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Samurai 8 – The Tale of Hachiman: analisi e teorie

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Il 23 dicembre 2018, al Jump Festa 2019, Masashi Kishimoto, celebre l’autore di Naruto, ha annunciato il suo nuovissimo manga, Samurai 8: The Tale of Hachiman.

Al padiglione di Boruto: Naruto Next Generations, opera che Kishimoto è impegnato a supervisionare, è stata annunciata questa esaltante e straordinaria notizia. Junko Takeuchi, doppiatrice originale di Naruto Uzuamaki, ha poi letto un emozionante messaggio scritto da Kishimoto stesso.

Adoro le storie in stile giapponese. La cultura e l’arte decorativa mi emozionano. Poi, amo anche lo sci-fi. Allo stesso modo, mi emozionano gli espedienti narrativi e il setting. Quindi ho deciso di unire le due cose a cui sono più appassionato e dare vita ad una nuova opera. Vi prego di ascoltare l’urlo della mia anima! Sto cercando freneticamente di renderlo ancora più bello di Naruto!

In seguito è stato mostrato un intensissimo video promozionale. Tra parole potentissime e una canzone epica, vengono riportate alcune delle tavole più importanti illustrate da Akira Ohkubo, il settimo aiutante di Kishimoto e uno tra i più fedeli (nonché fratello del creatore del riconosciutissimo Soul Eater). Proprio lui avrà la responsabilità di portare avanti questa serie, rivelatesi subito coinvolgente.

Analisi e speculazioni

I numeri

Analizzando interamente il video, dobbiamo innanzitutto fermarci sul titolo dell’opera, che presenta parecchi giochi di parole interessanti ed alcuni incastri che stridono. I numeri assumono un carattere fondamentale ed enigmatico.

Sembra che Kishimoto voglia dare un’impostazione più improntata al modello di Shippuden e al canone shōnen, che prevede la presenza di gruppi o sette. Viene esplicitamente detto che ci sono sette chiavi e che essere avranno un’importanza centrale all’interno dell’opera.

L’elemento che stride con le regole lo troviamo subito dopo: il nostro protagonista, Hachiman. La presenza di un personaggio che abbatte gli schemi e le regole dell’universo in cui si trova è molto caro a Jump.

Hachi, in giapponese, infatti, significa “otto” e, oltre a rappresentare un numero molto fortunato, è riconducibile al Kami della guerra e il protettore di tutti i samurai: Hachiman. Inoltre, il titolo ricorda moltissimi capolavori all’interno dell’arte nipponica, primo fra tutti I sette samurai del maestro Akira Kurosawa.

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Bushidō e fantascienza

Se vi dovesse capitare di sfogliare un qualsiasi manga sui samurai, vi accorgerete subito della veridicità della storia e delle tavole che gli autori infondono nelle loro pagine (si può spaziare indifferentemente dallo shōnen, come Gamaran, al seinen manga di Vagabond).

Gli autori, anche quelli più bizzarri, come Hideaki Sorachi di Gintama o Ei’ichirō Oda di One Piece (che proprio ultimamente, sulle pagine del Jump, sta dipingendo un bellissimo ritratto del Giappone attraverso la saga di Wa), cercano di far risaltare, nella figura del samurai, un esempio di “eroe” ormai decaduto, contornato dal grandissimo valore etico e dal rispetto, avvolto da una società corrotta. Sono la rappresentazione romanzata del Bushidō, la via del samurai.

Il trailer riprende due fattori chiave della morale dei samurai: il coraggio e il sacrificio. Due concetti intrinsechi nella storia del Giappone feudale, che Kishimoto ha voluto abilmente amalgamare alla robotica e alla fantascienza.

Due elementi chiave non antinomici, ma che potrebbero convivere in una perfetta fusione. Il tema della fantascienza è sempre stato una colonna portante nel panorama giapponese, con straordinari esempi come Akira di Katsuhiro Ōtomo. Tuttavia, Kishimoto ha dichiaratamente espresso che vorrebbe rendere la sua opera simile a Levius/est di Hahurisa Nakata.

