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Kinnikuman: il fuoco che arde nei nostri cuori

Kinnikuman Volume 2

Indice contenuti

Siamo negli anni ’70, Takashi Shimada e Yoshinori Nakai, due ragazzi che condividono una forte passione per il manga, e che hanno da poco terminato i loro studi alla Hatsushiba High School di Osaka, sono ora concentrati sul loro obiettivo principale: diventare dei mangaka di successo.

Ad appena 16 anni sottopongono i loro “Mammoth” e “Gong desu yo“, due manga sul wrestling, a Shūeisha, rispettivamente per l’Akatsuka Award e per il Tezuka Award. Nessuna delle due opere vincerà, ma a Shūeisha ci vedono lungo, e offrono una possibilità ai due giovani, oggi conosciuti come il duo leggendario “Yudetamago” (uovo sodo in italiano).

• La genesi

L’8 gennaio 1979, Kinnikuman compare sulle pagine del 524° numero di Weekly Shōnen Jump, il settimanale di Shūeisha che ha visto nascere moltissime delle opere che ancora oggi vengono lette e apprezzate in tutto il mondo. Al suo debutto Kinnikuman appare come un semplice gag manga, quasi bambinesco, che fa fatica a fare presa e non era particolarmente apprezzato in casa Shūeisha.

Shigeo Nishimura, ai tempi caporedattore, nonostante tutto, rimane fortemente convinto che l’opera sia destinata ad un grande successo, e così, nella primavera del ’79, si reca ad Osaka per convincere le famiglie dei due ragazzi a lasciar loro l’opportunità di trasferirsi a Tokyo per diventare due mangaka professionisti, promettendo che lui stesso si sarebbe occupato di loro e del loro trasferimento. Nel maggio dello stesso anno, Kinnikuman viene ufficialmente serializzato.

Kinnikuman Volume 1

• L’insospettabile successo

La serie otterrà un enorme consenso di pubblico, tanto che tra il 1979 e il 1987 ne verranno stampati 37 volumi. Nel 2011 inoltre, Kinnikuman riprende la sua serializzazione, che continua ancora oggi per un totale che attualmente ammonta a ben 72 volumi.

Nel 1983, intanto, Tōei aveva acquisito i diritti per dare alla serie il suo primo adattamento animato, ad opera dello sceneggiatore Kenji Terada (Orange Road, Ushio e Tora). La serie proseguirà per 137 episodi, e darà vita a un fenomeno che travolgerà con furore la cultura pop giapponese degli anni ’80. Ma a cosa possiamo attribuire l’enorme successo di un’opera che già agli esordi pareva destinata al fallimento?

• Il protagonista

Partiamo dalla trama: Kinnikuman narra le gesta di Kinniku Suguru, il nostro protagonista, un personaggio singolare, oltremodo buffo e muscoloso, erede al trono del Pianeta Kinniku (Pianeta Muscolo”), pianeta che ha dato vita a una potentissima stirpe di guerrieri mascherati.

Suguru è infatti un Chojin, una razza di persone provenienti da ogni parte del mondo, le cui capacità sorpassano nettamente quelle dei semplici esseri umani. Al tempo della narrazione, Suguru si trova sulla Terra, poiché, quando era ancora in fasce, dopo una gita sul nostro pianeta, fu gettato fuori dall’astronave dei suoi genitori, in quanto questi ultimi lo avevano scambiato per un maiale.

Da una trama del genere normalmente, non ci si può aspettare altro che un’opera comica, eccentrica, a tratti trash e infantile, ed effettivamente i suoi inizi lasciavano presumere proprio questo, ma nessuno si aspettava il fortissimo ma allo stesso tempo sottile cambio di direzione che sconvolse l’opera in seguito.

• La saga dello sterminio dei Kaiju

L’opera inizia come una parodia di Ultraman, Suguru è infatti in grado di ingigantirsi (mangiando aglio), per combattere contro kaiju extraterrestri, ma si dà il caso che sia anche considerato da tutti il Chojin più debole e inaffidabile, un buono a nulla che entra in azione solo quando nessun’altro può occuparsi dell’incarico del momento.

I suoi genitori lo considerano indegno del trono del Pianeta Kinniku, e decidono quindi di lasciarlo nelle mani di Alexandria Meat, che servirà da assistente e allenatore per Suguru. I due intraprendono uno stravagante percorso, che condurrà Suguru a diventare uno dei più forti e amati supereroi del Giappone.

• Il “pro-resu”

Presto la trama inizia ad allontanarsi dalla sua impostazione iniziale, Suguru infatti non combatte più contro i kaiju che dominavano la scena nelle prime battute dell’opera, bensì lo vediamo impegnato nella ventesima edizione dei Giochi Olimpici per Chojin, palcoscenico che getterà le basi per uno dei cambi di direzione più azzeccati nella storia del fumetto giapponese: senza neanche accorgercene, Kinnikuman, che prima appariva esclusivamente come un’opera comica e fortemente parodistica, adesso assume un volto nuovo, grazie ad una cornice diversa, quella del “pro-resu”, il wrestling professionistico.

