in

Il mondo demoniaco dei manga: i demoni buoni di Blue Exorcist e Demon Slayer

Indice contenuti

Introduzione

Per la buona riuscita di una storia, l’elemento trainante è il conflitto nelle più diverse forme, di solito tra le forze del bene e quelle del male. Nei manga basati su elementi di fantasia, spesso e volentieri questa contrapposizione di poteri, più o meno enfatizzata da una buona dose di violenza e sangue, vede la parte maligna rappresentata dagli inferi e, in particolare, dai demoni.

In questo articolo vogliamo parlare di quei demoni che, nonostante la loro natura, hanno scelto di ribellarsi, schierandosi “dall’altra parte”. Possiamo definirli i “demoni buoni”. Pensandoci su, sono un fattore chiave importante, perché forse il male, per essere davvero sconfitto, ha bisogno di qualcosa che gli assomigli, e che possa, in parte, comprenderlo. Ma non solo: così come il bene ha in sé una punta di male, così anche il male ha in sé una parte di bene. È la legge dell’equilibrio degli opposti, dello Yin e dello Yang.

Tra i numerosi manga che includono dei “demoni buoni”, stavolta ci soffermeremo su Blue Exorcist e Demon Slayer. Partiamo però da un accenno alle origini di questa figura mitologica.

Dettaglio di due oni da una stampa di Katsushika Hokusai

Un accenno agli oni

Nel folklore giapponese gli oni () corrispondono alle creature che noi occidentali definiamo con il termine “demone” o “orco”. Essi nascono come spiriti benevoli che incarnano le forze della natura, tuttavia, con il passare del tempo, la loro connotazione cambia: nell’era Heian (794-1185) gli oni diventano esseri maligni, dal potere distruttivo. Questo per influenza del buddismo, il quale, dopo aver assorbito parte delle figure demoniache appartenenti alla cultura indiana, ha inglobato e assimilato loro anche gli oni, trasformandoli nei guardiani dell’inferno, con il compito di punire i peccatori e di portare calamità e distruzione.

Nel corso del tempo, gli oni sono stati raffigurati in vari modi. Essenzialmente si tratta di esseri giganteschi, dalle fattezze umanoidi, con uno o più corni sulla testa, fauci più o meno prominenti, e colore della pelle variabile (nero, rosso, giallo, blu, verde).

Si potrebbe parlare a lungo degli oni e di tutte le sfumature che hanno assunto nel tempo anche a causa delle varie influenze religiose, ma per ora ci fermiamo qui.

Rin Okumura, protagonista di Blue Exorcist

“Blue Exorcist”: il demone esorcista

Blue Exorcist (青の祓魔師 Ao no ekusoshisuto) è un manga shōnen ideato e disegnato da Katō Kazue, iniziato nel 2009 e tutt’ora in corso. In Italia ne sono stati pubblicati fino a oggi 27 volumi, editi da Planet Manga. L’ultimo volume uscito in Italia è il numero 27 (gennaio 2022). Dopo essere stato in pausa per alcuni mesi a causa di altri impegni lavorativi dell’autrice, da poco ha finalmente ripreso il suo corso.

La storia

La storia, ambientata ai giorni nostri, riguarda due fratelli gemelli, Rin e Yukio Okumura, nati dall’unione di Satana con una donna umana. La madre, appena dopo il parto e poco prima di morire, affida i gemelli in custodia al prete esorcista Shiro Fujimoto, che li alleva come se fossero figli suoi, nascondendo alle alte sfere del clero l’identità del loro vero padre.

I due bambini, crescendo, sviluppano caratteri molto diversi: Rin è impulsivo e irruento, mentre Yukio è pacato e razionale. Arrivati all’età di quindici anni, qualcosa nella loro vita cambia drasticamente, quando Rin e la parrocchia dove è cresciuto vengono attaccati da un demone. In quell’occasione Rin apprende da Padre Fujimoto di essere il figlio di Satana e che i suoi poteri sono stati sigillati alla nascita all’interno della spada Kurikara. Una volta sguainata la spada, Rin libera il proprio potere demoniaco, rappresentato da fiamme blu (e da qui il titolo Blue Exorcist), ma senza averne pieno controllo. Il suo corpo intanto, finché la spada è sguainata, subisce dei cambiamenti: le sue orecchie si allungano, i suoi denti si fanno più aguzzi e gli spunta la coda. Yukio, invece, pur essendo fratello gemello di Rin, sembra non avere alcun potere demoniaco in corpo; in compenso, avendo già scoperto da tempo la verità sulla propria nascita, ha deciso fin da bambino di studiare per poter diventare un potente esorcista.

