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Roma incontra il mondo

Indice contenuti

Nell’ambito della manifestazione Roma incontra il mondo, che si tiene alla Fiera di Roma dal 25 al 28 aprile e nelle giornate 1, 4 e 5 maggio, sono riuniti tanti festival. Insieme al format predominante Festival dell’Oriente, se ne aggiungono altri provenienti da tutte le parti del mondo, ognuno a raccontare universi differenti e lontani in un unico e indimenticabile viaggio.

Le seguenti descrizioni sono tutte tratte direttamente dal sito de Il Festival dell’Oriente!

Sicuramente il Festival dell’Oriente è quello a cui viene dato maggior risalto, visto che ci trasporta nella magia di molti Paesi orientali di cui ancora si conosce troppo poco.

Festival dell’Oriente

Al Festival dell’Oriente si è subito catturati da un’atmosfera spettacolare ed accogliente, ricca di musica, danze, colori, profumi, sapori che inevitabilmente affascinano e trasportano in un mondo quasi incantato da cui non vorresti più uscire…

Il Festival occupa alcuni padiglioni dove il visitatore viene trascinato nella magia dei suoi Paesi: India, Cina, Giappone, Corea, Thailandia, Indonesia, Malesia, Vietnam e molti altri offrono il meglio delle loro atmosfere e delle loro tradizioni.

Balletto tradizionale coreano del Korean Music Management

Salute e Benessere

Tra gli stand commerciali si trovano interi spazi dedicati alla salute e al benessere dove sperimentare le terapie tradizionali o quelle bionaturali come lo yoga, lo shiatsu, l’ayurvedica. Tanti sono gli appassionati di queste discipline ultimamente molto in voga e ci sono sempre numerose persone in fila ad aspettare il proprio turno per un massaggio o per acquistare un prodotto.

Un percorso interattivo e coinvolgente con numerosi stand ricchi di spezie, tisane, infusi, incensi, prodotti biologici, rimedi naturali, creme ecologiche, alimenti eco-sostenibili e tutto ciò che potrà contribuire a rinvigorire e ritemprare il corpo, la mente e l’anima.

Picture © Elena Paoletta

Un viaggio tra aromi, profumi e sapori alla ricerca del benessere psico-fisico dove è possibile provare gratuitamente tutto ciò che ruota attorno al mondo della salute, del biologico e del benessere.

Terapie olistiche, massaggi e tutte quelle discipline e quei prodotti diretti all’integrazione di corpo e mente in un’ottica di conoscenza ed incontro tra Oriente e Occidente.

Arti Marziali

É presente anche un Festival delle Arti Marziali con il suo connubio di disciplina, potenza e spiritualità.

Numerosi maestri ed atleti si alternano sul palco e nelle aree tatami per proporre al pubblico performance e seminari di Aikidō, Karate, Ju Jitsu, Tai Chi Chuan e tutte le arti marziali asiatiche, senza dimenticare le discipline sviluppate in Europa, che da esse traggono origine, come ad esempio il Krav Maga.

Un viaggio nella tradizione più antica e caratteristica dei Paesi orientali, per ricalcare le orme dei grandi guerrieri Shaolin, dei Samurai, dei cavalieri Coreani alla scoperta della filosofia, della spiritualità e della spettacolarità delle Arti Marziali.

Tanto straordinario e spettacolare intrattenimento che il pubblico può ammirare da spettatore, ma anche vivere in prima persona come protagonista.

… E molto altro

Vengono presentati percorsi coinvolgenti alla scoperta delle culture e del folklore orientale. Oltre quattrocento spettacoli che si susseguono ininterrottamente: dalla cerimonia del Mandala a quella del matrimonio indiano; dai contorsionisti vietnamiti agli artisti del circo cinese.

Più di cinquecento espositori di prodotti tipici; il pubblico può perdersi così negli affollati bazar tra stoffe, vestiario, borse, calzari, gioielli antichi, libri e tante promozioni di viaggi.

Pictures © Elena Paoletta

Molto interessante è poter condividere da vicino i costumi, le abitudini alimentari e le usanze dei vari Paesi orientali. Naturalmente, viaggiando tra tutti questi eventi, si trova sempre qualche souvenir da comprare.

Japan Festival

Mi sono soffermata nelle sezioni dedicate al Giappone e mi è sembrato di tornare indietro nel tempo e trovarmi di nuovo nell’affascinante Paese del Sol Levante.

L’organizzazione ottima si è soffermata con particolare cura sull’esposizione di preziosità attraverso mostre e vari stand che offrono spezie di ogni tipo, varietà di tè, prodotti per la cura del corpo, spade giapponesi (katana), kimono e, in particolare, una grande quantità di oggettistica giapponese, tra cui le bamboline Kokeshi.

