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Intervista: il compositore Yoshihiro Ike si racconta

Yoshihiro Ike

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Con oltre 100 soundtrack per anime, film, serie tv, e videogiochi prodotti dal 1995, anno del suo debutto, ad oggi, Yoshihiro Ike è sicuramente uno dei più prolifici compositori giapponesi. La sua carriera nel mondo dell’animazioni cominciò nel 2000, quando compose la colonna sonora per Blood: The Last Vampire.

Invitato come ospite onorario all’Anime Expo 2019, Ike ha tenuto il suo primo concerto internazionale dal titolo Yoshihiro Ike: Anime Soundtrack World. I fortunati hanno così avuto la possibilità di poter viaggiare con la musica di questo eccelso compositore. Tra i pezzi più famosi ricordiamo quelli tratti da Dororo, Tiger & Bunny, Saint Seiya: Legend of Sanctuary, Shingeki no Bahamut, B: The Beginning.

Prima della sua esibizione, Yoshihiro Ike si è intrattenuto con i giornalisti spiegando il suo approccio alla composizione e la sua esperienza nell’industria musicale giapponese.

Ormai è nel settore da più di vent’anni e ad un certo punto si è ritrovato a scrivere circa 12 soundtrack all’anno. Come si organizza per scrivere così tanti pezzi? Cerca di approcciarsi a un lavoro alla volta?

Lavoro sempre a più progetti contemporaneamente. Più o meno ne porto avanti tre alla volta. Proprio ora mi sto dedicando a due lavori.

C’è un particolare genere di musica o di storia per la quale preferisce comporre?

Ora direi di no, ma ripensando a 10 anni fa, mi sono concentrato particolarmente su semplici storie d’amore. Ultimamente, sembra che questo tipo di trama non sia più particolarmente apprezzato come una volta, oppure vengono semplicemente ingaggiati altri compositori. Nonostante ciò mi piace ancora comporre per questo genere.

Molti critici e fan credono che l’animazione possa catturare dettagli che non possono essere rappresentati nei live-action. Questo come la influenza nella composizione di musica per gli anime?

Difatti questo incide notevolmente sui film live-action, in quanto la nostra creatività viene limitata; inoltre il Giappone non ha una grandissima tradizione cinematografica. Al contrario, nel mondo dell’animazione tutto è possibile. I personaggi possono avere superpoteri, volare; i disegnatori sono in grado di disegnare facilmente strane creature, navicelle spaziali, insomma tutto quello che vogliono. La portata della storia è decisamente così vasta da lasciar campo libero alla nostra fantasia.

Ci farebbe un esempio di cosa produrrebbe per un anime e non per un film live-action?

Beh, come ho detto prima la produzione di film live-action rispetto agli anime è differente in Giappone. Se devo comporre per un film live-action non opterei mai per un pezzo orchestrale su vasta scala, ma per l’animazione sì, lo userei senza esitazione. Potrebbe non essere inerente alla domanda, però vorrei vedere una riduzione del gap tra live-action e anime.

Nell’industria dell’animazione, ai compositori viene spesso chiesto di produrre una soundtrack prima che la produzione dell’anime sia conclusa. Quali problemi possono sorgere per questo?

Solitamente mi confronto sia con il produttore che con il regista per capire con quale tipo di sensazione vogliamo lasciare il pubblico una volta conclusa la visione della storia. Quindi discutiamo su come riuscirci, e se non abbiamo immagini chiare dal copione e dallo storyboard, usiamo la nostra immaginazione per comporre qualcosa.

Per l’adattamento di vecchi anime come Dororo o Asura, viene influenzato dalle opere originali?

Per quanto riguarda Dororo, ho visto l’anime originale quando ero piccolo e mi era davvero piaciuto. Questo lavoro è stata una nuova esperienza. Avevo già un’idea chiara nel momento in cui scoprì del remake. Così mi sono presentato alla casa di produzione e mi sono candidato come loro compositore.

Quindi è lei che si è fatto avanti alla casa di produzione quando ha saputo del remake?

Eh sì, caso vuole che il produttore sia uno dei miei amici, e mentre stavamo parlando di Dororo, mi confidò di dover lavorare al remake. Così ho preso la palla al balzo e mi sono offerto.

Parliamo della sua prima performance internazionale. Come ha fatto a scegliere quali pezzi proporre in uno spettacolo come questo?

È stato duro scegliere, ci sono davvero tantissimi brani. In più, bisogna ottenere il permesso dalla casa di produzione per un concerto del genere. Per questo, per prima cosa, ho scelto i lavori per le case di produzione con cui ho un rapporto molto stretto. In secondo luogo, ho scelto le colonne sonore che mi sembravano più adatte all’evento.

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