Una volta palesata, la vera identità di Rin non passa inosservata ai membri del clero e al Vaticano, i quali, ritenendo il ragazzo un pericolo per l’umanità, lo condannano a morte. Durante il processo, però, la sentenza viene sospesa, in quanto Rin è risoluto nel dichiarare la sua posizione: pur essendo figlio di Satana, non intende seguire le orme del padre; anzi, desidera diventare un grande esorcista per riuscire un giorno a fronteggiarlo e sconfiggerlo definitivamente. Rin viene così inserito tra gli aspiranti esorcisti del True Cross College e si riunisce a Yukio che, grazie al suo spiccato talento, ha ottenuto la qualifica di insegnante di farmacologia anti-demone. Pur essendo figlio di ciò che rappresenta il male assoluto, Rin può diventare l’inaspettata arma vincente, quel buono che forse può avere la meglio sul male, proprio perché dal male ha origine.

Un elemento curioso è dato da alcuni demoni che possiamo definire “passivi”. Un esempio è il direttore del True Cross College, Mephisto Pheles, anche lui figlio di Satana. Egli accoglie Rin, lo osserva e lo mette alla prova, curioso di scoprire quello che il ragazzo farà in futuro. La figura del direttore non è né negativa né positiva: è un mero spettatore che probabilmente non disdegnerebbe la sconfitta del padre o, che, almeno, si divertirebbe a guardare il conflitto scaturito tra Satana e Rin.

La storia, ancora in corso, lascia aperte molte strade, le quali porteranno presumibilmente a uno scontro finale. Nell’attesa di vedere come l’autore svilupperà quel momento culminante, andiamo a scoprire qualche dettaglio in più sull’ambientazione e sul tema principale del manga, ovvero l’esorcismo e il paradosso del demone esorcista.

I due mondi: Assiah e Gehenna

Come già accennato, Blue Exorcist è ambientato nella nostra epoca, con la particolarità che il mondo è diviso in due parti: Assiah, in cui vivono gli esseri umani, e Gehenna, dove vivono i demoni.

Il termine “Assiah”, secondo la cabala ebraica da cui ha origine, indica uno dei quattro mondi che compongono l’universo, “il mondo dell’azione”, dell’esistenza materiale. “Gehenna”, sempre di origine ebraica, indica la valle a sud-ovest di Gerusalemme, in in cui venivano compiuti, secondo il culto del dio Moloch, dei sacrifici di bambini.

Questa divisione evidenzia una contrapposizione molto forte tra bene e male, anche se non esiste alcun Paradiso, alcun “mondo del bene”. Piuttosto, il conflitto è tra gli uomini, che abitano la terra, e i demoni, che cercano di prevalere su di essa. Gli uomini oppongono resistenza alla malvagità dei demoni e, non avendo alcuna forza divina cui appellarsi, ricorrono all’esorcismo. Ed è su questo tema che ora andiamo a dare uno sguardo più approfondito.

La figura dell’esorcista

Esorcista” deriva dal greco eksorkistés, e significa “scongiuro”: con questo termine si indica il terzo ordine minore della Chiesa cattolica, che aveva la funzione di scacciare i demoni.

La pratica dell’esorcismo ha le sue radici nell’antichità, intorno al XIV secolo, e consiste fondamentalmente in una preghiera utilizzata per scongiurare il demonio, costringendolo a liberare luoghi, cose o persone dalla sua influenza.

Il manga Blue Exorcist, per questa figura, prende spunto sia dal cristianesimo occidentale, sia dallo shintoismo e dal buddismo giapponesi. Gli esorcisti della storia sono suddivisi in diverse categorie, a seconda della loro specialità: Cavaliere (che usa spade e armi demoniache), Drago (che usa armi da fuoco), Trainer (capace di evocare demoni come “famigli”, per fronteggiare un combattimento), Aria (che identifica i versi sacri specifici da recitare contro le diverse tipologie di demoni) e Guaritore (che ha poteri curativi sulle ferite inferte dai demoni). 

Le armi in dotazione per quasi tutte le categorie spesso sono basate sull’acqua benedetta, che esercita un forte potere purificante, ma questo non è l’unico espediente. Ricorrono anche i khakkara, i bastoni sacri usati dai monaci buddisti con la parte superiore adorna di anelli in metallo. Oppure, nel caso degli esorcisti Aria, si può fare ricorso alla recitazione di versetti presi dalla Bibbia. Naturalmente un solo esorcista non può tenere a bada una squadra di demoni: nel manga (e nell’anime a esso collegato) spesso le battaglie vengono affrontate in gruppo (pur non mancando gli scontri uno contro uno), per il fatto che Rin e i suoi compagni non sono ancora esorcisti ufficiali, ma solo studenti.