Kokeshi

Tutto il festival è anche un susseguirsi di eventi appassionanti: concerti, spettacoli musicali e danze, nonché dimostrazioni pratiche delle cerimonie più belle delle culture asiatiche.

Cerimonie tradizionali

Con la riproduzione di un villaggio in stile giapponese, viene proposto un viaggio virtuale nella tradizione giapponese. Si può infatti esplorare una tipica abitazione tradizionale, ricreata nei suoi spazi interni ed esterni, con un laghetto di carpe koi e un giardino zen.

Non soltanto uno spazio strutturale, ma anche interattivo, popolato da personaggi tipici che permettono di conoscere da vicino gli usi e i costumi attraverso molte esperienze, come la vestizione del kimono, la Cerimonia del Tè, lo shodō, gli origami e molto altro ancora.

L’arte della vestizione del kimono cela, dietro sé, un complesso rituale tramandato fedelmente nel corso degli anni. Il vestito tipico, finemente tessuto in seta, rappresenta uno dei maggiori simboli della cultura tradizionale giapponese.

Picture © Elena Paoletta

Il cuore della Cerimonia del tè, invece, consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè, disporre il carbone in modo che riscaldi l’acqua e sistemare i fiori con l’ikebana, l’antica arte giapponese della disposizione dei fiori recisi.

Le antiche arti

Presso uno stand, si può ammirare anche l’antica arte del bonsai (dal giapponese “pianta in vaso”), così come quella del suiseki (“pietra lavorata dall’acqua”), ha avuto origine in Cina, diffondendosi successivamente in Giappone.

I giapponesi ne hanno sviluppato l’aspetto estetico-filosofico, cercando così di dare ai propri piccoli alberi (o alle pietre, nel caso dei suiseki) lo stesso potere evocativo-emozionale che si può percepire venendo a contatto con la natura, gli alberi e le montagne.

Picture © Elena Paoletta

Interessante è lo spazio dedicato allo shodō (letteralmente “via della scrittura”), l’arte giapponese della calligrafia. Derivato dalla corrispondente arte cinese (shufa), lo shodō ha influenzato altre forme d’arte giapponesi come lo yuzen, l’arte della pittura su stoffa.

Il nome deriva da Yuzensai Miyazaki, un famoso pittore di ventagli che si dice le abbia inventate nel XVII secolo.

Arte della scrittura shodō

Divertente è anche lo stand degli origami, l’arte di piegare la carta per creare forme astratte o riproduzioni di animali. Lo stand incuriosisce soprattutto i bambini, che si cimentano in questa tecnica, unendo divertimento e fantasia.

Lo spazio spirituale

Al Japan Festival si possono scoprire non soltanto gli aspetti della tradizione culturale giapponese, ma anche quelli religiosi e spirituali.

È presente infatti un’area zen, con all’interno la riproduzione di un piccolo tempio shintō, animato da monaci immersi nelle attività classiche della spiritualità giapponese: dalla meditazione zazen, alle pratiche che rappresentano un connubio tra arte e religione, come la pittura sumi-e.

Il termine giapponese significa “inchiostro nero” (sumi) e “pittura” (e). Indica una delle forme d’arte in cui i soggetti sono dipinti con l’inchiostro nero in gradazioni variabili, dal nero puro a tutte le sfumature che si possono ottenere diluendolo con l’acqua.

Il vero “sumi-e” deve però rispondere a determinate caratteristiche, come ad esempio la sobrietà e la spontaneità che devono colpire direttamente la sensibilità dello spettatore.

Esempio di pittura sumi-e

Sicuramente la parte religiosa è uno dei aspetti più affascinanti della cultura giapponese e i tipici santuari shintō sono meta di migliaia di visitatori e fedeli ogni giorno.

All’ingresso di questi edifici, si trova solitamente una grande campana che un monaco suona grazie ad un pesante palo sospeso. Viene riproposto questo rito attraverso una campana originale.

Le mostre

Nell’area giapponese del Festival dell’Oriente sono presenti molte mostre. Le più caratteristiche sono sicuramente quelle dei torii, delle katana, dei 47 rōnin, delle armature dei samurai, dei ventagli e delle immancabili bambole giapponesi.

Torii

Il torii è il tradizionale portale d’ingresso giapponese nato come rappresentazione di un’antica leggenda giapponese secondo la quale la Dea del Sole, Amaterasu, attraversò un Torii sacro per abbandonare la Terra durante un’eclissi solare. In seguito lo attraversò nuovamente per fare ritorno sul nostro pianeta una volta concluso l’evento.

Vari tipi di Torii (immagine di Primozong)

Sembra inoltre che i Torii un tempo avessero la funzione di ospitare sulla loro cima i galli sacri dalla lunga coda, considerati i messaggeri divini.

