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Quattro chiacchiere con Kaiu Shirai e Posuka Demizu

Vincitore del Premio Shogakukan del 2017 per la categoria shōnen e subito esploso come uno dei manga rivelazione dell‘ultima generazione, The Promised Neverland si è distinto immediamente sulle pagine di Shōnen Jump. La coronazione degli sforzi e dei sacrifici di due artisti poco più emergenti, Kaiu Shirai e Posuka Demizu, sono rispettivamente scrittore e illustratrice di questo grande successo.

Prima dello scalpore portato dall’opera, Demizu ha lavorato in solitaria ad un altro manga, intitolato Kirugumi, tra il 2013 e il 2014 e racchiuso in 3 volumi. Proprio tramite questo progetto, incontrò per la prima volta Kaiu Shirai, che, estasiato dalle sue tavole, iniziò ad inviarle alcuni copioni per storie brevi.

Il duo testerà le proprie abilità due anni più tardi, nel 2016, attraverso la one-shot Poppy’s Wish, presentanto sempre sulle pagine Shōnen Jump. La redazione si è voluta fidare di questo breve racconto, che preannunciava già una ventata d’aria fresca a ridosso di un genere troppo canonico e codificato.

Il primo agosto 2016 rappresenta una data fondamentale per la coppia: inizia l’avventura di Emma, Norman e Ray sulle pagine del Jump. Di capitolo in capitolo, il manga diventa sempre più tetro, sconvolgente e capace di distruggere i monotoni paradigmi cristallizzati da tempo nello shōnen.

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Come hai concepito questo progetto?

Kaiu Shirai: Inizialmente, c’era un prototipo di trecento pagine che avevo scritto e proposto a Shōnen Jump. Con il mio editore abbiamo, quindi, iniziato a cercare un disegnatore. Tuttavia, nessuno corrispondeva a quello che volevamo e iniziai a pensare che il progetto sarebbe stato abbandonato entro poco tempo.

Dal momento che la serie non era conforme ai classici stereotipi del genere, l’impresa si faceva ancora più complicata. Avevo perso le speranze. Finchè un giorno non scoprii i disegni di Posuka Demizu e ne rimasi incantato.

Da allora, lavorando insieme, abbiamo dato vita ad una routine incentrata soltanto sulla nostra opera: io creo i vari scenari e copioni incentrati sulla trama del manga, mentre lei disegna le prime bozze. Infine, ci vediamo per discutere riguardo tutti gli aspetti del capitolo. Dopiché, Demizu realizza i ritocchi finali.

— Qual è l’origine dello scenario di The Promised Neverland?

Kaiu Shirai: È tutto scaturito da una collimazione di tre punti importanti. Da bambino feci un incubo spaventoso in cui stavo cercando di sfuggire ad un orribile mostro che voleva mangiarmi.

Come lettore di manga, volevo leggere la storia di un evasione che non avveniva in una tipica prigione, ma altrove. Alla fine, una volta visto l’adattamento animato di un manga di Shōnen Jump, ho iniziato a riflettere come un vero autore. E così è nato The Promised Neverland.

Da bambini sognavate di intraprendere questa carriera?

Posuka Demizu: Ovviamente adoravo i manga, ma diventare mangaka non era necessariamente il mio sogno. Ho iniziato ad inviare le mie tavole dieci anni fa e l’inizio non fu molto promettente.

Stavo lavorando nel settore del restauro, quando Shirai ha visto i miei disegni. È stata una vera opportunità per me che non sono molto brava a scrivere sceneggiature.

Kaiu Shirai: Prima di gettarmi nel mondo della scrittura, lavoravo in un’azienda che ho dovuto lasciare per motivi di salute. Volevo essere creativo e, a tal proposito, l’editoria mi ha da subito affascinato.

Credevo che, se avessimo avuto la possibilità di pubblicare anticipatamente alcuni capitoli su Jump, prima o poi ci avrebbero dato l’occasione per brillare sulle pagine del settimanale. E così è stato.

Posuka Demizu intenta a disegnare uno sketch di Emma, Norman, Ray e Little Bunny.

— Quali sono state le vostre ispirazioni e le vostre influenze?

Posuka Demizu: Soprattutto i libri per bambini inerenti il folklore di tutti gli angoli del mondo e videogiochi, come Final Fantasy.

Dal momento che non vado matta per i film horror, per le scene più pesanti e crude ho fatto appello alla mia immaginazione. Ritengo che la nostra immaginazione abbia degli elementi più spaventosi rispetto a quelli del cinema.

Kaiu Shirai: Inizialmente ho preso spunto da tutto ciò che concerne il folklore giapponese, con i suoi demoni e i suoi spiriti, poi ho sfruttato, come fonte d’ispirazione, prevalentemente i racconti dei fratelli Grimm, come Hänsel e Gretel e Cappuccetto Rosso.

Ho preso alcuni elementi anche da Monster, capolavoro del maestro Naoki Urasawa, dai fantasiosi mondi dello Studio Ghibli e dall’Inghilterra vittoriana di Jack lo squartatore. Ho visto anche moltissimi film sulle evasioni: La Grande Fuga (1963), Papillon (1973), Fuga da Alcatraz (1979) e la serie Prison Break (2005-2009).

— Secondo quale criterio hai definito le personalità di Emma, Norman e Ray?

Kaiu Shirai: Volevo dar vita a personaggi ottimisti e fiduciosi, in grado di richiamare i vari eroi che hanno popolato e popolano le pagine di Shōnen Jump. Emma doveva essere la quintessenza di questo atteggiamento positivo.

Norman doveva essere il pilastro del gruppo, mentre Ray doveva aveva un carattere diametralmente opposto e più tenebroso. Ho abbozzato degli schizzi con alcune loro mimiche facciali, evidenziando alcuni aspetti peculiari. Poi Demizu ha affinato i dettagli relativi agli atteggiamenti e ad alcune caratteristiche.

— In The Promised Neverland, i migliori studenti sopravvivono, mentre i peggiori vengono divorati. È una critica alla società e al sistema scolastico giapponese?

Kaiu Shirai: No, non avevo questo intento. Però, mi rendo conto che hai ragione (ride). Per quanto concerne l’ambiente scolastico, in Giappone abbiamo principalmente problemi di molestie tra i bambini.

Il problema è talmente tanto radicato che i ragazzi hanno paura di denunciare i soprusi per non diventare a loro volta una vittima. La “psicologia di massa” era un argomento che, prima o poi, avrei voluto trattare.

Più che concentrarmi sulla società giapponese, voglio evidenziare aspetti del Giappone molto più quotidiani, come la famiglia, la scuola e il modo in cui i più giovani vedono gli adulti.

— Come vivi questo successo improvviso?

Posuka Demizu: Siamo felicissimi, è davvero meraviglioso! Tuttavia non abbiamo tempo per assaporarlo, siamo sempre a casa a lavorare.

🔗 Fonte:  Le Point Pop

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