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One-Punch Man: lo schiaffo allo shōnen

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Il manga che ha saputo far divertire il mondo con il suo ribaltamento dei canoni tradizionali: la seconda stagione sarà intrisa di una critica ancora più sofisticata.

È il 2009 quando il webcomic di ONE raggiunge l’apice. Un’apoteosi delineata dalle 10 milioni di visite dei lettori curiosi che volevano imbattersi in questa opera esplosiva e dissacratante.

ONE verrà poi contattato da Yūsuke Murata, in quell’incontro fortunato che ormai è leggenda. Da quel momento si forma un binomio solidale e perfetto: una trama sorprendente unita a disegni spettacolari.

L’essere umano è forte perché può cambiare!

Saitama

Il manga esplode e l’anime lo porta ad una consacrazione ancora più grande, grazie alla sua irriverenza e al suo inaspettato capovolgimento di tutti i valori. Il seinen parodico ha la forza di gettare nel vuoto tutte le certezze canonizzate negli standard shōnen del momento e di creare un prodotto geniale.

Filosofia

ONE mette in scena un’opera che noi tutti, almeno una volta, abbiamo idealizzato: l’avventura di un individuo potentissimo, apparentemente incontrastabile, che ha abbattuto tutti gli ostacoli con un durissimo allenamento, la cui vita, tuttavia, scende iperbolicamente nel baratro della noia.

La volontà di ONE non è quella di concentrarsi sulla potenza del protagonista, ma sullo stato di noia che pervade colui che ha raggiunto la massima compiutezza.

Dietro la storia di Saitama c’è il mondo autobiografico dei due artisti. Imprimendosi nella narrazione (scritta e disegnata) con elementi privati, fanno capire la loro natura spontanea, monotona ed estremamente comune.

L’ambivalente preludio di One-Punch Man però è imperniato di una tristezza che fa risplendere i due autori.

Gli autori

ONE: pieno di fantasia e creatività, il suo rapporto con il disegno è sempre stato ambiguo. Ha consumato più di 50 quaderni per creare storie avvicenti e geniali che, tuttavia, ha sempre dovuto tenere nascoste a causa dei genitori. Il trauma è scaturito con l’ideazione di Middle-Aged-Man Man, personaggio che ha generato turbinio in famiglia e disappunto nei genitori, che reputavano l’arte del manga un’inutile perdita di tempo. Dopo aver abbandonato definitivamente il disegno, ONE si imbatterà nel mondo del webcomic, dove partorirà i suoi due personaggi più iconici, nonché suoi alter-ego agli antipodi. Mob, di Mob Psycho 100, è un comunissimo ragazzo che vorrebbe sopprimere i suoi superpoteri telecinetici. Saitama, di One-Punch Man, è un normalissimo ragazzo che, a causa della sua straordinaria potenza in grado di abbattere qualsiasi nemico, ma galleggia nella noia perpetua.                   
Yūsuke Murata: Si è sempre distinto per le sue doti eccezionali nell’ambito del disegno. Allievo di Takeshi Obata, disegnatore di Death Note, le sue tavole presentano un realismo unico, una dedizione e minuzia di fondo straordinarie. Il suo talento si è manifestato subito con un concorso tenutosi per la creazione di alcuni nemici di Mega Man. Poi, ha iniziato a brillare con Eyeshield 21, grandiso spokon in collaborazione con Riichiro Inagaki e presentato sulle pagine di Jump. Prima dell’incontro fatidico con ONE, imperversava in una situazione precaria e dolorosa. Venne colpito, infatti, da una lancinante orticaria che lo costringeva a letto e iniziò a pensare che fosse arrivato il suo momento. La sua mente, tuttavia, restava lucida e continuava a rincorrere il desiderio ardente che da poco si era instaurato in essa: illustrare quel manga che si era letto in una notte sola, One-Punch Man. Oggi sta bene: continua a deliziare i fan con tavole strepitose e a tenere live in cui disegna e intrattiene il pubblico.

Il seinen di ONE e Murata ha immediatamente fatto capire i suoi valori intrinsechi: nel mondo di One-Punch Man regna una parodia incontrastata di tutto ciò che è il mondo dello shōnen classico.

