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Quattro chiacchiere con Thibault Tresca

L’intervista all’autore Thibault Tresca, svolta dal portale web OTAQUEST, ha avuto il piacere e l’onore di parlare un po‘ con il talentuoso creatore e animatore sulla sua vita prima di Pop Team Epic, gli eventi che l‘hanno condotto al lavoro della sua vita e i suoi consigli per altri aspiranti autori.

JAPON MIGNON (prodotto da Thibault Tresca)

Gran parte del primo volume di Pop Team Epic è adattato dal manga, ma ”Japon Mignon“ dell’animatore francese Thibault Tresca è una sua crazione originale. In questo breve siparietto comico, Tresca si occupa delle parti in solo 3D e le sequenze in live action, iniziando proprio con una parte fisica dove interpreta se stesso, seduto al computer, mentre introduce la scena in francese.

A completare l’opera, il suo corto in 3D dove il cast dei personaggi visita Parigi con il doppiaggio da parte di attori francesi. La doppiatrice Fanny Bloc ha impersonato Popuko, mentre l‘attrice TV canadese Christine Bellier ha impersonato Pipimi.

Per Tresca, lavorare con Kamikaze Dōga è stato in parti uguali duro lavoro e pura fortuna. Nulla l‘avrebbe preparato per quanto sarebbe accaduto quando cominciò la serie Pop Team Epic, pur avendo già lavorato in Giappone.

Il primo video basato sul Giappone nel tuo canale Youtube risale a 3 anni fa e segue le tue avventure ed esperienze visitando il paese. Puoi dirci cosa ti ha ispirato a crearlo?

Quando sono stato in Giappone per la prima volta, ero ad uno stage. Ho sempre voluto fortemente venire qui e ho come avuto la sensazione che quello fosse il momento giusto. Lo stage era in un piccolo studio ad Harajuku, dove ho fatto delle semplici animazioni 3D.

Il proprietario era anche lui francese (la moglie era giapponese) e sono stato lì circa due mesi. Mi è piaciuto tanto da volerci ritornare. Ho finito col farne un altro a Sydney, in Australia, prima che spuntasse la possibilità di tornare a Tokyo, dove mi sono fatto strada da volontario nel SIGGRAPH Asia.

Ero tutto il tempo a filmare video, volevo davvero fare mio tutto ciò che vedevo.

Quando parli sia di film making sia di animazioni 3D, trovi ci siano tratti in comune tra i due mezzi che agevolano il processo?

La soddisfazione che ottengo dall’animazione 3D, paragonata al film making, è abbastanza differente. Sento che l‘animazione è più un processo a lungo termine, osservando frame dopo frame man mano che lavori. Mi piace registrare ed editare perché è quasi una gratificazione istantanea, opposta al bisogno di creare tutto un pezzo alla volta. I due mi sembrano abbastanza diversi come minimo.

Puoi dirci qualcosa su come eventualmente continueresti a lavorare con Kamikaze Dōga?

Nel 2015 ho viaggiato per il SIGGRAPH Asia come ho detto, e quando sei un volontario hai qualche vantaggio in più. Hai l‘opportunità di avere il tuo curriculum esaminato da veri professionisti che, ironicamente, sono essi stessi volontari e ti danno qualche dritta su come migliorare il tuo lavoro per l‘industria.

Mentre aspettavo il mio turno di valutazione, un mio amico mi disse che c‘era una compagnia giapponese che, se fossi stato interessato, sarebbe stata felice di dare un‘occhiata al mio lavoro. Mi disse che sarebbe andata bene comunque se fossi rimasto lí ad aspettare in fila.

Ho pensato tra me e me “Sì, diamine“ e andai da loro. Era la compagnia di Kamikaze Dōga, e quando li approcciai aspettando un responso, mi chiesero se fossi interessato a trasferirmi a Tokyo per lavorare da loro.

Sfortunatamente, dovevo ancora finire un anno di studi così risposi “Rimaniamo in contatto!“ e mandai loro una mail 6 mesi dopo. Si ricordarono del mio lavoro e proposero di fare un colloquio su Skype, durante la quale mi assunsero subito. Una volta diplomato, mi sono trasferito a Tokyo per incontrarli, ho sbrigato le faccende del visto e il resto è storia.

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Il lavoro con la Kamikaze Dōga

— Parlando della Kamikaze Dōga, qual era il tuo primo progetto lavorativo con loro?

In realtà il mio primo progetto con loro era proprio Pop Team Epic.

— Ed eri in sintonia con il team di sviluppo allora?

Assolutamente no. (ride) Praticamente, quando sono arrivato mi chiesero se volessi fare “questo“ o “quello“, non ricordo cosa fosse l‘altro, ma Pop Team Epic mi ha catturato a causa dei personaggi.

Ma darmi la scelta in realtà era una prova: non conoscendo nulla delle due serie, in pratica era come dirmi “O sei in grado di fare questo o te ne vai“. (ride) Sudavo freddo perché all’epoca non sapevo una parola di giapponese, ma in realtà la questione si risolse presto.

Immagine dal piccolo corto in francese.

Quando decisi di lavorare su Pop Team Epic mi dissero chiaramente di non informarmi troppo. Volevano che non copiassi quello che già esisteva nel manga. Era una situazione del tipo “leggi il manga ma non informarti troppo, fai quello che devi e poi approveremo il tuo lavoro“.

