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The Tatami Galaxy: recensione

the tatami galaxy recensione

E se avessimo avuto una gigantesca opportunità davanti ai nostri occhi per tutto questo tempo? The Tatami Galaxy (四畳半神話大系) è una serie animata tratta dall’omonimo romanzo di Tomihiko Morimi, che ha unito gli sforzi della casa di produzione Madhouse e il regista Masaaki Yuasa, due nomi certamente già noti.

Andato in onda nel 2010 per la prima volta, l’anime vince poi l’anno successivo il primo premio al Japan Media Arts Festival nel settore animazione, grazie alla propria espressività. Nel 2015 è reso disponibile in Italia sulla piattaforma di streaming gratuita VVVVID.

L’illusione di una vita rosea

rosea vita al campus

Le trama altro non è se non l’epopea – che di galattico non ha proprio nulla – del nostro protagonista senza nome durante gli anni universitari. Da brava matricola è ignaro di ciò che lo aspetta e anzi, le sue speranze risiedono in una molto vicina rosea vita al campus. I suoi desideri dovrebbero così esaudirsi in concomitanza della sua entrata (che poi diventeranno molteplici quanto diverse) in un club universitario, hobbistico o sportivo che sia.

La maggior parte di questi 11 episodi descrivono una crisi esistenziale che suppongo tutti, prima o poi, abbiamo attraversato. Le aspettative nella nostra mente sono molto lontane dalla realtà, abbiamo deluso qualcuno (o noi stessi), non ci sentiamo all’altezza, abbiamo decisamente fatto delle scelte sbagliate. Ma come reagire? Si può premere il tasto rewind e vedere “cosa sarebbe accaduto se…”?

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Il protagonista di The Tatami Galaxy – che chiameremo Watashi, ovvero “io” in giapponese – manca decisamente di mordente. Risulta pigro, goffo, pessimista e spesso inconcludente. Insicuro come pochi. Il mondo che vi prende forma è plasmato dal cinismo, dove ognuno è pronto a farlo soccombere. Un costruttore di immagini idilliache, un escapista che ama sostituire le tristi esperienze del quotidiano con mondi fittizi e illusori. Sempre insoddisfatto, nulla riesce davvero a ottenere la sua compiacenza.

In ogni episodio saremo accompagnati da una parlantina esageratamente veloce, una coscienza delirante e una persona che vive in modo completamente passivo. D’altro canto, i fallimenti sociali e sentimentali di Watashi saranno ravvivati dai colori sgargianti, il character design iconico e lo stile quasi pop art dei disegni, che renderanno il tutto molto più… galattico.

Uscire dall’universo dei 4 tatami e mezzo

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Il modo in cui è stata costruita la trama è a dir poco stuzzicante, così da far abbandonare la nave agli spettatori più pigri e meno attivamente svegli. Posti dei punti fissi nella narrazione, Watashi tornerà sempre indietro e compirà scelte differenti per ottenere svariati risultati, anche se non del tutto consciamente. Districata la matassa e in dirittura d’arrivo, acquisendo volta per volta consapevolezza, ci troveremo di fronte al palese significato dell’anime, e quindi della storia stessa.

Un volo pindarico apparentemente ripetitivo, perciò quasi infinito. Il suo simbolismo contiene le inesauribili possibilità della vita, che però risultano nulle se ci si chiude in casa fisicamente, così come nella nostra mente. Cercare di spiegare un mondo esterno attraverso un filtro illusorio e plasmarlo da sé non serve, non è la realtà.

E se avessimo avuto una gigantesca opportunità davanti ai nostri occhi per tutto questo tempo? Quanto sarebbe stupido non provare nemmeno a coglierla? Rischiamo di essere felici. Rischiamo di essere soddisfatti. Rischiamo.

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