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La carta che non c’è

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Il mese scorso ha iniziato a circolare una notizia riguardante la mancanza di carta nel settore dell’editoria, che ha creato vari ritardi nelle pubblicazioni di fumetti, libri e riviste. Ma da cosa è causata questa mancanza e che ripercussioni ci saranno per gli acquirenti?

Qual è il problema?

Già da alcuni anni, la carta ha iniziato ad essere un importante sostituto per la plastica, più nociva per l’ambiente, di difficile smaltimento e riciclo.

Un’altra stangata è arrivata con la crisi legata alla pandemia. Seppur molti abbiano scoperto (o riscoperto) gli audiolibri e gli e-book, si è tornato a leggere di più, arrivando ad avere un incremento del 14% a livello globale e uno del 18% per l’Italia, dove notoriamente solo una persona su due legge almeno un libro all’anno.

Allo stesso tempo, qualunque ordine fatto online (e sappiamo che ne sono stati fatti parecchi nel 2020) viene spedito principalmente in scatole di cartone, portando a un ulteriore sfruttamento della cellulosa.

Questa domanda si è scontrata, specialmente quest’anno, con una mancanza di materie prime. La chiusura delle attività, data dai vari lockdown in tutto il mondo, ha inceppato la catena di montaggio per la produzione di materiale stampato.

L’improvvisa frenata ha spinto il prezzo della cellulosa a crescere vertiginosamente (+60%), sia perché di alberi ne sono rimasti relativamente pochi, sia perché i grandi esportatori di carta cercano di prediligere il proprio mercato interno.

Inoltre, non solo la materia prima è diventata più costosa, ma anche il processo per farla diventare libro, rivista o fumetto ha subito un rincaro. Basti pensare al gas naturale per i macchinari, o più banalmente, l’inchiostro, le stampanti, i colori. Alcuni esperti hanno ipotizzato che il problema della mancanza di carta potrebbe protrarsi fino al 2023.

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E in Italia?

In Italia abbiamo constatato che quasi tutte le case editrici hanno pubblicamente esposto il proprio problema con il reperire carta, prima fra tutte Star Comics

Il 13 ottobre, in un post pubblicato sia sui principali social, che sul sito ufficiale, ha reso noto come “Il motivo degli slittamenti è legato a difficoltà nel reperimento della carta, la cui produzione – a causa dei problemi derivanti dalla pandemia da Covid-19 e del grande e improvviso boom che ha interessato il mercato editoriale in tutto il mondo – è diventata attualmente insufficiente a coprire le richieste e i fabbisogni”.

Il boom di cui parla la Star Comics lo possiamo rivedere anche in piccolo, nel mercato nostrano. I manga, attualmente, sono diventati prodotti comprati e letti da chiunque, specialmente dalle nuove generazioni (sì, proprio voi zoomer!).

A settembre, infatti, il libro più venduto è risultato essere One Piece. A seguito, c’è un altro manga estremamente popolare, che ha conquistato il podio come titolo con la più alta tiratura di copie: Demon Slayer.  

Per gestire al meglio questa lentezza nella stampa, molte case editrici hanno iniziato a far slittare (di un mese circa) le proprie uscite. Inoltre, con un caldeggiato invito dalle aziende che stampano i libri, stanno pianificando con largo anticipo le copie che dovranno poi essere portate sul mercato.

E in Giappone?

Il Giappone non se la sta passando molto meglio del resto del mondo, tantomeno meglio dell’Italia. Già nel 2020 si era riscontrato un andamento “diverso” nella vendita dei manga, che sta portando a un ammodernamento nel settore.

Le persone non comprano più le riviste contenitore! Be’, le comprano, ma a livelli quasi irrisori ormai, se comparati ai numeri di dieci o quindici anni fa.

Le riviste contenitore, come il famosissimo Shōnen Jump, sono sempre state l’attrazione principale del mondo fumettistico made in Japan, in quanto palco di prova per i titoli che, se avessero avuto successo col pubblico, avrebbero ricevuto il passaggio ai volumetti singoli, i cosiddetti tankōbon (単行本).

Eppure, il Giappone non è immune ai cambiamenti sociali e culturali (come spesso cerca di far credere all’estero): adesso, si prediligono proprio i volumi, rispetto alle riviste.

Molti, come in Europa del resto, si avvicinano all’universo cartaceo tramite altri media, che siano adattamenti animati o live action. Quindi, il passaggio per scoprire nuovi titoli a cui appassionarsi non è più obbligato tramite le riviste contenitore, ma passa per il video.

Questo ha portato anche alla spinta delle versioni digitali, denshiban (電子版). Queste, secondo un sondaggio della Shuppan kagaku kenkyūjo (出版科学研究所, Istituto di ricerca per l’editoria), sono ora al primo posto nelle vendite.

Traduzione © Cami / Grafico © Shuppan kagaku kenkyūjo

Il cambio repentino di preferenze fra digitale e cartaceo trova riscontro anche nell’enorme ammontare di applicazioni online che permettono la lettura di manga in modo completamente legale: LINE Manga, Pikkoma, Mecha Komikku sono solo alcune fra le più popolari.

Le tirature delle copie cartacee, per colpa di questa diminuzione di cellulosa e, anche, d’interesse da parte del grande pubblico, è quindi diminuita in modo rilevante e si prospetta una futura e ulteriore diminuzione.

E… Poi?

In questo momento di instabilità economica globale, con rincari e deprezzamenti in ogni dove, non ci si dovrebbe sconvolgere se un settore così importante, come quello dell’editoria, possa subire dei tracolli non indifferenti. Ovviamente, non possiamo dare una soluzione al problema e nemmeno sapere se questo shift al digitale sarà sempre più prevalente o… Forzato, per mancanza di risorse.

Sicuramente resteremo a vedere l’evolversi della situazione. 

🔗 Tutti i dati riportati rimandano a link dove si possono controllare le fonti personalmente.

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