• Il nuovo volto dell’opera

Adesso Suguru combatte per tenere alto l’onore del Giappone durante le olimpiadi e per proteggere i suoi amici e la Terra dalle minacce di Chojin malvagi, migliorandosi e crescendo scontro dopo scontro, sempre a fianco del suo miglior amico Meat.

Nel suo percorso, Suguru entra in contatto con una miriade di personaggi stravaganti, molti dei quali stringeranno un’alleanza con lui in nome della loro amicizia, e in nome di quel senso di giustizia che arde in fondo al cuore d’oro di Suguru, che in perfetto stile battle shōnen riuscirà sempre (o quasi) a portare a termine i suoi incontri con rimonte e colpi di scena sempre più sbalorditivi.

Kinnikuman personaggi

• Un eroe sui generis

Kinnikuman ci propone un eroe che non ha nulla a che vedere con gli eroi idealizzati a cui siamo stati abituati sin da piccoli. Suguru è un eroe atipico: è eccentrico, bambinesco, ha paura, è sgraziato, incosciente e lento di comprendonio, ma nonostante questo, ha saputo far innamorare una gigantesca fetta di pubblico, dai più piccoli fino a un pubblico più maturo, combinando in maniera impeccabile la componente comica del gag-manga a quella battle shōnen.

È l’eroe di chi non crede in personaggi perfetti e sempre ligi al dovere, ma preferisce eroi più “umani”, personaggi che semplicemente essendo loro stessi sono in grado di conquistare la nostra simpatia e ottenere grandi risultati, impegnandosi per proteggere i valori in cui credono.

• Una giostra di emozioni

Kinnikuman risulta dunque una serie che, esattamente come il suo protagonista, sa perfettamente quando è il momento di prendersi sul serio e quando non farlo, rivolgendosi ancora oggi in modo eccellente ad un ampio target di riferimento. Si tratta infatti di un’opera che già nel 1979 era capace di uscire fuori dagli schemi, facendo viaggiare i suoi lettori su un rollercoaster di emozioni in grado di cambiare marcia da un capitolo all’altro. Un’opera capace di farti ridere, piangere, sgranare gli occhi e saltare dalla sedia nel giro di poche pagine, senza mai risultare banale o superficiale.

Kinnikuman personaggi 2

• Ricezione

In Giappone il successo dell’opera fu enorme a livello commerciale, solo la prima serie originale di 36 volumi ha venduto più di 53 milioni di copie su scala nazionale, ispirando numerose serie successive, film, spin-off, merchandising e video giochi, ma nonostante questo, Kinnikuman rimane pressoché inedito al di fuori del suo paese d’origine.

La serie originale infatti non è mai stata trasmessa in occidente, ad eccezione di Spagna, Cile e Francia, dove fu messa in onda seppur censurata. L’adattamento animato di Kinnikuman Nisei, sequel della prima serie originale, che narra le vicende del figlio di Suguru, Kinniku Mantaro, fu trasmesso anche in occidente con il nome di Ultimate Muscle, riscuotendo un discreto consenso di pubblico.

Le difficoltà di messa in onda della serie fuori dal Giappone e del suo ingresso nel mercato occidentale sono state probabilmente dovute a problemi di censura, personaggi fin troppo controversi e scene che il pubblico occidentale avrebbe forse fatto difficoltà a digerire, limitando pesantemente la crescita di quello che con molta probabilità avrebbe potuto essere un fenomeno globale al pari di giganti come Dragon Ball di Akira Toriyama o Saint Seiya di Masami Kurumada.

• Un’epopea da recuperare

Nonostante la sua irreperibilità, Kinnikuman di Yudetamago è un’opera leggendaria che non può mancare nel bagaglio culturale di un lettore di manga. Nella sua lettura, avremo modo di vivere la spettacolare epopea di un eroe che è stato capace di distruggere ogni canone, e di far ardere dentro a noi lettori una fiamma ruggente, alimentata dalle voci e dal calore di personaggi iconici, pazzi e surreali, dei quali ci siamo innamorati, e che, grazie alle loro storie, sono stati in grado di farci vivere emozioni fortissime, come pochissime altre opere sono state in grado di fare. Un classico senza tempo, che occupa uno spazio speciale nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il piacere di scoprirla.

Kinniku Mantaro
Bye!

• Se ti interessa approfondire l’argomento Shōnen: I ragazzi e i manga shōnen: tra azione e avventura

Comments

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  1. Bell’articolo complimenti, molto diretto e conciso. Grazie di avermi fatto rosicare ancora di più sull’irrecuperabilità del manga e dell’anime in Italia.
    Fuoco

  2. Complimenti per il tuo primo articolo Volpescu, bell’articolo, il fatto che tu abbia parlato di kinnikuman mi riempie di gioia. Kinnikuman è un opera pazzesca e come dici tu va assolutamente recuperata.

  3. Molto interessante, ha attirato la mia curiosità essendo che ne avevo solamente sentito parlare!

  4. Capolavoro sotto ogni punto di vista, con purtroppo, un destino aimé sfortunato, ma all’interno salde radici pronte a stupire chiunque chi, voglia aprire un occhio verso una vecchia roccia piena di passione come Kinnikuman.
    PS. Io come protesta, per tradizione ogni estate riguardo la serie animata Kinnikuman Nisei (Ultimate Muscle) dal forte lato comico sempre attuale.

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