Autobiografia

Con la prima stagione, ONE ha voluto far ambientare il lettore nel suo mondo idealizzato, un mondo dove vigilano i più disparati supereroi. Una realtà intaccata da esseri deformi e cattivi bizzarri.

Ma, mentre la prima parte del manga ha mostrato Saitama in tutta la sua complessità, soffermandosi sulla sua forza distruttiva, la seconda parte, la seconda stagione, rappresenta un passo ulteriore: una profonda critica sociale che traspira attraverso la parodia ai canoni del manga.

Incompiutezza

La primissima divergenza che si nota dal fumetto supereroistico è proprio l’accuratissimo lato psicologico che ONE dipinge nei suoi personaggi. Individui che, prima di essere supereroi e portare alto il sogno della nazione, sono esseri umani e, quindi, soggetti ad errori, a sbagli e facili prede della corruzione.

Il supereroe, nella realtà di ONE, si immette nella società in modo “molesto”, perché non necessitato appieno. Lo stesso ruolo risulta deviato in questa duplice realtà, dove puoi decidere di iniziare l’estenuante iter verso la classe S o dove puoi rimanere invischiato nella massa.

Gli eroi di One-Punch Man sono gli eroi più vicini a noi. Persone che, a parte singoli casi particolari, hanno talenti particolari, spesso ridicoli, e che cercano di impiegarli per salvaguardare il bene comune.

Mumen Rider
Mumen Rider, il ciclista con una grandissima grinta che spazza via il male in sella alla sua Justice!

Massa

Mentre l’eroe è indaffarato nel suo fortuito e aleatorio lavoro, il popolo indica perentorio il suo voto. In questo manga, la massa ha un ruolo fondamentale, non solo è la progenitrice di molti eroi, ma è anche quella che giudica un eroe dalle più sfacciate apparenze, screditando chi merita ed elogiando casualmente chi sembra avere un’aria più audace.

L’Associazione degli Eroi (nata proprio grazie all’intervento di Saitama contro Granchilante) è retta da persone che non vedono l’ora di sfruttare il potenziale delle loro cavie, persone macchiate dalla gelosia e scorrette fino al midollo, che non fanno altro che giudicare il prossimo in base a voti illusori e prospettici.

Inutilità

La normalità e la monotonia dell’eroe presentati da ONE sono sublimati nella figura di Spatent Rider (Ciclista Senza Patente), una figura che si muove per le strade armato di bicicletta e grande spirito combattivo.

Il concetto del giudizio erroneo da parte dei vertici alti dell’Associazione verrà presentato chiaramente nei primissimi episodi della seconda stagione. Questi elementi non fanno che gettare un manga di supereroi nello stillicidio più assoluto, un movimento monotono che oscilla tra corruzione e eroismo, entrambe originate dalla matrice della psicologia umana e che racchiuderà tutto in un'”apparente” normalità.

passeggiata saitama
Non c’è niente di meglio che una tranquilla passeggiata al parco per un eroe impegnato a contrastare il male.

Citazionismo

Tutta la critica sociale viene filtrata attraverso il punto forte del manga: la parodia. One-Punch Man distrugge ogni forma di canone precedentemente imposta, partendo dal protagonista. Un ragazzo comune che ha perso tutti i capelli per arrivare ad ottenere un potere incontrastabile. Saitama contrasta le migliaia di personaggi che si sono venuti a creare durante questi decenni e tutti i loro progressi. Ribaltando la visione tradizionale della Bildung dell’eroe, un “Pugno Serio” riesce a scardinare tutto il passato.

Doki Doki Sisters One Punch Man
Staranno giocando a DokiDoki Sisters o a qualche gioca picchiaduro con dei robottoni giganti e scarafaggi risvegliati?

Saitama

Saitama è il personaggio che risente di più della pressante “normalità” ed è il personaggio che più di tutti è intaccato da una noia mortale. ONE aveva fin da subito l’intenzione di rappresentare l’eroe più potente di tutti come un ragazzo normalissimo, che si traveste da hero e salva la vita agli altri per mero passatempo.

