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Intervista allo staff di Made in Abyss

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Dopo il successo dell’adattamento animato del 2017 del manga Made in Abyss, all’inizio del 2018 Kinema Citrus ha annunciato che avrebbe rilasciato due film riassuntivi per la serie, rispettivamente Made in Abyss Movie 1: Tabidachi no Yoake e Made in Abyss Movie 2: Hourou Suru Tasogare. Ecco a voi, qui di seguito, l’intervista allo staff di Made in Abyss, nella quale ci espongono le loro riflessioni sul titolo in questione.

I membri del team di Kinema Citrus sono stati ospiti all’Anime Central di quest’anno per presentare una proiezione speciale del secondo film (Wandering Twilight). Durante la convention, MyAnimeList ha avuto il piacere di partecipare a una conferenza stampa con il regista Masayuki Kojima, il compositore Kevin Penkin e il produttore musicale Hiromitsu Iijima. Queste domande e risposte ne sono il frutto.

L’intervista

L’intervista è stata condotta con l’aiuto di un interprete, perciò alcune parti sono state modificate per maggiore chiarezza.

intervista made in abyss
Da sinistra a destra: Kevin Penkin, Masayuki Kojima, Hiromitsu Iijima

Made in Abyss è uno degli anime più acclamati dalla critica, negli ultimi anni. Su MyAnimeList, è attualmente il 21esimo più votato di tutti i tempi. Le vostre aspettative erano che diventasse così popolare in Occidente? Potreste parlarci della vostra reazione riguardo l’accoglienza dei fan qui alla convention?

Kojima: In effetti siamo rimasti davvero sorpresi dalla popolarità di Made in Abyss. È un lavoro piuttosto sensazionale, quindi la risposta in Giappone ha superato le nostre aspettative. Eravamo un po’ preoccupati in merito ai fan occidentali, ma la risposta alla première di Made in Abyss: Wandering Twilight qui ad Anime Central si è rivelata addirittura più forte di quella in Giappone. Quindi sono molto contento del riscontro ottenuto, sia in Giappone che fuori, nonché qui ad Anime Central.

Per quanto riguarda i film – è stato difficile comprimere il materiale dell’anime in due opere cinematografiche? C’erano delle idee su cui volevate concentrarvi durante questa compressione?

Kojima: Quando prendi una serie TV di 13 episodi e provi a trasformarla in un film di 90 minuti, devi assolutamente fare delle modifiche. Penso che la cosa più importante sia creare ogni singolo film in modo che sia comprensibile anche senza l’anime. Un’opera che, anche se qualcuno si accosta alle vicende per la prima volta, può capire e apprezzare. Questo è ciò che abbiamo cercato di fare e ciò su cui ci siamo concentrati.

Analogamente alla domanda precedente: com’è stato tornare a lavorare su qualcosa che hai già fatto e avere la possibilità di fornire una diversa prospettiva? Ci sono state opportunità che si sono presentate durante la realizzazione del film per cambiare o migliorare le cose già fatte nella serie TV?

riko e reg

Kojima: Sì, ci sono sicuramente state molte opportunità. Quando stavamo trasmettendo la serie, eravamo molto sotto pressione. Ora che abbiamo avuto l’opportunità di fare questo film, c’erano alcuni momenti in cui ho visto la possibilità di sistemarne o modificarne qualche aspetto.

Iijima: E anche dal punto di vista musicale, c’erano musiche che non eravamo in grado di sfruttare a tutto tondo per la serie TV, e quindi siamo stati in grado di recuperarle e includerle. In realtà c’erano anche alcune canzoni inutilizzate che potevamo incorporare nel film.

Penkin: Sì, in occasione della première dell’altra sera ho visto il film nella sua interezza per la prima volta. Quando c’erano alcuni brani che avevano usato in modo diverso rispetto alla serie, mi ricordo di essermi rivolto a Kojima e di averlo semplicemente ringraziato.


Kojima: Penso che il modo in cui ti avvicini alla colonna sonora di una serie sia diverso da quello per un film, quindi sono contento che siamo stati in grado di incorporarvi queste tracce inutilizzate.

Penkin: Percepivo che l’uso della musica nei film, in particolare Wandering Twilight, si adattava molto meglio all’interno del mondo cinematografico. In un certo senso corrispondeva a un’opera più lunga rispetto a un episodio di 24 minuti.

