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Perché le opere di Junji Ito hanno tanto successo?

Addentriamoci nell’analisi di uno dei maestri dell’horror giapponese…

Il genere horror è un qualcosa che molti di noi amano e apprezzano: ci spaventa, ci mostra creature terrificanti, ci permette di vivere una esperienza di pericolo in sicurezza e a volte riesce addirittura a sconvolgerci. Ci sono molti modi in cui questo genere può essere definito, ma quando si arriva ai fatti, uno dei nomi più altisonanti in tale ambito è sicuramente quello di Junji Ito! Ma perché è così famoso? Cosa rende le sue opere così iconiche e conosciute? Quali sono le ragioni per cui ci rimangono così tanto impresse?

junji ito opere

L’horror occidentale e quello asiatico convergono in un punto, la scoperta di qualcosa di terrificante e macabro; l’evoluzione della vicenda in seguito a tale scoperta, però, è uno dei punti di distacco tra le due culture. Nel folklore occidentale, alla scoperta del mostro segue la ricerca di un modo per ucciderlo o di neutralizzarlo definitivamente. Il protagonista inizia una lunga ricerca del modus operandi del mostro, di quali sono i suoi punti di forza e soprattutto quelli di debolezza; tutti aspetti, insomma, che lo aiuteranno nell’eliminazione della minaccia.

Anche nelle opere di Ito il protagonista viene a conoscenza della presenza di un’entità mostruosa, ma raramente questa viene definitivamente sconfitta. Nella maggior parte dei casi, il mostro viene solo allontanato. Potrà anche non rappresentare più una minaccia per il protagonista, ma ciò non significa che non sia ancora in libertà, pronto a minacciare qualche malcapitato. Ci potrà essere una momentanea sensazione di pace, ma il terrore è ancora lì fuori, da qualche parte. Puoi allontanare Souichi, ma non puoi ucciderlo, è solo un bambino, Ci si può lasciare alle spalle la città senza strade, ma non la si può dare alle fiamme. Ci si sofferma molto sulla fuga e sulla sopravvivenza piuttosto che sull’essere eroi, in quanto a volte combattere qualcosa di troppo forte non è davvero la soluzione migliore.

jujni ito opere - souichi

In base a quanto detto, possiamo affermare che anche se Ito attinge al folklore orrorifico tradizionale, aggiunge sempre un tocco personale, quasi un suo marchio di fabbrica. Ad esempio, in Gli alberi dalle gemme di sangue ci sono dei vampiri, ma l’elemento più orribile sono i frutti che crescono e si ramificano dai corpi delle persone. I fantasmi appaiono spesso, ma non sono i soliti che infestano le case, questo è certo. Come Tomie una volta che inizia a rigenerarsi… (a proposito, lei cos’è?)

Di sicuro non conosciamo la risposta a tali domande, in quanto tali esseri sono costruiti per restare ignoti e sconosciuti. Quando i protagonisti vi si imbattono, non sanno come agiscono o come sconfiggerli, e nemmeno noi, gli spettatori, abbiamo quelle informazioni. Molte volte ciò non si scopre nemmeno alla fine della vicenda. Tali creature rappresentano l’ignoto, e l’ignoto è da sempre una delle paure più grandi dell’essere umano.

junji ito opere

I lavori di Ito si concentrano molto sull’horror corporeo e sulle ambientazioni grottesche. Ogni cosa presente è terrificante: non ti vorresti trovare faccia a faccia con nemmeno una delle creature partorite dalla mente di Ito, credimi! Arti troppo lunghi, troppi denti, oppure qualcosa che è molto simile alla realtà ma con qualche orrenda differenza. Ito è un maestro assoluto nel creare mostri. Anche se questi sono tradizionalmente affascinanti, come Tomie o il Bel ragazzo dei crocevia, è sempre presente una caratteristica che non fa quadrare i conti. Forse è il loro atteggiamento, o il fatto che spesso sembrano solo umani molto eccentrici; sta di fatto che quando la loro facciata di normalità crolla, l’orrendo prende il sopravvento.

Altra componente peculiare delle opere di Ito è il loro epilogo. Calcando molto la mano sul fatto che nella maggior parte dei casi le orrende creature presenti non vengono sconfitte e rimangono pertanto a piede libero, come si sentono i protagonisti? A volte tentano di ribellarsi a tale situazione, in altri casi si nascondono. Altre volte ancora diventano essi stessi dei mostri. Spesso non si fanno domande e non si voltano indietro. A permanere c’è sempre un senso di disagio e timore/terrore nell’animo del protagonista. È successo qualcosa, e quel qualcosa non può essere dimenticato. Tutto ciò che può fare è raccogliere le sue cose e andare avanti con la sua vita, anche se questa non sarà più la stessa.

junji ito opere - il funerale della bambola infernale

Non c’è alcun lieto fine, nulla che permetta di voltare pagina e di lasciarsi l’orrore vissuto alle spalle. Il fatto che lo scenario amato da Ito per le sue opere sia quello della vita di tutti i giorni contribuisce a generare un disagio costantemente presente nel fruitore dei suoi racconti. Per trovarsi faccia a faccia con il terrore basta solo essere nella situazione sbagliata, avere un amico troppo impavido o capitare nel posto sbagliato al momento sbagliato: tutte situazioni perfettamente plausibili nella vita reale.

L’horror non è un genere concepito per concludersi in maniera lineare e precisa, quanto piuttosto per far breccia nelle menti degli spettatori. A volte a darci la caccia è un horror che deriva dall’ordinario, qualcosa di inevitabile. Un argomento che non può mai dirsi concluso, un mostro che non può mai considerarsi sconfitto, qualcosa di perennemente in sospeso. Con la sua lunga serie di opere, si può dire che Junji Ito abbia cercato di esprimere proprio tali concetti.

jujni ito opere

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Quali sono le storie di Ito che ti piacciono di più? Quali quelle che non ti fanno dormire la notte? Faccelo sapere nei commenti!

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