Fin dall’inizio del trailer, infatti, è possibile notare elementi fantascientifici: una sorta di navicella a forma di balenottera azzurra, gli innesti robotici ed endoscheletri meccanici che ricoprono i corpi dei personaggi.

Personaggi

Nel corso di tutto il video promozionale, si susseguono diversi personaggi, rappresentati da un tratto che ricorda moltissimo quello di Kishimoto, e già presenti in alcune bozze presentate al Jump Festa 2017.

Il protagonista sembra essere un ragazzo impacciato ma determinato, munito di un paio di occhiali e grande forza di volontà, sembra allenarsi per intraprendere la via del samurai sopracitata. Costante è anche la presenza di un personaggio più adulto, a cui sembrano trapiantati alcuni innesti tecnologici all’interno del proprio corpo (che sembra quasi assumere le condizioni di un guscio). Inoltre, quest’ultimo parrebbe voler rivaleggiare con il nostro protagonista.

Non possiamo sapere in che rapporti siano e non possiamo teorizzare se si tratti di una condizione di fratellanza o di un rapporto maestro-allievo. Quello che sappiamo è che si stanno allenando assieme a qualcuno per sconfiggere qualcun altro. Durante lo scorrere delle immagini si possono notare altri quattro personaggi:

  1. Un animale, che potrebbe essere il “pet” dell’opera, di fattezze simili a quelle di una lontra. Lo si vede allenarsi insieme alla compagnia e perciò pare dotato di intelletto;
  2. Un personaggio più anziano, caratterizzato da due enormi baffi e un ciuffo nero, dallo sguardo vispo;
  3. E, infine, due tipi misteriosi, di cui vediamo mostrata soltanto una metà del viso. Questi sono adornati di cicatrici e parti cibernetiche, mentre indossano armature riconducibili a figure canine (inugami). Saranno loro i papabili antagonisti?

Il trailer lascia tutti con il fiato sospeso e avvolge chi guarda in uno stato di fermento e voglia di addentrarsi sempre di più in questo mondo diviso tra orgogliosi cavalieri e parti bioniche.

L’mmagine promozionale

Masashi Kishimoto ha inoltre reso pubblica un’immagine del protagonista, anch’essa resta sospesa tra realtà e teoria.

Quello che colpisce sono i due arti sostituiti dalle protesi robotiche assemblate ingegnosamente, nonostante ciò il ragazzo occhialuto appare sorridente. I capelli biondi vengono coperti da quello che sembra ricordare molto il copri-fronte alla Naruto.

Interessanti sono gli elementi che caratterizzano lo sfondo dell’immagine: un Daruma, tradizionale bambola giapponese, che in questa immagine ha un significato “nascosto” davvero importante.

Infatti, viene rappresentata con un occhio solo. La tradizione vuole che si disegni l’occhietto dalla bambola quando si esprime un desiderio, per poi completare anche l’altro una volta che il desiderio si avvera.

Dietro ad un cagnolino stilizzato, intento a mordere la soffice bambola, troviamo una navicella stracolma di ingranaggi e pulsanti di ogni genere, che ricorda in modo impressionante le Attack Ball concepite da Akira Toriyama per Dragon Ball.

Una nave spaziale circolare dai circuiti districati al suo interno e composta da ogni sorta di aggeggio futuristico, quasi come se fosse una macchina del tempo o un meteorite

Infine, sulla fronte della ragazzo sorge un misterioso segno. Questo rassomiglia il tomoe, un simbolo giapponese dalle origini incerte che troviamo all’interno di altri manga, molto cara all’autore di Naruto dal momento che è stata rappresentata per caratterizzare lo Sharingan.

Tutte le teorie all’interno di questo articolo sono ovviamente opinabili e in questi giorni potrebbero nascerne molteplici, arricchite delle tesi più svariate. Non ci resta che aspettare e usare la nostra immaginazione per ammazzare il tempo che ci separa dalla primavera.

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