Cosa ti ha spinto in primo luogo verso Made in Abyss? Cosa ti ha fatto dire “Voglio lavorarci sopra”?

riko

Kojima: A dire il vero, ho guardato da vicino il manga solo quando i produttori di Kadokawa mi hanno avvicinato e mi hanno offerto il ruolo di regista: quella era la mia opportunità per sedermi e leggerlo. Quando ho visto le immagini e la fantastica storia, ho capito che sarebbe stato un grande anime. Mi ha fatto molto piacere lavorarci.

Penkin: Vediamo… Sì, ero abbastanza felice di avere un lavoro. (Ride) E lavorare ad ogni progetto con Kinema Citrus è stato un grande piacere. Quindi, quando sono stato avvicinato per Made in Abyss, non credo avessi pienamente compreso quanto sarebbe diventato immenso e quanto sarebbe stato importante sia a livello personale che professionale. Solo dopo aver iniziato a scrivere per questo progetto mi resi conto di quante opportunità avessimo e che avremmo potuto fare qualcosa di abbastanza significativo.


Iijima: Io non avevo letto il manga, all’inizio. Tuttavia, quando finalmente lo feci, la mia prima impressione fu che i personaggi e la storia fossero ben realizzati, e mi sono ritrovato attratto dall’ambientazione in questione. Ho preso questa opportunità anche come una sfida ed ero molto eccitato quando abbiamo iniziato a lavorarci.

Quando hai determinati progetti come questo, cerchi di seguire la visione del mangaka nel miglior modo possibile, o la filtri interpretando a tuo modo?

Kojima: Quando trasformi qualcosa da manga ad anime, devi creare nuovi elementi visivi. Ci sono momenti in cui non puoi semplicemente replicare fotogramma per fotogramma la vicenda che il manga sta percorrendo. Non puoi adottare un approccio simile durante l’animazione. In questo caso, la qualità del manga originale era molto alta, quindi ho cercato di trarne molta ispirazione. Ho cercato di apportare il minor numero di modifiche possibile, ma alla fine, il mio compito è quello di mettere insieme ciò che è attraente ed eccitante del manga e far emergere quegli stessi sentimenti, per gli spettatori dell’anime. Ho cercato di preservare quei valori – cioè i valori e i sentimenti che ho visto nel manga – e di portarli sullo schermo, e spero di aver avuto successo.

Nell’anime il cibo è un’esperienza sociale e di legame. E così per voi, mentre stavate lavorando a questo progetto… Qual è stato il vostro cibo di conforto?

riko e il cibo

Kojima: (Ride) Questa risposta è completamente estranea all’animazione, ma io sono giapponese e quindi amo il sushi.

Penkin: I miei coinquilini a Londra lo sanno, ma io passo attraverso fasi di creazione di cibi diversi. Ho avuto una fase del pane dove lo preparavo, poi una della paella… È stato divertente. Ho anche avuto una fase del curry e molte altre, quindi non ricordo in quale fase stavo scrivendo per Made in Abyss… In realtà, penso sia stata la fase della paella. Quindi cucinavo paella in quantità enormi, il che è fantastico. Sì, mangio anche per stress. (Ride)

Iijima: Prima di alcune scene di registrazione, andavamo a casa di Kevin (Penkin) e gustavamo la sua cucina.

Penkin: Oh, giusto. Ho avuto anche una fase del risotto.

Iijima: È stata una bellissima esperienza.


Penkin: Sì, quando devi registrare molta musica abbastanza rapidamente, a volte è bello portare i musicisti a casa tua la sera prima e fondamentalmente gli offri vino e pasti, per spiegare loro la musica prima di entrare in sessione. È quasi come corromperli con il cibo.

Iijima: Ottimo nutrimento, però. E per completare la risposta… gli spaghetti Dandan, così come quelli cinesi tagliati a coltello, erano molto popolari tra lo staff mentre stavamo realizzando Made in Abyss.

Se viveste nel mondo di Made in Abyss, nella città di Orth, pensate sareste degli Esploratori? In tal caso, quanto sareste disposti a scendere nell’Abisso?

intervista made in abyss

Kojima: Penso che una delle cose più grandiose dell’essere un creatore sia che puoi interpretare scene e cose che normalmente non potresti fare nella vita reale. Non sono davvero andato lì e ho pensato a cosa avrei fatto in quel tipo di situazione, ma ad essere sincero… probabilmente sarei più felice restando in città, a Orth.