La noia e la monotonia che pervadono la vita di Saitama lo fanno apparire come un individuo dimesso e distaccato, i cui obbiettivi primari sono quelli di mangiare porri per farsi ricrescere i capelli e acchiappare l’ultimo numero del suo manga sugli insetti preferito.

Il turbinio delle città non lo sfiora e continua a vivere una vita “solitaria” (seppur sempre più contornata da presenze che lo infastidiranno).

Rivali

La noia di questi hero che vanno costantemente in cerca di qualche preda per scalare la scala gerarchica è contrapposta alla forza di volontà dei villain. La figura del villain nella prima parte del manga è una macchietta sacrificale.

ONE si serve di essi per far trasudare alcune lezioni filosofiche ma perlopiù ha l’intento di mostrare i vari popoli – quello dell’aria, dell’oceano, del sottosuolo, dello spazio – infervoriti contro gli umani per cause diverse.

La seconda parte ospita, invece, villain assai più sviluppati: dei veri e propri “mostri” sociali. Persone che hanno perso la ragione di vivere, soggetti disadattati che, come unica via possibile, hanno scelto il “male“: un male che, però, nel mondo di ONE, assume aspetti trasgressivi.

I villain non sono contenti di come la società giri e ciò implica il fatto che prima di abbracciare il male siano stati buoni anche loro; il male di ONE non è per niente banale.

Personaggi e tecniche

I personaggi, le tecniche, i superpoteri sono tutti elementi in cui è visibile la tendenza al discostarsi dall’ormai troppo canonizzato mondo degli eroi.

Il supereroe non è più colui che ha un superpotere, ma colui che ha un irrefrenabile spirito combattivo. Non servono più nomi altisonanti ma semplicemente parole che accostate generino la peculiarità primaria dell’individuo: ecco nati Mazza Metallica, Occhiali, Il Grande Filosofo, ecc…

Le tecniche stesse non necessitano più di nomi grandiosi gridati all’aria durante un poderoso attacco verso il nemico. Basta un’accozzaglia di parole che suonano potenti ed il gioco è fatto: ecco nati i “Saltelli laterali seri“, “Colpo dell’acqua fluttante che frantuma la roccia” e lo “Stile del gettarsi a capofitto nella mischia“.

Collisione

Il tutto è condito da un sano citazionismo che ONE e Murata alimentano senza sosta. Infatti, tra le pagine del manga, non è difficile accorgersi della ripresa di molte delle più caratteristiche scene di alcuni dei più celebri manga di combattimento: Ken il Guerriero, I Cavalieri dello Zodiaco, Le Bizzarre Avvenuture di JoJo e moltissimi altri manga vengono ridicolizzati in un mondo in cui la figura dell’eroe non è accentuata e forzata come in determinati universi shōnen.

Con il torneo e le diverse gerarchie di nemici presenti nella seconda stagione si darà ancora più sfoggio a questo aspetto anticonvenzionale del manga, che prenderà di mira personaggi famosi, riviste, cultura pop e persino se stesso.

Dark Souls nell'universo di One Punch Man
Possibile citazione a Dark Souls?

Forza di volontà, noia

Tutta l’opera oscilla tra i due concetti antinomici di “forza di volontà” e “noia“. L’essere umano che vuole intraprendere la sua carriera da eroe deve essere dotato di un grande spirito combattivo e di un desiderio ardente nel difendere il prossimo.

Canoni, questi, che spesso nell’opera vediamo soppressi da un egoismo dichiarato e una superbia limpida. Nel mondo di One-Punch Man esistono solo supereroi “umani”, con i loro eventuali difetti e vizi.

Eccesso

La forza di volontà è uno degli aspetti più ridondanti all’interno dell’opera. Nella prima, così come nella seconda stagione, vedremo eroi scontrarsi contro i cattivi di turno senza mai arrendersi. L’eccesso di essa porterà al concludersi di un obiettivo, il quale genererà uno stato di immensa noia.

Noia

Il ciclo richiama palesemente la filosofia di Schopenhauer, che soleva indicare la vita come “un pendolo che oscilla incessantemente tra noia e dolore, passando fugacemente nell’intervallo del piacere”.

