acceso con effetti metal e la scritta NANA in rilievo.

Se proprio si vuole trovare un lato negativo, quello sta nel prezzo più elevato dei volumi rispetto alla precedente edizione Collection. E forse nell’assenza di pagine a colori, cosa in cui penso tutti speravano.

Josei o Shojo?

NANA nasce come manga josei (pensato cioè per un pubblico femminile che ha superato la maggiore età). Viene però etichettato come
shōjo per il fatto di essere stato pubblicato in una rivista specializzata in quel genere.

È un manga serio che tratta relazioni con sentimenti più veri e non idealizzati, attraverso un linguaggio misurato, senza eccessi e con rappresentazioni più esplicite. Per questo è considerata un’opera più matura, con temi attuali e spesso delicati.

Nana è stato pubblicato per la prima volta in Giappone sul mensile Cookie, edito dalla Shūeisha, dal maggio 2000. Nel 2002 ha vinto il premio Shogakukan per i manga nella categoria shōjo. In Italia La Planet Manga ha pubblicato l’edizione Collection a partire da luglio 2002 ed il successo è stato immediato.

La mia edizione Nana Collection
Picture © Elena Paoletta

Dal manga all’anime

Come sempre succede per molti manga così ben articolati è arrivata la trasposizione in serie televisiva anime. Questo è uno di quei casi in cui è molto difficile stabilire quale delle opere sia riuscita meglio. Senza dubbio tutte e due sono rimaste nel cuore di molti fan. Ormai sono molti anni (forse troppi) che si aspetta con ansia un nuovo e definitivo capitolo di
Nana (ナナ).

La serie animata è stata trasmessa sul canale MTV alle ore 15.00 nel corso del 2007, facendomi capire la differenza tra “anime” e cartoni animati. Ricordo con piacere i pomeriggi trascorsi a guardare la serie aspettando con ansia l’episodio successivo.

La serie anime

Fin dalle prime puntate Nana mi ha colpita, ho percepito qualcosa di profondamente diverso rispetto al solito già visto e l’ho amata subito. Dopo un po’ ho letto il manga, curiosa soprattutto di sapere se la storia originale avesse avuto un finale diverso.

La serie animata è trasposta in modo da essere uguale alla storia dei ventuno volumi del manga, almeno fino al dodicesimo. Ne sono stati ricavati quarantasette episodi con un finale che non può essere considerato proprio tale. Infatti, a causa di gravi problemi di salute dell’autrice, non è mai stato portato a termine definitivamente.

La stessa autrice ha dichiarato più volte di non sapere se o quando ne riprenderà la lavorazione. Oltre al disegno, Ai Yazawa ha sviluppato anche una grande passione per la moda. Dai suoi disegni è facilmente intuibile la cura per i dettagli dell’abbigliamento spesso con frequenti richiami alla stilista Vivienne Westwood.

Ciò che colpisce di più in Nana è che si è facilmente coinvolti sia dai personaggi che dalle loro storie, riconoscibilissime nella nostra realtà. L’inizio della vicenda è semplice e apparentemente felice, ma poi tutto si riconduce alla realtà della vita, di questo mondo e di come gli esseri umani pensano e agiscono nelle difficoltà. Quella realtà che ti obbliga a prendere delle decisioni anche se a volte sono dolorose.

Tutti gli episodi si aprono e si chiudono con riflessioni personali molto introspettive:
«Nana…ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate? Lo sai, io sono il tipo che crede fermamente nel destino, quindi sono assolutamente convinta che il nostro incontro sia stato voluto dal fato. Ridi pure se vuoi…»

È così che ha inizio la storia di Nana

Ambientata nel Giappone contemporaneo, presenta le vicende di due ragazze appena ventenni accomunate dallo stesso nome e dall’uguale decisione di trasferirsi a Tokyo. Nana Komatsu è un’entusiasta della vita e Nana Osaki è una ragazza di una band punk, i Black Stones.

Nella vita di tutte e due ricorre spesso il numero sette, che in giapponese si pronuncia appunto nana.
Le due giovani prendono lo stesso treno diretto a Tokyo ed è lì che si conoscono. Separatesi alla stazione, si incontreranno successivamente per caso in un appartamento che entrambe hanno intenzione di affittare: il 707.

Collage by Elena Paoletta

Decideranno di essere coinquiline e di dividere insieme la vita quotidiana.
Nana Osaki è a Tokyo per tentare la carriera di cantante professionista. Ren Honjō, il ragazzo che ama, ha lasciato i Black Stones ed è già da due anni nella capitale. Ha debuttato con una nuova band pop-rock, i Trapnest.

Nana Komatsu ci va inizialmente per raggiungere il suo ragazzo Shoji, con la scusa di volersi iscrivere anche lei all’Accademia delle Belle Arti che lui già frequenta. Il vero motivo però è che vuole staccarsi dalla sua famiglia per diventare una donna indipendente.

