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Vita da Cosplayers: oggi parliamo di… Yuriko Tiger!

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In esclusiva ed in collaborazione con il gruppo Italiano dedicato al Cosplay @CosplayLovers, ecco qui un’ntervista a Eleonora Guglielmi, in arte Yuriko Tiger, uno dei volti del BelPaese in Giappone più rappresentativi e popolari del settore.

Iniziamo!

— Ciao Yuriko! È un onore e un piacere averti qui tra noi. Anche se ai più e a chi non avvezzo al mondo del cosplay non sarai passata di certo inosservata, ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori che ci stanno seguendo?

Ciao a tutti! Mi chiamo Yuriko e vengo da Tokyo. Sono nata a Savona e mi sono trasferita in Giappone da sola, poco dopo la maggiore età. Gioco ai videogichi da quando ero piccola, perché mio padre li amava e da lì ho scoperto anche il Giappone!  ”Yuriko Tiger è l’esempio di una ragazza che insegue i suoi sogni giorno dopo giorno nella terra del Sol levante.”

— Come è nata la passione per il cosplay?

Tramite i manga vidi un annuncio di Lucca Comics e mentre frequentavo un corso per diventare mangaka ci andai per una gita. Mi sembrava di sognare ad occhi aperti. I miei personaggi preferiti erano vivi e la cosa fighissima era che chiunque poteva farlo! Cosi l’anno dopo (2008) iniziai anch’io, tagliandomi i capelli e comprando la divisa per interpretare Haruhi Suzumiya.

La mia passione è nata soprattutto perchè si poteva interpretare il personaggio, comportarti come lui e imitarlo senza sembrare strano!

— Cosa consiglieresti a chi vuole entrare nel mondo del cosplay?

Consiglio di essere sicuri di ciò che fate, di interpretare personaggi che amate e… Internet, cosa che ai miei tempi non era molto utilizzata. Penso che ormai sia fattibile creare un buon cosplay, anche dalla prima volta!

Se sei una persona ‘tutto fare’, chiedi a dei tuoi parenti o amici come confezionare un costume. Ordina la parrucca su internet e guarda dei tutorial per come acconciarla (va sempre fatto!) e infine studiarsi un po’ il make-up adatto al tuo personaggio e le sue pose. Ultima cosa necessaria e fondamentale: divertirsi.

— Gli amici di @CosplayLovers ci chiedono se già avevi esperienza pregressa di sartoria o di costumistica oppure se tu abbia iniziato proprio da zero…

Ho fatto un corso di Sartoria mentre andavo al liceo, ma ero e sono tutt’ora negata…

— Come scegli un personaggio da interpretare? Segui un ordine in particolare o vai a seconda del momento?

Dalle emozioni che mi trasmette. Molto a feeling, magari il suo design oppure dal carattere e basta! ”Voglio farlo”!!

— C’è un personaggio di cui vorresti fare il cosplay ma che ancora non hai fatto?

Ho una lista infinita. Davvero infinita.

— Qual è la tua fiera preferita? Delle fiere del cosplay in Italia cosa ne pensi?

In Giappone forse il Nico Nico Chōkaigi, perché è una fiera d’intrattenimento e non solo per otaku, anime e manga, ma non ne ho una particolarmente preferita.

Le fiere italiane sono molto divertenti e calorose, ma spesso disorganizzate con poca cura negli ospiti. Specialmente la parte Giappone è quasi sempre vuota e questo mi ha sempre fatto invidiare le altre fiere, come la JAPAN EXPO.

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Un po’ su Yuriko

In questo ambiente, altamente competitivo e con un trend in continua crescita, non è raro imbattersi in commenti dove è opinione comune che se il cosplay non è realizzato interamente a mano viene meno “l’essenza” stessa di questo hobby. Da cosplayer professionista, qual è la tua opinione in merito?

Io ammiro tantissimo chi si riesce a fare tutto da solo perché anche quello è un talento, ma sicuramente non il mio. Prima li si faceva da soli perché non si aveva scelta, ma ora è molto più semplice!

Spesso nelle gare, conta molto la performance e l’interpretazione. Avere solo un costumone non fa di te un cosplayer. È un insieme di cose, con magari un tuo punto di forza!

— La tua pagina Facebook, allo stato attuale, è seguita da oltre 80.000 follower… E sicuramente anche da molti italiani. Ti va di raccontarci che tipo di rapporto hai con i tuoi fan?