Soffermandoci su Rin, possiamo dire che, avendo in dotazione una spada, rientri nella categoria dei Cavalieri. Durante lo svolgimento della storia, il ragazzo incontrerà svariate difficoltà nell’affinare la sua tecnica, così come la padronanza delle fiamme blu. Tuttavia, i progressi di Rin sono incentivati dal legame di amicizia e dal lavoro di squadra con i suoi compagni. Pur essendo demone, il giovane protagonista ha un buon cuore, e questa sua bontà è alimentata da ciò che ha intorno. Anche nei momenti in cui sembra perdere il controllo, nel ragazzo si fa strada quel barlume di luce che lo riporta alla lucidità. Non cade mai nella tentazione di passare dalla parte dei demoni, anche se in alcuni momenti il suo potere demoniaco sembra sopraffarlo, facendogli quasi perdere la coscienza di sé.

Legato al tema dell’esorcismo, anche se in modo completamente diverso, è anche Demon Slayer.

Tanjiro Kamado, protagonista di Demon Slayer

I demoni vampiri del periodo Taishō in Demon Slayer

Demon Slayer – Kimetsu no yaiba (鬼滅の刃 Kimetsu no yaiba, lett. “La lama dell’ammazzademoni”) è un manga scritto e disegnato da Gotōge Koyoharu. L’opera ha debuttato in Giappone sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha nel 2016 e si compone di 23 volumi. In Italia la serie è edita da Star Comics; ne sono stati pubblicati a oggi 19 volumi, il ventesimo sarà disponibile a partire dal 6 luglio 2022.

Pur trattandosi di un’altra storia, anche qui sono presenti elementi che rimandano alla pratica dell’esorcismo, legata sia all’acqua che al fuoco. La prima rimanda alla tradizione giapponese, mentre il secondo ai riti cristiani. Il protagonista, Tanjiro, durante i suoi allenamenti per diventare parte della squadra Ammazzademoni, si specializza nella tecnica respirazione dell’acqua e, in un secondo momento, anche in quella della danza del fuoco, ereditata dal padre. Entrambe le tecniche conducono allo stesso scopo: la purificazione dei demoni.

La trama

Questa storia è ambientata nel periodo Taishō (1912-1926), il quale, come sempre in Giappone dal 1868 in poi, prende il nome dall’imperatore regnante. La trama è incentrata sulla figura dell’ammazzademoni, ovvero uno spadaccino che ha il compito di uccidere i demoni, delle creature umanoidi con tratti mostruosi e grandi poteri, che di notte uccidono gli umani nutrendosi del loro sangue e del loro corpo.

Muzan Kibutsuji, il demone primordiale

L’origine dei demoni è attribuita a un uomo, Muzan Kibutsuji, che da giovane venne sottoposto a un trattamento sperimentale per contrastare una malattia. Tale trattamento, però, pur salvandogli la vita, l’ha trasformato in demone, o, meglio, nel demone primordiale. Divenuto tale, quindi, ha scoperto di essere immune allo scorrere del tempo, di avere la capacità di trasformare gli umani in demoni, e di poter usufruire di un incredibile potere rigenerante. Ha però anche un punto debole: non può esporsi ai raggi del sole. Pertanto il suo fine è quello di sviluppare l’immunità alla luce del giorno. Durante la sua lunghissima vita assume diverse sembianze, sempre di forma umana, e crea numerosi seguaci, che potenzia donando loro il suo sangue.

Ma, come succede in ogni buona storia, esistono delle eccezioni: non tutti i demoni seguono gli ordini di Muzan e non tutti compiono stragi di umani per nutrirsi. E proprio da una eccezione parte la vicenda di Tanjiro Kamado, primogenito di una numerosa famiglia. Un giorno, di ritorno da una commissione a un villaggio vicino, il ragazzo trova la madre e i fratelli sterminati per mano di un demone (che poi scoprirà essere lo stesso Muzan). Solamente sua sorella Nezuko sopravvive, anche se in forma di demone. Tuttavia, Nezuko non sviluppa la voracità verso gli esseri umani, perché riesce, grazie a Tanjiro, a mantenere i propri ricordi. Sempre a differenza degli altri demoni, Nezuko può riprendere completamente le energie semplicemente grazie a un lungo sonno. Sarà anche il primo demone, durante il corso della storia, ad affiancare la squadra Ammazzademoni nelle loro missioni. Col tempo, poi, la ragazza acquisirà persino l’immunità alla luce del sole, la capacità che Muzan stava cercando in tutti i modi di ottenere. E sarà proprio questo desiderio che porterà Muzan a mettere in gioco il tutto per tutto e a guidare gli eventi verso l’inevitabile battaglia finale.