Non avevo idea che così tante persone fossero così entusiaste della serie, quando il capo mi disse che avrebbero inserito l‘intervista prima del mio pezzo ho pensato fosse strano. La mia scena era molto breve e non pensavo necessitasse una spiegazione, ma sono andato avanti comunque nonostante fosse un po’ imbarazzante.

Quello che non capii fu che il fatto di buttarmi nel mezzo di un episodio parlando francese tutto fosse parte dello scherzo. Sinceramente, pensavo che le riprese fossero per un video dietro le quinte, non avevo idea lo avrebbero inserito nello show.

Poi all’improvviso il mio telefono inizia a vibrare e mi ritrovo messaggi come “Oh, ti ho visto in TV, che figata!” e in quel momento ho pensato “Che cosa ho fatto?”. 

— (Ride) Quindi tu non avevi proprio idea che saresti andato in TV?

Per nulla, le sequenze dello show in cui vengo intervistato erano tutte pre-filmate, per cui ero del tutto ignaro la mia faccia venisse trasmessa. Ma immagino fosse tutto parte del loro piano. Alla fine sono diventato un grande fan della serie, così ora sogno di tornare indietro nel tempo e cambiare molte scene.

Ripensandoci, suppongo fosse davvero questo ciò che loro volevano da me.

Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che diresti a te stesso di cambiare nelle sequenze?

Non avevo molto tempo per lavorare sulla storia, avevo circa una settimana per venir fuori con delle idee divertenti così ho lavorato come potevo in quel lasso di tempo.

Una cosa che non sapevo era che nelle mie scene i personaggi di Popuko e Pipimi dovevano essere… Graziose? Ho mancato quella parte per mancanza di conoscenza delle fonti, ma suppongo era quello che volevano.

Japan Mignom Pop Team Epic

— Così mentre tu lavoravi sulle sequenze non ti davano indicazioni o giudizi?

Per nulla. La cosa bella è che hai libertà nelle tue creazioni. Tuttavia non volevano darmi indicazioni di sorta e mi sentivo un po‘ brancolare nel buio.

La prima volta che ho consegnato una bozza avevo provato a mimare il manga ed erano abbastanza contrariati perché volevano io facessi un mio proprio lavoro.

— Dunque la tua introduzione è partita con un dito medio del tuo capo: sapevi chiaramente non sarebbe stato uno show tradizionale. Cosa ti ha spinto a presentare il narcisismo francese nella tua sequenza?

In realtà me l‘hanno chiesto. Non nel senso, di fare qualcosa di francese, perché se fossi stato australiano mi avrebbero chiesto di fare qualcosa di australiano. Era più fare qualcosa nelle mie corde, nella mia istruzione e di osare cose strambe.

Dato che sono francese, sento di poter prendere in giro i miei concittadini. Ma dato che dovevo essere ripreso non volevo strafare e per fortuna non l‘ho fatto, altrimenti la mia faccia sarebbe diventata nemico pubblico n. 1.

Esiste la “sindrome di Parigi”, per cui gli asiatici visitano la città aspettandosi un paradiso, per poi vedersi infrangere i propri sogni. Questa è stata la principale ispirazione.

— Nell’ultimo decennio sono stati numerosi gli autori stranieri farsi largo nell’industria nipponica. Cosa pensi equivalga a essere straniero nel settore o essere giapponese?

E’ risaputo che il modo con cui animano qui è diverso dallo stile occidentale. E’ davvero unico e riconoscibile lo stile quando si paragona al resto. C’è sicuramente un vantaggio nel portare un giapponese rispetto ad uno straniero, solo per il fatto che non devi insegnargli nulla in quanto è tutto quello che sanno, a differenza di uno straniero che deve adattare. 

Detto ciò, avere uno straniero nello staff è bello perché può portare quel qualcosa di diverso alla serie, che è quello che mi è stato chiesto al Kamikaze Dōga. Quando mi è stato chiesto invece di lavorare alla loro maniera, ho avuto bisogno di qualcuno che mi tenesse per mano lungo la via. 

— Stiamo entrando in un periodo in cui sempre più stranieri desiderano sbarcare nell’industria giapponese: cosa suggeriresti loro?

La cosa più importante è imparare giapponese, sebbene sia scontato. Quando sono arrivato non sapevo nulla, ora passo dopo passo sto migliorando. Quasi nessuno parla inglese nella mia compagnia, di conseguenza ai meeting rimanevo lì a decifrare cosa si era detto e se riguardava me.

Non aver paura di parlare con il tuo capo se non ti senti a tuo agio. Questa è una cosa in cui non sono mai stato bravo, ma queste persone sono tue amiche e quasi la tua famiglia. Se non chiedi nulla, nulla cambierà in tuo favore. 

In particolare, bisogna stare attenti alla cultura del salario. Per esempio, non sapevo che qui è cosa comune pagare a partire dal secondo mese e che ogni mese ti danno lo stipendio del precedente. 

Ovviamente leggi il contratto per bene, e assicurati che ti venga offerto nella tua lingua nativa. Io sono stato relativamente fortunato nei miei viaggi intorno al mondo, ma può essere un grosso problema.

— Bene, questo risponde a tutte le nostre domande per oggi. Grazie del tuo tempo. C’è qualcosa che vuoi dire ai tuoi fan internazionali?

Grazie mille per supportare il mio lavoro e godetevi Pop Team Epic!

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