Sono come degli amici o meglio… Dei figli. Li ascolto molto e forse troppo: spesso non sono tutti buoni o ti seguono perché ti ammirano, anzi. Però, in fiera, è tutta una fila per grandi abbracci e selfoni. Momenti dolci che mi porto in Giappone.

— Quali sono le tue serie anime/manga/videogiochi preferiti?

Troppi, oddio… Anime potrei dire FLCL, Death Parade, K-ON, Idol master… No aspetta. Non sono nemmeno un decimo. Potrei farti la lista ogni tre mesi. Manga: Vitamin di Keiko Suenobu, mentre per il videogioco: Tekken!

L’esperienza più bella che ricordi?

La premiazione di Suicide Squad, dove ho lavorato ufficialmente come Harley Quinn per la Warner Bros. Ho incontrato e abbracciato Margot Robbie, che mi ha fatto i complimenti per il mio costume. Avevo un sorrisone a 360 gradi.

— Com’è la vita di una cosplayer professionista? Più nello specifico, come si svolge la tua giornata tipo?

Il punto è che la mia vita non si basa sul cosplay ma tutt’altro. Le mie giornate cambiano tanto a seconda del lavoro. Quando lavoravo per un J-drama (Prison Hotel) mi svegliavo alle 4:00 per andare a Chiba e tornare alle 21:00 o anche più tardi a Tokyo, questo per almeno 4 volte a settimana per tre mesi.

Oppure ogni weekend ero in radio o avevo uno shooting per una rivista che tenevo! Ora sono un po’ più libera e mi dedico molto a Youtube, Patreon e altri social. Solitamente mi sveglio, faccio colazione, pulisco casa, vado in palestra, meeting di lavoro o esco, e-mail, cena, un po’ di ballo e dormo (quando non ho ”lavoro”). Ogni weekend ho una fiera, circa!

— Sapresti indicarci, anche approssimativamente, il costo medio per realizzare un buon costume? E il tempo di realizzazione?

Circa sei mesi. Un buon costume, come potevano essere quelli di Tekken, partivano da 900 fino a 3000 euro, ma parliamo di costumi professionali utilizzati per ditte ufficiali.

— Se non avessi intrapreso questo percorso, cosa ti sarebbe piaciuto fare nella vita?

Avrei voluto continuare di più con una carriera da idol, magari con un gruppo, e girare il mondo. Sicuramente questo è quello che volevo fare e nient’altro.

— Secondo la tua esperienza, qual è l’aspetto più importante in un cosplay?

L’interpretazione e make up.

— A proposito di Yuriko Tiger, puoi svelarci il significato di questo nome d’arte?

Adottai un nome simile a Yuriko da un videogioco picchiaduro, chiamato Bloody Roar, dove m’innamorai di una ragazza giapponese che si trasformava in una bestia-gatto quando combatteva.

Yuriko è un nome classico, elegante e anche abbastanza comune in Giappone (in kanji, 百合子, vuol dire bambina del giglio), che ho scelto all’età di 13 anni circa, poco prima di iniziare a fare cosplay!

Tiger lo pensai dopo, ripreso da un anime chiamato Toradora, nel quale la protagonista Aisaka Taiga penso mi assomigli molto caratterialmente.

Il suono dolce di Yuriko e quello forte di Tiger (in Giapponese taiga, タイガー), ho pensato, sono facili da ricordare e hanno un certo impatto. Ottimo per una carriera artistica!

Il futuro

— In questi anni il cosplay è diventato un fenomeno virale e un business piuttosto importante di grande rilevanza, che ruolo hanno avuto i social network in tutto ciò secondo te?

Sicuramente lo hanno influenzato molto, ma non la vedo come una cosa negativa. C’è un po’ di finto, come se tutti potessero diventare famosi e credersi bellissimi con un po’ di Photoshop e qualche follower, ma sta a chi segue le persone capire per cosa le segue. Sono molto utili e belli per condividere tante cose!

— In che momento e come hai iniziato ad essere famosa e a guadagnare facendo la cosplayer?

Più o meno fin da subito, come cosplayer ufficiale di Tekken per la BANDAI NAMCO e da lì altre ditte e lavori negli eventi.

— Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

In una settimana sono cambiate cosi tante cose che non so più bene cosa rispondere. Penso che Yuriko Tiger possa cambiare. Sicuramente qualche novità musicale e collegata ai videogame, non posso ancora dirvi nulla di più!

— Dove possiamo seguirti? Hai un sito web, una pagina Facebook o un canale YouTube?

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