La signora Tamayo

Oltre a Nezuko, esiste un’altra figura demoniaca che si contrappone alla malvagità di Muzan: la signora Tamayo, un medico che, nonostante sia stata tramutata in demone, è riuscita, seppur a caro prezzo e dopo numerosi omicidi, a contrastare la voglia di carne e sangue e a incentrare la propria esistenza sulla ricerca di un antidoto per curare i demoni e farli tornare umani. Negli anni è riuscita a compiere notevoli progressi, ma la vera svolta avviene dopo l’incontro con il protagonista. Tanjiro, nella speranza che possa far tornare umana sua sorella, decide di aiutare il medico e accetta di prelevare campioni di sangue dai demoni da lui sconfitti, perché è solo dal sangue di Muzan che sarà eventualmente possibile trovare un antidoto alla natura demoniaca.

I demoni vampiri

I demoni di questo manga ricordano molto i vampiri. Ma cosa sono i vampiri?

Il termine “vampiro” è stato introdotto dal naturalista francese Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, nel 1761, in riferimento a un tipo di pipistrello che si nutre del sangue dei mammiferi. Il termine compare, sempre nel ‘700, anche come voce dell’Oxford English Dictionary, per poi diffondersi sempre di più grazie alla letteratura, in particolar modo nel racconto breve Il vampiro di John Polidori (1819) e nel romanzo Dracula di Bram Stoker (1897).

Molte sono le credenze che ruotano intorno alla figura del vampiro, così come ampia è la sua diffusione in diverse aree geografiche, soprattutto in Europa , ma di creature affini ai vampiri vampiri si parlava già in alcuni testi antichi, dei Galli e degli Assiri, così come nella mitologia greca.

In sostanza, il vampiro è una figura demoniaca dalle sembianze umane e dai poteri soprannaturali, che agisce di notte e si nutre di sangue umano. In Demon Slayer i demoni vampiri racchiudono tutte queste caratteristiche. Le più importanti si possono elencare come segue:

Rigenerazione: la maggior parte delle ferite che i vampiri subiscono durante gli scontri si rigenerano grazie alle loro intense capacità autocurative. La velocità con la quale possono ripristinare il loro stato dipende principalmente dalla loro forza e dal rango a cui appartengono. I seguaci più forti di Muzan, le sei Lune Crescenti e le sei Lune Calanti, hanno un potere di rigenerazione molto alto e anche una pelle molto più dura dei demoni di rango inferiore.

Energy Drain: apparentemente è un loro tratto distintivo, ma non esclusivo della loro specie. Succhiando il sangue, possono prelevare energia vitale dalla loro vittima e ridurla in fin di vita. 

Manipolazione della materia: i vampiri possono trasformare la materia e modificare la forma dei loro corpi.

Incremento di velocità, agilità e forza: i vampiri sviluppano una sorprendente forza fisica.

Per annientare i vampiri, secondo la tradizione sono applicabili tre metodi: l’impalamento con un paletto di frassino (o altro legno specifico, a seconda delle zone di riferimento), la decapitazione e l’esposizione alla luce del sole.

In Demon Slayer valgono le ultime due soluzioni, a cui se ne aggiunge un’altra ex novo: il veleno. Così come per Muzan esistono dei seguaci più forti, così anche nella squadra Ammazzademoni esistono nove spadaccini che, a livello di abilità e potere, sovrastano tutti gli altri. Vengono chiamati Pilastri e dispongono di abilità speciali e particolarmente evolute. Uno di essi, il Pilastro dell’Insetto Shinobu Kochō, ha creato un veleno dal glicine, una pianta i cui fiori sono altamente nocivi per i demoni. Pertanto, dove cresce il glicine, è possibile vivere in pace. La spada di Shinobu Kochō è cosparsa di questo veleno ed è in grado di uccidere un demone in pochi secondi. Inoltre, la guerriera è capace di contenere nel proprio corpo il veleno stesso senza subirne le conseguenze. Sarà proprio lei, poi, ad aiutare la signora Tamayo nella produzione del farmaco in grado di fermare Muzan.

Conclusioni

Da queste due storie (ma se ne potrebbero citare anche molte altre), emerge quanto il bene e il male siano interconnessi e indissolubili. La lotta tra i due poli opposti è ardua, colma di sacrificio, ma allo stesso tempo necessaria. È un ciclo continuo, che nel tempo è destinato a ripetersi, e dal quale non si può sfuggire. Anche se il demone viene sconfitto, un giorno tornerà a minacciare il mondo in un altro modo. Infatti, più che la vittoria di una delle due parti, è interessante il processo che porta allo scontro finale. I demoni buoni di cui abbiamo parlato sono la presunta chiave che potrebbe permettere al bene di prevalere, pur sapendo che sconfiggere il male, non significa eliminarlo, ma riportare, almeno per un po’, l’equilibrio tra gli opposti, l’armonia.

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Loading…

0

I diari della speziale

Evangelion Logo

Riflessioni su Neon Genesis Evangelion (II parte)