Le protagoniste

Il punto forte di Nana sono i personaggi e i sentimenti che questi provano, specialmente le due protagoniste.

Nana Komatsu

Nana Komatsu (NANA) realizzato da © Elena Paoletta

Nana Komatsu ha sempre cercato di intrecciare relazioni durature, ma per motivi diversi queste poi sono sempre finite male. La sua ultima vicenda amorosa con un uomo più grande e sposato è per lei difficile da dimenticare.

Quando si tratta di uomini è sempre calcolatrice ma allo stesso tempo cede al sentimento perché è una sognatrice. Non si capisce se è per sfortuna o se è per il suo modo di porsi, a volte troppo infantile e volubile, che risulta agli occhi di molti una ragazza facile con cui divertirsi.

È una ragazza carina e semplice, è solare e tenera, vivace e socievole, estroversa e sempre allegra, che però sembra un po’ frivola ed immatura. In realtà è solo molto romanticamente sensibile e questo la rende facile da manipolare. Forse è un po’ insicura, sbadata, troppo premurosa, gentile e facile all’innamoramento e questo suo atteggiamento la porta a fare spesso scelte sbagliate.

Riesce con facilità a farsi amare e benvolere da chi le sta accanto perché, anche se spesso è capricciosa ed egoista, allo stesso modo è affettuosa e di lei ci si può sicuramente fidare. Per questo viene sempre protetta e sostenuta dalle persone che le vogliono bene e che insieme a lei trovano sempre la voglia di sorridere.

La sua amica le dà il soprannome Hachi da Hachiko, il famoso cagnolino giapponese simbolo di fedeltà e termine che indica il numero otto, per distinguerla da lei.

Nana Osaki

Nana Osaki (NANA) realizzato da © Elena Paoletta

Nana Osaki è molto diversa dalla sua omonima, è bella e affascinante, calma e riservata. In apparenza risulta una ragazza dura, fredda e distaccata, più decisa e sicuramente più matura rispetto alla sua amica, perché è dovuta crescere in fretta. In realtà nasconde una forte fragilità che le deriva dal suo triste passato. Ha il cuore spezzato e non riesce a far venire fuori ciò che lei realmente prova.

È indipendente perché ha dovuto sempre cavarsela da sola, per questo ha sviluppato un’incredibile ambizione che la determina nelle scelte. Resta però bloccata nei sentimenti e ciò la rende introversa e schiva. Ha una sorta di scudo: il suo giubbetto di pelle nero, caratteristico del suo stile punk, che le dà un senso di protezione.

Nana è una ragazza razionale ma allo stesso tempo sensibile. Si circonda di un alone misterioso e spesso si isola per difendersi, per tenere a distanza gli altri ed evitare così di soffrire nuovamente.

Ha lasciato i Black Stones (abbreviati spesso in Blast) ed è partita, portando con sé solo un pacco di sigarette e una chitarra. Tutto per inseguire il suo sogno, quello di diventare una cantante professionista. Il nome della band viene da una marca di sigarette che, a quanto pare, non le piacciono particolarmente anche se ne fuma molte.

La convivenza: inizio di un legame intenso

I Blast si ricostituiranno a Tokyo quando tutti i componenti raggiungeranno lì Nana e diventeranno rivali dei Trapnest, dove suona Ren.
Le vicende di Nana si snodano quindi tutte intorno a queste due band e ai loro componenti, agli intrecci e ai tormenti che ognuno di loro si porta dietro.

La convivenza delle due ragazze non risulterà semplice all’inizio poiché presentano caratteri, stili e gusti completamente diversi. Hanno vissuti diametralmente opposti, così come completamente differente è il loro modo di fare e di esprimere i propri sentimenti. Questa loro differenza caratteriale le trascina spesso in divertenti battibecchi.

Ciò nonostante vivendo e condividendo la vita quotidiana, impareranno a conoscersi meglio e a volersi bene. Riusciranno ad instaurare una bellissima amicizia che le aiuterà ad affrontare insieme momenti di sconforto e difficoltà che si presenteranno nel corso della loro storia.

Riusciranno a creare un legame profondo e sincero che le porterà a non poter fare a meno l’una dell’altra. Nana diventerà quasi “possessiva” verso Hachi, risultando a tratti oppressiva nei suoi confronti, tutto per paura di perderla. Ciò che scatena in Nana questi sentimenti è il timore opprimente di soffrire di nuovo. Lei desidera fortemente avere un po’ di stabilità affettiva e sentirsi finalmente accettata:

«Ho imparato che non ha importanza quanto e come si ama, tutti noi, uomini e donne, viviamo le nostre vite da soli. Non ha senso volersi appropriare di qualcuno, e nonostante lo sappia, a volte me ne dimentico ancora. Purtroppo non posso fare a meno di pensarci e mi sento così sola e triste».