Questa frase compendia tutta la psicologia intrisa nei personaggi di ONE e, soprattutto, il dramma di Saitama, esercitatosi in modo inverosimile e, ora, dopo aver provato un piacere effimero, costretto alla più radicale noia perché senza aspirazioni. Un “lottatore” che ha trovato la massima potenza desiderata, la quale, però, rappresenta la prima causa del suo dolore.

Giustapposizione

Anche il villain si dissolve dietro al modello tradizionale, divenendo buffo all’apparenza e imperniato dei soliti monologhi malvagi.

Tuttavia, viene completamente ridimensionato, perché essere umano, uomo che contrasta apertamente la società e che, volendosi creare spazio in essa, agirà secondo i suoi principi più o meno saldi.

Esuberanza

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Capovolgimento

Capovolgimento” è la parola che cristallizza perfettamente tutta la seconda stagione. Dopo la disfatta di Boros, si assiste ad un vero e proprio ribaltamento dei canoni e delle certezze appiccicate all’opera. Viene svelata la vera natura egoistica e sopraffattrice degli eroi e dell’Associazione e ONE ne rigira una critica mostruosa.

Eroe? Non è solo la descrizione più fedele a quella di un un bullo?

L’idea che il popolare apprezzato da tutti sia autorizzato a sconfiggere in ogni caso l’impopolare debole è disgustosa. Non si tratta soltanto di bullismo.

Si tratta di una fedele rappresentazione dello spettacolo dei ragazzini che il pubblico accetta. Il ruolo dell’eroe richiede l’approvazione di coloro che lo circondano, quindi non potrò mai esserlo.

E, ovviamente, uno scenario dove vince il mostro non esiste, quindi sono destinato a soccombere per sempre.

Dissolvenza

Stavolta è Saitama, che con un geniale artificio grafico di Murata, scompare e lascia spazio ai villain di turno, con uno spesso ridefinito e stracolmi di tematiche preziosa all’autore.

Il protagonista risulta assente e, quando presente, disegnato velocemente: una forma geometrica in mezzo al mare del male dettagliato e determinato. Se la prima parte dell’opera è il manga dei pensieri e delle azioni di Saitama, la seconda parte non è il manga di Saitama.

Mostro

A questo punto è necessario un personaggio che prenda le redini della situazioni. Esso è incarnato in una figura che viene presentata per la prima volta nel capitolo 39, un individuo che ha seguito l’iter d’allenamento degli eroi per ritorcersi contro e, mosso dalla vendetta per un fardello ancora incandescente, perseguire la strada del male, l’autoproclamatosi Mostro Umano o Cacciatore di Eroi: Garō.

Cos’è il “male”? Cos’è la “giustizia”? Tutte quelle belle parole significano che dovrei andare a morire perché la maggioranza mi vuole morto.

È assurdo! Vadano tutti al diavolo! Tutto ciò che voglio è farli mangiare un bel pugno da un perdente, per andare oltre lo stereotipo del buono e del cattivo!

Garō, nel corso degli anni, è divenuto una delle effigi meglio forgiate all’interno dell’opera. Una personalità tanto profonda quanto spietata e assetata di sangue, un’ombra che si muove tra le pagine del manga mietendo le sue “vittime” in modo vendicativo e armato di un irremovibile spirito combattivo che lo farà rialzare ogni volta.

Bene = Male

ONE scava fino a giungere alla genesi dei concetti di “male” e “bene“, mettendoli in discussione con una logica immediata: “Perché il male soccombe sempre e il bene viene elogiato nonostante sia stato il primo ad infrangere la categoria di bene?”

Il manga è decisamente prospettico e farà trasparire la sua interpretazione della vita attraverso l’uomo che desidera divenire il più grande mostro. Da un diciannovenne pronto a massacrare gli eroi di qualsiasi sezione per vendicarsi della fonte della corruzione morale che fin in giovane età ha scoperto. Nascono riflessioni articolate su ciò che è giusto e su ciò che è sbagliato.

Quello che convenzionalmente è sbagliato, è male, nel manga inizia addirittura ad assumere una visione più apprezzata dal pubblico: sarà la prima volta che tiferemo un “cattivo”, esulteremo per la vittoria di un “mostro”, nonostante sappiamo benissimo con che piega andrà a finire.

Questo è lo schiaffo allo shōnen.

Garou in One Punch Man


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