Katana

La katana è la tradizionale spada giapponese che utilizzavano i guerrieri samurai. Si differenzia molto dalle spade tipicamente europee per la forma curva e il taglio su un solo lato. L’elsa allungata permetteva l’utilizzo a due mani che ancora oggi è il modo con cui si sferrano i fendenti.

Il tipo di acciaio utilizzato e la procedura di forgiatura che i maestri hanno tramandato per secoli, ne hanno fatto probabilmente le spade migliori della storia. Alcuni esemplari oggi hanno un valore inestimabile poiché sono appartenute a shogun o famosi samurai, oppure perché sono considerate dei veri e propri capolavori d’arte per la loro forma e le decorazioni.

47 Rōnin

Il mito dei 47 rōnin rivive grazie ad una mostra a loro dedicata e alla riproduzione di alcune delle tombe di questi guerrieri. Con questo termine giapponese, si designava il samurai decaduto, rimasto senza padrone per la morte di quest’ultimo o per averne perso la fiducia.

Sono entrati nella storia e portati alla ribalta del grande pubblico grazie a un film di successo del 2013, con il famoso attore giapponese Hiroyuki Sanada e il divo hollywoodiano, Keanu Reeves.

La storia racconta di un gruppo di 47 rōnin che decidono di vendicare la morte del loro signore, a cui erano rimasti fedeli. Due anni prima, infatti, questo era stato condannato al suicidio rituale per avere reagito alle continue offese di un emissario dello shogun.

Il gruppo riesce nell’intento, uccidendo l’emissario e ponendo la sua testa sulla tomba del loro signore, pur sapendo che tutti saranno condannati a morte.

Il loro atto di onore e fedeltà viene comunque riconosciuto con la concessione del seppuku, l’atto del suicidio rituale riservato alle grandi e onorabili personalità. I loro corpi vengono sepolti al fianco del loro signore nel tempio Sengaku-ji, meta ancora oggi di migliaia di visitatori ogni anno.

Samurai

Tutto il fascino e il mito dei famosi samurai rivive nella mostra di alcune armature tipiche che indossavano questi guerrieri. Addestrati, oltre che nel combattimento con la spada, a seguire un rigido codice d’onore, erano vincolati al servizio e fedeltà totale verso il proprio signore e il suo feudo.

La bellezza di queste armature risiede nella forma e nel colore degli elementi articolati di cui era composta e che coprivano i punti vitali a protezione dagli attacchi delle katane avversarie.

Picture © Elena Paoletta

“L’elemento sicuramente più particolare ed affascinante delle armature dei samurai giapponesi è l’elmo. Di forma e con elementi diversi uno dall’altro, è di solito ornato da ampie falde ricurve o corna. Sul volto una maschera con spesso raffigurata una smorfia minacciosa e decorazioni atte ad intimorire l’avversario.”

Ventagli

Il ventaglio originariamente veniva utilizzato dai giapponesi in guerra con una duplice valenza: come strumento di trasmissione di segnali e come arma, per via delle sue stecche in ferro. Col passare del tempo diventò così popolare che venne promulgata una legge che ne limitava i decori, per differenziare quelli destinati ai nobili da quelli usati più comunemente.

Sono una delle espressioni più diffuse ed apprezzate nell’arte decorativa giapponese con i loro colori delicati e i motivi che vanno da rappresentazioni floreali a paesaggi o riproduzioni della storia del Giappone.

Bambole

Le bambole imperiali sono oggetti che fanno parte pienamente delle vita quotidiana giapponese. Durante l’Hinamatsuri (festa delle bambine) vengono disposte su una piattaforma di sette gradini, con l’imperatore e l’imperatrice nelle parti più alte, vestiti con abiti tradizionali. Nei gradini più bassi sono presenti le dame di corte, ministri, musicisti e i samurai.

Mostra fotografica

Una mostra rappresentativa di quello che è considerato uno dei più bei Paesi del mondo è senza dubbio quella fotografica sul Giappone.

Un viaggio all’interno della cultura nipponica, delle meraviglie, della natura e delle sue tradizioni raccontate attraverso fotografie ricche di suggestione e fascino. Dagli aspetti più lampanti a quelli più nascosti ancora tutti da scoprire. Un Paese così profondamente diverso rispetto a quelli occidentali, che non può non affascinare.

Ancora spettacoli e folklore

Quest’anno è presente al Japan Festival anche il mago illusionista giapponese Keiichi Iwasaki che propone i suoi trucchi strabilianti, accompagnati dalla sua grande carica di carisma e simpatia. Veramente uno show di grande stupore e divertimento.

L’artista giapponese Yoshiko Kubota propone invece una delle arti creative più caratteristiche della cultura nipponica: la pittura suiboku-ga. Eseguita con inchiostro di china su fogli di carta di riso, questa tipologia di pittura è molto popolare in Giappone e la maestra ne offre un saggio realizzando opere e ritratti per il pubblico.