Penkin: Sono originario dell’Australia e il primo strato – il primo livello – ha molta vegetazione, luce solare e ragni. È abbastanza simile a quello a cui sono già abituato. Penso che fino a che si ha una sistemazione decente, un po’ di relax e occasionalmente ci imbattiamo in un ragno… beh, non che cerco attivamente ragni, ma ci sono comunque abituato. Quindi vorrei solo rilassarmi restando al primo strato.

Kojima: In realtà, ora che ci penso… Ho paura delle altezze, quindi probabilmente non sarei bravo nemmeno a Orth! (Ride)

In Made in Abyss ci sono molti momenti di tensione drammatica che suscitano reazioni emotive molto forti da parte dello spettatore. Esiste una metodologia per evocare tali risposte? O, per dirla più semplicemente, qual è il modo più semplice per far piangere lo spettatore?

Kojima: Non stiamo cercando di far piangere gli spettatori, ma direi che vogliamo assicurarci che gli spettatori capiscano il 120% di ciò che stiamo cercando di dire. Ci sono varie tecniche che usiamo per farlo. Ad esempio, il modo in cui modifichiamo insieme le diverse scene e le scelte musicali che facciamo: dove scegliamo di posizionare la musica e quali parti di essa cerchiamo di enfatizzare.

Penkin: Espanderò un po’ il concetto. Made in Abyss, secondo me, ha molte giustapposizioni. E sono sempre stato vivamente interessato all’abbinamento di musica che tradizionalmente non andrebbe con una scena che… beh, per esempio, c’è questo gioco chiamato Shadow of the Colossus. La battaglia finale, che dovrebbe essere la battaglia più epica e colma di tensione del gioco, usa un brano musicale molto lento. Applicare l’idea di – fondamentalmente – abbinare la musica a una scena in cui la musica stessa non è inappropriata, ma va contro le tue aspettative di tempo, per esempio, è una scelta che trovo piuttosto interessante. Scusate ma mi trovo costretto a fare un piccolo spoiler dell’episodio 13, ma c’è una scena in cui Mitty e Nanachi sono in un ascensore. Inizialmente, avevo pensato di suggerire una musica piuttosto aggressiva, distorta e incasinata, un brano chiamato “Crucifixion”. Invece, hanno finito per usare una traccia chiamata “Forest of the Abyss”, che è incredibilmente ambientale e presenta solo un violoncello solista, contro quella che è intrinsecamente una scena abbastanza violenta. Quel tipo di giustapposizione che trovo interessante e ho pensato che fosse infinitamente più efficace del banale “questo è spaventoso, facciamo musica spaventosa”. In qualche modo gli ha dato un po’ di profondità.

Avete, in qualsiasi momento della produzione, pianto per la storia di Made in Abyss?

Nanachi

Kojima: Non durante la produzione. Ho visto l’anime così tanto mentre veniva messo insieme – tutti e 13 gli episodi quando si stavano unendo con le immagini, i tagli grezzi, il doppiaggio e la musica – che non avevo davvero tempo di piangere. La mia testa era in un posto diverso a quel tempo, in uno sicuramente creativo, mentre stavo lavorando a quegli episodi, e non c’era davvero spazio per una risposta emotiva. Tuttavia, quando tutto è stato completato e ho visto la modifica finale… In quel momento ho pianto un po’, ma solo un pochino. (Ride)

Penkin: Ci sono queste fantastiche compilation di reazioni online, dell’episodio 10 e dell’episodio 13: le persone vanno lì e si registrano, è come il loro canale. Alcune di queste non hanno gestito molto bene quei due episodi e devo ammettere che… ho sorriso. (Ride) Sì, potrei avere un approccio leggermente più cinico. Schadenfreude: si rivela abbastanza gratificante vedere che qualcuno è… quale sarebbe la parola… “aggressivamente” influenzato dal lavoro in cui sei coinvolto. È come accorgersi di avercela fatta.

Iijima: Ho visto la serie così tante volte che mi sentivo come se non avessi davvero il tempo di piangere. Tuttavia, c’è questa scena nell’episodio 13, in cui Nanachi guarda indietro. L’animazione e l’espressione di Nanachi… È così efficace. Mi sembrava davvero che avrei pianto dopo aver visto quella scena.

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