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Silver Spoon: tra agricoltura e sogni

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Quello di Hiromu Arakawa è uno pseudonimo che nel panorama del fumetto giapponese ha oramai un ruolo leggendario. Autrice proveniente dalla terra del Sol Levante, è riuscita a partorire una delle opere più ben riuscite degli ultimi venti anni. Partita dalla sua prefettura di origine, l’Hokkaido, alla volta di Tokyo, questa maestra è l’autrice dell’ormai famosissimo capolavoro Fullmetal Alchemist.

Fumetto che in terra nipponica fu pubblicato per la prima volta nel 2001, e che si concluse nel 2010. Un’opera che ha sicuramente influenzato, e rivoluzionato, il panorama del fumetto nella terra dei ciliegi in fiore. Ma è nel 2011 che l’autrice, con l’approvazione di Shogakukan (sua casa editrice), ha deciso di buttarsi su una nuova opera. Un’opera che avrebbe dovuto farla crescere come autrice, e che avrebbe dovuto aumentare le schiere di lettori della maestra.

E tale fumetto è proprio Silver Spoon, iniziato in Giappone nel 2011 e concluso nel 2019. Ma se con Fullmetal Alchemist l’autrice ci ha fatto viaggiare in un mondo in cui la magia diveniva scienza, beh, qui ci troviamo in un mondo completamente realistico.

Suono di campanacci

Siamo in Hokkaido, terra comunemente nota per essere la meno industrializzata del Giappone, e per essere la più fredda. Ed è in questo ambiente così particolare che la storia prende luogo. Il protagonista Yuugo Hachiken, dopo una serie di vicende, deciderà di trasferirsi nella scuola O-Ezo: un istituto tecnico agrario.

Il protagonista, figlio di un contesto completamente diverso, sì ritroverà a sottovalutare la difficoltà dell’istituto, andando però ben presto a sbattere contro la dura realtà: la vita da studente in un istituto tecnico agrario è in realtà molto più difficile di quello che sembri.

Hiromu Arakawa, prende così a piene mani dall’esperienza personale come contadina in Hokkaido per raccontarci cosa significa vivere, e studiare, in un ambiente così peculiare. La maestra fa uso della sua sapienza per raccontarci nei dettagli ogni minimo particolare sull’allevamento, da come si chiama l’apparato da cui la gallina depone un uovo, alla motivazione del perché un piccolo e innocente vitello tira feroci testate a zone assai sensibili.

La maestra spiega così ogni particolare, riuscendo a farci interessare sempre di più a questo mondo. I dialoghi così ben curati e le scene comiche degne del suo nome riescono a farci rimanere incollati alle pagine che, riga dopo riga, delineano un mondo al più dei lettori sconosciuto, eppure sempre più appassionante. Da come scegliere i giusti ingredienti per un cibo prelibato a quali animali sono dannosi per i raccolti. Dalle corse di cavalli, alla descrizione di trattori adatti a certe mansioni. Dal metodo di allevamento più intensivo e sistematico usato in Giappone a quello più estensivo. L’autrice fa così apprendere sempre più cose al suo protagonista, e di conseguenza anche a noi lettori, facendoci immergere sempre di più nella O-Ezo.

Il dubbio adolescenziale

Sebbene l’Arakawa dia molto spazio agli approfondimenti del settore, non è solo di questo che parla Silver Spoon. Lo sappiamo, l’adolescenza è un periodo delicato della vita umana, un periodo di grandi dubbi e incertezze e il protagonista non è da meno. “Fuggito” dalle pressioni famigliari e sociali per rifugiarsi all’interno di una scuola di cui Yuugo Hachiken non sa nulla, il nostro protagonista sembra aver perso la bussola: non ha un obbiettivo.

La maestra Arakawa arriva così a criticare il sistema scolastico e sociale giapponese che, tramite le troppe pressioni dovute all’estremizzazione della competizione, possono causare disagi e anche peggio. Yuugo arrivato nella nuova scuola si accorgerà ben presto che molti dei suoi compagni hanno una cosa che lui invece ancora non ha: un sogno.

Yuugo non sa cosa fare del proprio futuro e per questo si sente spesso a disagio. Per tutta la carriera scolastica ha sempre rivaleggiato per avere il voto migliore, ma ora ha perso la direzione. I compagni e i professori diverranno così lo strumento posto dall’Arakawa per avviare un cambiamento in Yuugo, e a sua volta Yuugo influenzerà coloro che gli ruotano attorno, apprendendo così uno dall’altro. Yuugo quindi, tra un momento comico e un conflitto morale, ha modo di maturare e crescere, tutto grazie alla O-Ezo e ai suoi nuovi compagni. Ma sebbene “si sappia il proprio sogno, e come realizzarlo, spesso non basta”.

Per realizzare i propri sogni serve costanza, impegno e dedizione. Bisogna superare sé stessi e i propri limiti. Bisogna avere il coraggio di affrontare la propria situazione famigliare e mentale. L’Arakawa invita dunque i propri lettori a non arrendersi pur di realizzare i propri sogni, esattamente come lei non si è arresa per divenire mangaka. Ma è anche un invito a non disperarsi per i propri sogni. Lasciarsi trasportare a volte è la cosa migliore. Lasciarsi inspirare dalla vita (e dalla scuola) può divenire il segreto per aprirsi a nuovi obbiettivi. Dopo tutto “Va bene così”, no?

Conclusioni

Silver Spoon è un’opera ben costruita che riesce a trasportarci in un mondo ai più sconosciuto. Opera che sicuramente ha un valore personale per l’Arakawa: più di qualche volta riuscirà a farci riflettere e a strapparci un sorriso. I conflitti morali che vengono innescati nell’opera fanno ragionare i protagonisti su cosa sia giusto e sbagliato, e noi lettori possiamo prendere le decisioni da noi.

Verremo così trasportati nell’adolescenza di un protagonista dubbioso e incerto verso il futuro, che si lascerà però prendere da una scuola che diviene scuola di vita. Come tutte le opere non è esente da difetti. A volte i dialoghi risultano eccessivamente prolissi, andando così a rallentare fin troppo l’andamento del fumetto. Inoltre il finale risulta accelerato.

Per il resto è un’opera validissima, con personaggi ben costruiti e un tratto preciso. La trama saprà coinvolgervi e riuscirà più volte a sorprendervi in positivo. Per tali motivazioni questo fumetto è un’opera che consiglio caldamente. E in special modo a coloro che si trovano ad avere dubbi sul proprio futuro.

Interessato al mondo della Maestra Arakawa? Prova a dare un’occhiata: Fullmetal Alchemist. La legge dello scambio equivalente

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