Il messaggio che arriva

Guardando la serie animata o leggendo il manga, si intraprende un viaggio introspettivo con se stessi. Si è portati a riflettere molto sullo sviluppo della storia determinato di volta in volta dalle scelte e dalle azioni dei vari personaggi.

Ognuno di loro ha un proprio passato, un suo carattere e un punto di vista diverso, quindi viene naturale immedesimarsi in quello che sentiamo a noi più vicino. Si riescono a cogliere le sfumature caratteriali per farle proprie e percepire molte affinità con loro.

Nel corso della storia vengono mano a mano evidenziate tutte le varie fragilità, i diversi sentimenti e le emozioni contrastanti che a volte non riescono a capire neanche gli stessi personaggi. Oltre alla malinconia ci sono però anche tanti bei momenti divertenti passati insieme che rafforzano e rendono unica quell’amicizia tra le due protagoniste.

Nana e Hachi trasmettono tante belle emozioni e tanta tenerezza. Il loro rapporto è speciale: un’amicizia vera e rara, difficile da trovare e da mantenere. Una di quelle che incontri una volta nella vita o forse mai e che diventa con il tempo una grande forma d’amore.

Nana vede in Hachi ciò che le è sempre mancato: la dolcezza e la spensieratezza, la gioia di vivere, soprattutto il calore e l’affetto di una famiglia. Hachi ammira Nana per la sua forza e determinazione nel voler inseguire il suo sogno.

Se ci rendiamo conto che l’amicizia è importante solo quando rischiamo di perdere la persona a cui siamo legati, lo stesso vale quando dopo tanto tempo la rivediamo e capiamo quanto sia importante per noi il valore della sua presenza.

Una storia di rivincita personale all’inseguimento dei propri sogni, lottando per ciò che si desidera, per trovare la strada giusta che possa finalmente condurre alla felicità. Cuori infranti dove tutto non è o bianco o nero, ma dove esistono diverse sfumature e motivazioni per ogni cosa. Soprattutto è la storia di un’amicizia speciale, un legame che tutti vorremmo avere.

Live Action

L’enorme successo della serie portò alla realizzazione di due film live action nel 2005, con una trama molto simile a quella dell’anime e del manga, anche se nel primo film la storia è più concentrata sul personaggio di Nana Osaki, mentre nel secondo su quello di Nana Komatsu.

Il finale è nuovo, poiché il manga si interrompe al ventunesimo volume, ma è anche diverso dalla serie anime che non chiariva bene alcuni aspetti comprensibili solo a chi aveva letto il manga.
Per l’ultimo film è stata trovata una soluzione alternativa che chiude la storia nel miglior modo possibile, cercando soprattutto di non scontentare i numerosissimi fan.

In Italia indubbiamente ha avuto più successo la serie animata; i film live action sono usciti solo in DVD, con gli stessi doppiatori dell’anime, ad eccezione del personaggio di Ren e questo emoziona tantissimo soprattutto chi ha già visto la serie animata.

Nel film sono state ricreate le atmosfere e le ambientazioni, in particolare quella dell’appartamento 707 che è molto fedele all’originale. Riascoltare le stesse voci dei doppiatori dell’anime rende sicuramente vivi sullo schermo i personaggi disegnati incarnandoli in persone vere.

Collage by Elena Paoletta

Quando la musica determina un successo

Degna di nota è la colonna sonora di questi due film: Mika Nakashima, l’attrice/cantante molto somigliante a Nana Osaki, che infatti sembra essere uscita direttamente dall’anime. Lei riesce a dare alle canzoni dei Blast un tono personale molto punk, come in Glamour Sky, canzone scritta dalla stessa autrice Ai Yazawa e da Hyde, componente dei L’Arc-en-Ciel uno dei gruppi musicali alternative-rock di maggior successo in Giappone.

Le canzoni dei Trapnest sono invece un po’ più dolci, con una melodica più lenta e comunque di tutti i brani delle due band sono state fatte diverse cover.

In Nana è naturale che la musica abbia un ruolo fondamentale visto che le vicende ruotano intorno a due band.

Collage by Elena Paoletta

Le sigle, sia di apertura che di chiusura dell’anime, sono tutte canzoni originali e per me è stata una vera sorpresa sentirle in giapponese.

Dopo anni abituata a sigle televisive rese in italiano allegre e spensierate, queste musiche pop-rock-punk originali ed orecchiabili, come Rose cantata nell’anime da Nana Osaki, mi hanno affascinato e avvicinato in modo impressionante al mondo di Nana. Ho così potuto apprezzare un genere musicale proposto in modo completamente nuovo per me.

Tutte le musiche, anche quelle di sottofondo, caratterizzano la serie e marcano i pensieri più profondi di Nana o di Hachi:
«Se fosse possibile azzerare questa vita piena di errori e ripartire da capo, a cominciare da quale momento correggeresti i tuoi sbagli? Io comincerei dalla notte di neve in cui ci siamo conosciute. Sei l’unica cosa del mio passato che non voglio cancellare».







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