La musica in Giappone è fortemente legata al teatro e in origine si concentrava molto più sui canti e sui testi delle canzoni che sulla musica in sé. Molta è la musica giapponese che si ascolta tra gli stand o sui palchi predisposti e che viene proposta in tante sfumature da apprezzabili musicisti. Dalla classica a quella popolare, è tutta piacevolmente anche visibile attraverso le danze proposte da aggraziate e colorate danzatrici.

Gli strumenti classici di accompagnamento più famosi sono: il Koto, strumento musicale a corda usato all’inizio solo nella corte imperiale si diffuse poi fra il popolo; lo Shamisen, uno strumento a tre corde molto simile al liuto, utilizzato come accompagnamento nelle rappresentazioni del teatro Kabuki e nelle ballate popolari.

Attraverso la magia della musica tipica del Paese del Sol Levante i visitatori vengono trasportati in una dimensione incantata.

Taiko

Tra gli spettacoli più coinvolgenti, il concerto dei tamburi giapponesi conquista sicuramente il pubblico, che si lascia trasportare dalla potenza e dall’energia di questo antico strumento. Durante lo spettacolo dal vivo, emozionante e bellissimo, lo spettatore non percepisce il passare del tempo perché viene catturato dal dinamismo della manifestazione.

Una collaborazione di strumenti tradizionali giapponesi, tra il ritmo dei tamburi giapponesi (taiko) di Takuya Taniguchi e la delicata e aggraziata melodia del koto di Aki Sato. Una performance di composizioni originali contemporanee dello stesso Taniguchi accoppiate a brani classici.

Takuya Taniguchi e
Aki Sato

Il taiko veniva usato durante le battaglie per intimidire i nemici e per inviare comandi, in seguito divenne uno strumento utile nell’esecuzione di musiche popolari e per questo molto apprezzato. Continua ad essere usato anche ai giorni nostri nella musica religiosa del buddismo e dello shintoismo.

Un evento nell’evento al Festival perché è presente per la prima volta la prestigiosa scuola Taiko Center di Tokyo ed Osaka; potenza ed energia allo stato puro.

I musicisti sono riusciti a mantenere l’antica cultura del tamburo di guerra imponendo ugualmente forza e vigore, ma dando anche una rappresentazione estetica che riesce a trascinare e coinvolgere il pubblico.

Taiko Center di Tokyo ed Osaka

Il successo del cibo giapponese

Anche in questa edizione il cibo è uno degli aspetti più apprezzati, con numerosi ristoranti etnici e decine di stand particolari. Numerose proposte irresistibili da degustare in piedi o comodamente seduti in ambienti raffinati ed esotici.

Alle tradizionali proposte da tutto il mondo, si possono gustare le ormai note specialità giapponesi e alcune novità.

Al Sushi Village ci sono vari stand di Sushi con cuochi provenienti direttamente dal Giappone che fanno gustare il Vero Sushi Giapponese.

Non solo Sushi, ma tremila metri quadrati interamente dedicati alla gastronomia giapponese dove trovare numerose casette tradizionali con ramen, gyoza, harumaki, mochi, dorayaki, torte al tè matcha, degustazione di sakè, birre giapponesi e show cooking con maestri giapponesi.

Quest’anno il Sushi Village è una novità al Festival e tra le numerose specialità propone la pasticceria giapponese.

Mochi, dolce tradizionale giapponese

I dolci giapponesi, chiamati wagashi, sono proposti da Kayoko Tokumoto, una grandissima pasticcera proveniente direttamente dal paese di Kobe che, tra i tanti, prepara anche dorayaki per tutti i gusti. Dall’originale farcito con crema azuki, al ripieno di té matcha, fino all’italianizzato e golosissimo cioccolato.

I dolci si possono degustare con vari tipi di tè, mentre per tutti gli altri cibi c’è il tradizionale sakè giapponese, la più famosa bevanda alcolica nipponica prodotta con riso fermentato, acqua di sorgente e Koji.

Il coinvolgimento emotivo del Festival

Il senso di questa manifestazione è forse espresso dallo Holi Festival, dedicato alla tradizione spirituale e religiosa induista. Celebra sentimenti ed emozioni positive ed intense. Si balla, si canta e ci si diverte lanciandosi polveri colorate, un modo simbolico per rendersi tutti uguali e per creare un momento di gioia tra amici e sconosciuti. Senza la paura di sporcarsi, tutti abbandonano ogni sentimento negativo e aprono il cuore e l’anima all’integrazione, la pace e l’armonia tra i popoli.

Holi Festival

Lo scopo della manifestazione è quello di lasciarsi colpire e trasportare dalla bellezza delle diversità di un mondo tanto vasto, che deve far riflettere trasmettendo calma, serenità, coinvolgimento e allo stesso tempo divertire per trovare un senso di pace interiore.


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